Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/07/2019 Qui
Tema e genere: Thriller psicologico che si sviluppa in quattro capitoli interpretato principalmente da Anya Taylor-Joy e Olivia Cooke.
Trama: Due adolescenti con disturbi psicologici si riavvicinano dopo anni di lontananza e assieme pianificano l'omicidio del patrigno di una delle due.
Recensione: È un film strano, Amiche di sangue, non del tutto riuscito e che non sembra aver chiaro dove andare a parare, se nella commedia nera, nella satira sociale o nel thriller, anche perché in realtà al contrario di una commedia nera qualsiasi si prende anche troppo sul serio, oltretutto il film si muove su un meccanismo già visto mille volte, che cerca di nobilitarsi con una rappresentazione asettica e un finale (relativamente) non conciliante. Però bisogna dire che l'esordiente Cory Finley sa dove piazzare la macchia da presa ed è molto preparato tecnicamente, soprattutto grazie allo stile, questa è un'opera che si guarda con grande interesse. Purtroppo tuttavia, Amiche di sangue sembra mancare di profondità nel raccontare le sue due protagoniste, personaggi per cui è molto difficile provare un minimo sindacale di simpatia, e non per la loro condizione di assoluto privilegio (sono ricche e viziate), ma perché non sono definite da altro se non i loro aspetti più evidenti e superficiali: Amanda è sociopatica e Lily è capricciosa. La colpa non è delle due attrici: la Taylor-Joy di The Witch ormai non è più né una promessa né una sorpresa, data la sua costante presenza come nuova musa del cinema indipendente e la Cooke, al contrario, rivela delle qualità recitative insospettabili, soprattutto in un ruolo per lei non consueto. Il problema è di scrittura perché, nonostante Finley sia bravissimo, nei primi minuti, a impostare un'atmosfera di aridità emotiva sotto la patina degli ambienti di lusso splendidamente fotografati in cui si muovono e tramano le due ragazze, non vuole o non può spingersi fino alle più estreme conseguenze e, così facendo, lascia che siano le due attrici a riempire i vuoti lasciati da una caratterizzazione molto, troppo leggera. Il vuoto emotivo va bene, è voluto e anche ricercato da un punto di vista stilistico, con un approccio gelido e sempre distante dai personaggi, ma al di là del cinismo, Amiche di sangue non riesce ad andare e, alla lunga, perde anche qualche colpo nel ritmo, sempre abbastanza seduto, a dire la verità, e non è necessariamente un difetto: l'impressione generale è che la storia narrata andasse bene per un corto e non avesse abbastanza forza per reggere la durata di un lungometraggio. Per esempio: tutta la vicenda legata al personaggio di Anton Yelchin non va da nessuna parte e, a parte il piacere di vederlo in un film e un paio di dialoghi azzeccati tra lui e Amanda, non ha una vera e propria ragione d'essere, se non allungare il minutaggio. Si tratta comunque di un esordio interessante e di un regista da tenere d'occhio in futuro, sperando che la prossima pellicola abbia dalla sua una sceneggiatura (scritta da lui o meno) di migliore fattura e che il tutto riesca ad avere una valenza maggiore di questa occasione invece leggermente persa.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico: Il soggetto, scritto dal regista esordiente Cory Finley, sarebbe potuto piacere a Hitchcock, e aveva in sé tutti gli spunti per un'analisi impietosa (ma anche divertita) della provincia benestante americana e di una gioventù arida e cinica. Amiche di sangue però non è nulla di tutto questo, l'autore/regista spreca tutti gli spunti interessanti in una sceneggiatura confusa e squilibrata, incerta se essere un thriller, un dramma o una commedia nera (in parole povere poca tensione per un thriller e poco tagliente come commedia nera). Le situazioni sono infarcite di un ironia fastidiosa e mai veramente pregnante, e i personaggi sono descritti in termini troppo caricaturali (ad esempio il patrigno Mark). La regia di Finley non sembra interessata poi a creare né divertimento né tensione, anche se dimostra di avere un certo talento visivo, aiutato dalla fotografia e dalle scenografie di qualità, e anche capacità di gestire lo spazio scenico con alcune intuizioni di rapporto attore-spazio molto interessanti. Questi segni però di talento non sembrano mai essere al servizio della storia, ma piuttosto a conferire al risultato un'impronta "artistica".
Cast: Le due attrici protagoniste, brave per quanto apatiche nella recitazione e ingabbiate in personaggi troppo freddi, sono due delle promesse del cinema americano: Olivia Cooke nei panni di Amanda, vista recentemente in Ready Player One, e Anya Taylor-Joy, già in The Witch e Split (e Morgan). Una menzione speciale al compianto Anton Yelchin, qui patetico spacciatore, morto pochi giorni dopo la fine delle riprese.
Commento Finale: Accompagnato dalle interpretazioni di due astri nascenti come Anya Taylor-Joy e Olivia Cooke, Amiche di sangue è il thriller misurato che, nemmeno quando si consuma il fattaccio, esplode in maniera incontrollabile. Un prodotto come tanti, un film che "richiama" qualche titolo del passato (American Psyco) nonostante non ne possegga la "posata" furia omicida. Un prodotto che scivola rapidamente verso la conclusione (non proprio eccezionale o convincente) e non riesce a farsi un valido portatore di apatica e insensibile cattiveria, laddove le due adolescenti trovano necessario reagire per farsi un adeguato spazio nell'esistenza di tutti i giorni (oltretutto le motivazioni per il piano contro il patrigno non convincono fino in fondo).
Consigliato: Lascia perplessi sia la scrittura che il messaggio, che intenderebbe veicolare, il cinema è ricco di storie di adolescenti, assassine per caso, per diletto o per interesse. L'interpretazione delle protagoniste è convincente, ma non basta, e anche per consigliarne una visione non basta.
Voto: 5
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