venerdì 19 luglio 2019

Le ultime 24 ore (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/06/2019 Qui
Tema e genereEthan Hawke in un fanta-action dai produttori di John Wick.
Trama: Dopo che un intervento chirurgico sperimentale lo riporta in vita per un solo giorno, l'agente Travis Conrad (di un organizzazione di sicurezza appoggiato dal governo) si risveglia in ospedale con al braccio un timer. Ha solo 24 ore di tempo per portare a termine un'ultima missione.
Recensione: C'è uno spunto più che interessante alla base di Le ultime 24 ore, action con protagonista Ethan Hawke: il film inizia là dove molti altri film simili finiscono, ovvero con la morte dell'eroe, e da qui riparte per mostrare come una seconda possibilità permetta al protagonista di intraprendere un altro stile di vita. Quindi se prima di morire Travis Conrad era fondamentalmente un anti-eroe (un mercenario che in passato ha ucciso chiunque e per chiunque fosse disposto a pagare abbastanza) una volta tornato in vita si lascerà alle spalle il lato oscuro e deciderà di provare, per una volta, a fare del bene. Il grande problema del film è che, nel corso dei suoi circa 90 minuti, farà esattamente le stesse cose di tutti quegli altri action dai quali aveva cercato di smarcarsi tramite un soggetto originale. Proprio come il franchise di John Wick, anche Le ultime 24 ore porta dietro la camera da presa uno stuntman, Brian Smrz. Il suo esordio cinematografico mescola l'action moderno alla fantascienza ma compie il grave errore di prendersi dannatamente sul serio. La saga di Chad Stahelski e David Leitch con protagonista Keanu Reeves giocava anche sull'assenza totale della trama (John Wick tornava in azione per vendicare il suo cane) per permettersi di lasciare spazio esclusivamente alla sequenze d'azione, che venivano (soprattutto nel secondo) paragonate ad una vera e propria forma d'arte, costituita da un proprio stile e un proprio ritmo allo stesso modo di un ballo. Ne Le ultime 24 ore, invece, si cerca di parlare di tantissime cose serissime che poco hanno a che fare col mondo esagerato all'interno del quale quelle vicende vanno a contestualizzarsi. Gli action hanno sempre puntato sui punti di forza dei propri attori, dalla faccia da uomo ordinario di Bruce Willis in Die Hard (John McLane è un uomo ordinario) alla stanchezza del sessantenne Liam Neeson in Taken, mentre qui abbiamo un attore quattro volte nominato all'Oscar che fa cose insensate in un film che, più va avanti, più perde di senso. E, incredibilmente, diventa anche più noioso. E' difficile credere che un film incentrato sul più letale assassino del mondo con un timer di scadenza conficcato nel polso possa risultare pedante, ma è proprio quello che accade a Le ultime 24 ore. Film di questo genere devono essere talmente emozionanti, talmente divertenti, adrenalinici e spensierati da far scattare automaticamente la sospensione dell'incredulità di chi li sta guardando, mentre il regista sembra volerci continuamente tenere sull'attenti con trame, sotto-trame e soprattutto sotto-testi (dall'alcolismo alla depressione, dal lutto al valore dell'amicizia) completamente inutili, anzi, dannosi. Perché, se il film ti spinge a porti delle domande, allora inizi a interrogarti di tutte le incongruenze narrative che incontri lungo il percorso, e ce ne sono, altroché. Ethan Hawke più che lottare contro i suoi nemici sembra lottare contro il film stesso, nel tentativo di tenerlo in vita, a volte ci riesce pure, molte altre, purtroppo, no.
Regia: Il regista Brian Smrz ha lavorato come stunt coordinator in diversi lungometraggi famosi (da Men in Black a X-Men: Le origini – Wolverine, passando per Minority Report) e si nota un certo impaccio dietro la macchina da presa in qualsiasi sequenza dal taglio più statico che dinamico. Ralenti e movimenti di macchina estrosi non risvegliano mai dal torpore e dall'incredulità di quanto si vede sullo schermo.
Sceneggiatura: Quando si guarda un film, si sa, bisogna praticare quella che viene definita la sospensione dell'incredulità, allo scopo di ignorare le incongruenze narrative presenti nella sceneggiatura nei confronti della realtà, ma a tutto c'è un limite. Questo limite Le ultime 24 ore lo supera, perché va bene cercare di essere originali anche a discapito della coerenza narrativa, ma con la storia di un uomo deceduto, che viene riportato in vita per un giorno solo, anche lo spettatore più accomodante si stufa. Dopo aver dato per assodato che la sceneggiatura non presenta alcun elemento positivo, l'attenzione si sposta verso un cinema d'azione che, quantomeno, regala un paio di sequenze girate con discreto senso del ritmo, seppur non possa bastare per nascondere gli enormi difetti drammaturgici dell'operazione.
Aspetto tecnico: Degna di nota c'è solo la colonna sonora, ma niente che si ricordi particolarmente.
Cast: Con una sceneggiatura desolante, nella quale persino le battute più profonde tendono involontariamente al grottesco, Ethan Hawke cala a picco con una recitazione compassata, monotona, senza alcun picco emotivo. Appesantito e stanco, sembra anche lui voler arrivare nel minor tempo possibile alla fine della vicenda, quando lo vediamo ricongiungersi alla famiglia nell'aldilà luminoso, declinato nell'immancabile scena finale in riva al mare (o forse no?). Mi sembra invece più che opportuno tacere sulla prova della coprotagonista, Xu Qing, prima temibile e spietata avversaria e successivamente, nel volgere di pochi minuti, alleata di Travis. Un clamoroso passo falso, il suo, che mi auguro possa essere presto oscurato da nuove e più ispirate interpretazioni.
Commento FinaleBrian Smrz confeziona un prodotto largamente insufficiente sotto ogni punto di vista. Proponendo stereotipi fin troppo abusati (un protagonista che scopre il bene e che vuole agire in suo nome) ed intrecci narrativi ovvi sin dall'inizio (i nemici non sono affatto quelli che si aspettava), Le ultime 24 ore risulta un film fin troppo stucchevole nel suo "americanismo". Il sentimentalismo non paga sempre, men che meno quando non è sostenuto né da una sceneggiatura originale, né da attori particolarmente ispirati. Senza una fotografia degna di nota, anche Ethan Hawke sprofonda nell'abisso di una pellicola uguale a tante, troppe altre.
Consigliato: Non proprio, anche perché anche un fan dell'action potrebbe rimaner deluso da questo film pressoché banale.
Voto: 4,5