Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/03/2019 Qui - Michelangelo - Infinito (Documentario, Italia 2018): Diretto e scritto da Emanuele Imbucci e nato da una coproduzione di Sky con Magnitudo Films, film che insieme a Raffaello - Il Principe delle Arti e a Caravaggio - L'Anima e il Sangue, Michelangelo – Infinito si inserisce nella falange di film che, con scopo divulgativo, ripercorrono le tappe fondamentali della vita e della carriera dell'artista preso in esame, esaltandone quegli unici lati caratteriali e quelle inclinazioni che ne hanno fatto personalità ineffabili e artisti ineguagliabili. Purtroppo però il film, che riesce tuttavia a rispettare l'opera del grande artista, trasmettendoci attraverso lo schermo l'emozione suscitata dai suoi capolavori, e facendoci anche riscoprire dettagli che sfuggono all'attenzione dei più, o rivelando particolari inediti e misconosciuti, non convince fino in fondo, o per essere più precisi, sbaglia il metodo di fruizione. Il suddetto infatti viene proposto allo spettatore tra 3 livelli di lettura, di cui solo uno è senza valutazione critica possibile, ovvero la parte dedicata alla descrizione delle opere (e che opere, semplicemente straordinarie), che da solo vale il prezzo del biglietto (perfette le parole, la voce e la musica, come sempre dopotutto), ma per il resto tanti sbadigli e poche vere emozioni. Il film ricorre infatti alla figura di Giorgio Vasari (Ivano Marescotti), autore delle "Vite", per guidarci alla scoperta dei momenti salienti dell'esistenza del Buonarroti, ma soprattutto della sua opera, con una carrellata di capolavori tra i più rappresentativi del suo genio, inoltre lo stesso Michelangelo (interpretato da Enrico Lo Verso, che purtroppo, a tratti, si lascia sfuggire un'inflessione siciliana incongrua in bocca al grande genio aretino) si rivolge al pubblico dall'interno di una cava di marmo, e, sempre circondato dal suo materiale prediletto, ci trasmette l'immagine di un uomo tormentato dall'ambizione e dall'insoddisfazione, in una continua sfida per cercare di superare se stesso e gli altri, ma nessuno dei due convince. Essi difatti, neanche tanto nella parte, dipanavano loro pensieri astrusi e non sul come meglio definire l'arte in un modo abbastanza noioso. Non a caso più che un docu film mi sembrava di stare a teatro durante tutta una serie di monologhi, e siccome troppe parole spesso stancano ho avuto difficoltà nel farmi del tutto coinvolgere. Tuttavia alla strenua di tutto appena ciò scritto, consiglio questo film a chi soprattutto apprezzi l'arte e non la vuole mettere da parte, e soprattutto che se ne intenda almeno un po' delle opere di Michelangelo, magari avendole già viste ed annoverate nel proprio bagaglio culturale. Voto: 5,5
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