martedì 30 luglio 2019

Chiudi gli occhi (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/07/2019 Qui
Tema e genere: Thriller melodrammatico che sviscera un rapporto di coppia abbastanza insolito.
Trama: Cieca dopo un incidente avvenuto quando era bambina, Gina (Blake Lively) fa affidamento al marito James (Jason Clarke) per i suoi occhi. Quando un trapianto di cornea cambia drasticamente la sua vita, la donna inizierà a vedere la relazione sotto una nuova luce.
Recensione: Il buon Marc Forster (cui si vuol bene, sia chiaro: è il regista di World War Z e del sottovalutato 007 Quantum of Solace, la cui unica colpa è stata quella di uscire dopo Casino Royale) ha messo su uno psico-thriller dalle premesse intriganti, che però inizia a fallire lentamente (e miseramente) subito dopo aver posto i suoi interrogativi, per dissolversi progressivamente man mano che ci si avvicinerà ai titoli di coda. Pedante e poco credibile, Chiudi gli occhi racconta di un rapporto (quasi) idilliaco tra marito e moglie, che sembra pian piano trasformarsi in un incubo quando lei riacquista la vista e (attraverso un simbolismo infantile) riesce finalmente a "vedere" l'uomo che ha convissuto con lei per tanto tempo. Peccato che se le premesse potevano quantomeno incuriosire, il risultato è inconcludente e spocchioso, tanto che nella seconda parte la sceneggiatura gira a vuoto, indecisa su quale strada prendere e procede verso un finale totalmente grossolano. Recitato male e scritto peggio, il film mostra anche tutti i limiti di una regia forzatamente virtuosa, che cerca a tutti i costi di colpire con scelte visive sopra le righe ed effetti di luce ambiziosi. Il problema è che Forster non riesce mai a mantenersi in controllo e finisce per dare vita a un lungometraggio noioso e supponente, ricattatorio e mai capace di emozionare in maniera spontanea. La (ri)presa di coscienza e della propria vita di Gina con il recupero della vista e le ossessioni del marito non sono sufficienti a tenere lo spettatore desto per la durata dell'opera. Non è un vero thriller, non è un vero dramma psicologico, è una occasione lasciata a metà sulle onde di immagini accattivanti ma vuote. Anche i momenti morbosi sono espressione di una fotografia fascinosa ma fredda. Peccato.
Regia: La regia propone quasi ossessivamente delle sequenze ed un montaggio "a sensazione" lungo l'intero svolgersi della trama. Purtroppo a questa ricercatezza di immagine non si abbina uno svolgimento altrettanto interessante della storia facendo infine pensare al tutto come un mero esercizio di stile.
Sceneggiatura: Se l'idea iniziale era accattivante, i personaggi e gli avvenimenti non convergono in un fulcro empatico e la storia diventa insopportabilmente noiosa. Il finale (che non si rivela, non solo per evitare spoiler, ma perché francamente non è per nulla chiaro) vira sul dramma poetico assolutamente troppo tardi, negli ultimi 15 minuti. Senza riuscire a porre alcun rimedio ad un racconto quasi senza senso.
Aspetto tecnico: Sul piano squisitamente tecnico, pare funzionare abbastanza bene la prospettiva della non vedente, ma dopo un po' stanca.
Cast: Buona l'interpretazione dei 2 protagonisti (soprattutto Blake Lively, che è sempre e comunque un piacere vedere, qui poi è parecchio sensuale), piuttosto mediocre quella degli coprotagonisti.
Commento Finale: E' un film deludente: non è un thriller perché manca di suspense, come commedia drammatica manca di passione. Il regista Marc Forster ha scelto uno svolgimento della storia frantumato, sincopato, con flashback e momenti nebbiosi nella fotografia, forse per immaginare il mondo visto da un cieco, con conseguente mancanza di linearità nella storia. Peccato la trama poteva offrire spunti interessanti, ma la mancanza di sviluppo durante tutta la parte centrale (e non solo), fondata sul nulla assoluto, per poi concludersi bene, ma non benissimo, non aiuta proprio, anzi, pellicola piatta, lenta e francamente noiosa, ambientata in una Bangkok ultramoderna (salvo un viaggio in Spagna) è questa.
Consigliato: No, da evitare. Non basta Lei, Blake Lively a consigliarne la visione (neanche ai suoi fan).
Voto: 4

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