Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/04/2019 Qui - Dopo il film che ha chiuso, ma non definitivamente, il percorso produttivo ed artistico della casa delle idee, ecco finalmente il film della sua rivale, che con Justice League prova a replicare quel fantasmagorico successo, ma come già capitato in altre occasioni, non ci riesce. Il confronto, perché è ovvio in questo caso fare dei confronti, dopotutto il dualismo tra Marvel e DC Comics che ha sempre connotato il pantheon supereroistico dall'epoca delle strisce a fumetti si è evoluto ed è continuato imperterrito anche nel cinema, perciò è giusto e normale farlo, è infatti impietoso, l'enfasi epica è carente, le coreografie di combattimento inesistenti, buoni certamente gli effetti speciali (ma questa non è una sorpresa), ma il resto lascia a desiderare, e gli unici picchi emotivi sono conferiti dalla colonna sonora. Difatti, anche se la struttura è identica a quella di The Avengers, per filo e per segno, il team che si riunisce, le Scatole Madri al posto del Cubo Cosmico, il primo round con il cattivo, l'innocua scazzottata tra supereroi e lo scontro finale, e paradossalmente abbia lo stesso sceneggiatore, il risultato è completamente diverso. La Marvel con il suo MCU ha trovato la quadra per collocare i suoi eroi in un universo transmediale che fonde abilmente le storie in un unicum fatto di fumetti, videogiochi, serie tv e film, con questi ultimi capaci presumibilmente di riprenderne le caratteristiche fondanti del fumetto e innervarle di una sana ironia sdrammatizzante. Questa formula ha consentito di produrre buoni film indipendentemente dalla popolarità del supereroe, si vedano gli esempi più che riusciti di Ant-Man e Doctor Strange. Risponde la DC Comics, zoppicando malamente alla ricerca della formula della concorrente, evidentemente difficile da replicare quanto cercare di copiare la Coca-Cola, e infatti producono la Pepsi-Cola, che non la beve nessuno ed in confronto è niente.
Questo Justice League, film del 2017 prodotto della DC Comics omologo alla squadra Marvel degli Avengers, cerca una sua dignità dopo la non troppo entusiasmante prova di Suicide Squad e la mediocre prova di Batman Vs Superman ma rimane invischiato negli atavici difetti che caratterizzano le proprie produzioni: supereroi non così carismatici, produzioni cinematografiche farraginose, interpreti non sempre all'altezza. In questo caso anche la sfortuna ci ha messo lo zampino visto il forfait del regista specializzato in film d'azione Zack Snyder per un gravissimo lutto famigliare, sostituito durante la produzione proprio da quel Joss Whedon principale responsabile del successo planetario dei concorrenti Avengers della Marvel, però non è bastato. Ben Affleck non si può proprio vedere nella parte di Batman (quest'ultimo che nel doppiaggio poi manco si capisce cosa dice), Jeremy Irons ha tre-pose-tre nella (fuori) parte di Alfred, lo stesso dicasi per Amy Adams sprecatissima, per non parlare di Diane Lane e J. K. Simmons senza valutazione possibile, l'inconcepibile Cyborg di Ray Fisher e Acquaman (Jason Momoa che recita con i pettorali) non hanno un grande carisma. Si annoveri anche la masochistica auto-castrazione della casa di produzione che se da una parte ha una discreta serie TV di The Flash che miete successo (serie arrivata alla quinta stagione) decide di riscrivere del tutto il personaggio (interpretato da Ezra Miller) facendolo diventare una ridicola macchietta comica (la Marvel questi errori non li fa, almeno non intenzionalmente) con intenti sdrammatizzanti (ahimè senza grandi risultati). Ma di quale dramma? Un caotico pot-pourri di scatole del potere, il solito, anonimo cattivo che vuole distruggere il mondo sostenuto da strani vampiri-falena, urla-proclami-slogan. E che comincia la conquista del mondo da uno sperduto villaggio russo.
In tal senso, nella narrazione, narrazione classica che più classica non si può, in cui mosso dalla ritrovata fede nel genere umano e ispirato dalle gesta altruistiche di Superman, Bruce Wayne chiede l'aiuto dell'alleata Diana Prince per affrontare un acerrimo nemico da poco risvegliato, e che quindi insieme lavorano alacremente per trovare e reclutare i componenti di una squadra di meta-umani, qualcosa proprio non va, per esempio la (scontata) resurrezione (già anticipata dalle locandine e immagini) di Superman (l'unico personaggio utile, bastava solo lui, che senso scomodare tutti gli altri..) è trattata per sommi capi, risolta in tre scene, e la cancellazione digitale dei baffi di Henry Cavill gli conferisce un aspetto straniante in molte sequenze, a partire dal prologo (che poi spiegatemi perché alla fine di Batman vs Superman la terra, dove viene sepolto Superman, si muove, non è che era ancora vivo? E qui perché lo si ritrova morto morto? Mah). Ma il problema principale è che ci vuole un tempo intero per presentare l'intera squadra, difetto che appesantiva anche Suicide squad (comunque migliore), poi il film diventa un pasticcio action dodecafonico che mette noia, con troppi personaggi che ancora non sono entrati nell'immaginario collettivo, gestiti male. Le scene sembrano appiccicate l'una all'altra alla meno peggio (avrà pesato il taglio? anche se poi tre ore sarebbero state decisamente troppe), fino al lungo, chiassoso scontro finale che è una variazione (così così nel risultato) sul tema di Avengers: Age of Ultron. E' voglia di Marvel, questo Justice League, ma mentre in DC Comics si preoccupano di seguirne le orme, i rivali sono andati già oltre con i due splendidi Guardiani della Galassia.
È un film bifronte Justice League, che eredita quanto di buono era già stato fatto di recente nel film in solitaria di Wonder Woman (non a caso indiscutibile punto di forza, non solo estetico, anche qui) così come, ahimè, anche la scarsa riuscita di un villain eccessivamente digitale (sfido chiunque a riconoscere in Steppenwolf, anche alla lontana, le fattezze di Ciaràn Hinds) oltre che poco connotato anche da un punto di vista di scrittura. Cosa si salva? La canzone iniziale, Everybody Knows di Leonard Cohen reinterpretata da Sigrid, Superman, che nella sua serafica invulnerabilità e immortalità (vabbè per dire) è tanto antipatico (purtroppo) quanto coerente con l'universo che attraversa (purtroppo). Per ultimo la vera rivelazione di questo film e del precedente a lei dedicato: Wonder Woman ha uno spessore e una fisicità naturale due spanne sopra gli altri e questo merito è della sua interprete, Gal Gadot, statuaria, atletica e modernissimo modello di femminilità, attrice israeliana addestrata per anni nell'esercito del suo paese (tanto per dire). Tuttavia bisogna comunque dire che brutto da seguire non è, perché pur con tutti i suoi limiti e difetti (elencanti qualche riga qui sopra) Justice League è un passabile film sui super eroi, godibile per metà del tempo, ed in grado di lasciare nello spettatore (inspiegabilmente) la voglia di vedere come continuerà e si evolverà questa storia. I segnali infatti di una piccola ripresa ci sono, soprattutto dopo il già citato Batman v Superman, ma la differenza è ancora enorme con la Marvel, in tal senso, poiché il campionato in cui gioca la DC è comunque lo stesso, la raccomandazione è sempre la stessa: aspettate (anche se entrambe le scene sono abbastanza inutili) la fine dei titoli di coda. Titoli che chiudono un film di luce (poca) ed ombre (tante), un film che, nonostante si sforzi, riesce solo in alcuni momenti a elevarsi da un senso di medietà generale, acuito da un utilizzo eccessivo di CGI quasi fosse fumo negli occhi. Certo, delusione non c'è, ma la mediocrità rimane. Voto: 5
In tal senso, nella narrazione, narrazione classica che più classica non si può, in cui mosso dalla ritrovata fede nel genere umano e ispirato dalle gesta altruistiche di Superman, Bruce Wayne chiede l'aiuto dell'alleata Diana Prince per affrontare un acerrimo nemico da poco risvegliato, e che quindi insieme lavorano alacremente per trovare e reclutare i componenti di una squadra di meta-umani, qualcosa proprio non va, per esempio la (scontata) resurrezione (già anticipata dalle locandine e immagini) di Superman (l'unico personaggio utile, bastava solo lui, che senso scomodare tutti gli altri..) è trattata per sommi capi, risolta in tre scene, e la cancellazione digitale dei baffi di Henry Cavill gli conferisce un aspetto straniante in molte sequenze, a partire dal prologo (che poi spiegatemi perché alla fine di Batman vs Superman la terra, dove viene sepolto Superman, si muove, non è che era ancora vivo? E qui perché lo si ritrova morto morto? Mah). Ma il problema principale è che ci vuole un tempo intero per presentare l'intera squadra, difetto che appesantiva anche Suicide squad (comunque migliore), poi il film diventa un pasticcio action dodecafonico che mette noia, con troppi personaggi che ancora non sono entrati nell'immaginario collettivo, gestiti male. Le scene sembrano appiccicate l'una all'altra alla meno peggio (avrà pesato il taglio? anche se poi tre ore sarebbero state decisamente troppe), fino al lungo, chiassoso scontro finale che è una variazione (così così nel risultato) sul tema di Avengers: Age of Ultron. E' voglia di Marvel, questo Justice League, ma mentre in DC Comics si preoccupano di seguirne le orme, i rivali sono andati già oltre con i due splendidi Guardiani della Galassia.
È un film bifronte Justice League, che eredita quanto di buono era già stato fatto di recente nel film in solitaria di Wonder Woman (non a caso indiscutibile punto di forza, non solo estetico, anche qui) così come, ahimè, anche la scarsa riuscita di un villain eccessivamente digitale (sfido chiunque a riconoscere in Steppenwolf, anche alla lontana, le fattezze di Ciaràn Hinds) oltre che poco connotato anche da un punto di vista di scrittura. Cosa si salva? La canzone iniziale, Everybody Knows di Leonard Cohen reinterpretata da Sigrid, Superman, che nella sua serafica invulnerabilità e immortalità (vabbè per dire) è tanto antipatico (purtroppo) quanto coerente con l'universo che attraversa (purtroppo). Per ultimo la vera rivelazione di questo film e del precedente a lei dedicato: Wonder Woman ha uno spessore e una fisicità naturale due spanne sopra gli altri e questo merito è della sua interprete, Gal Gadot, statuaria, atletica e modernissimo modello di femminilità, attrice israeliana addestrata per anni nell'esercito del suo paese (tanto per dire). Tuttavia bisogna comunque dire che brutto da seguire non è, perché pur con tutti i suoi limiti e difetti (elencanti qualche riga qui sopra) Justice League è un passabile film sui super eroi, godibile per metà del tempo, ed in grado di lasciare nello spettatore (inspiegabilmente) la voglia di vedere come continuerà e si evolverà questa storia. I segnali infatti di una piccola ripresa ci sono, soprattutto dopo il già citato Batman v Superman, ma la differenza è ancora enorme con la Marvel, in tal senso, poiché il campionato in cui gioca la DC è comunque lo stesso, la raccomandazione è sempre la stessa: aspettate (anche se entrambe le scene sono abbastanza inutili) la fine dei titoli di coda. Titoli che chiudono un film di luce (poca) ed ombre (tante), un film che, nonostante si sforzi, riesce solo in alcuni momenti a elevarsi da un senso di medietà generale, acuito da un utilizzo eccessivo di CGI quasi fosse fumo negli occhi. Certo, delusione non c'è, ma la mediocrità rimane. Voto: 5