Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2019 Qui
Tema e genere: Dramma storico biografico che racconta della transizione dell'India dal dominio inglese all'indipendenza nel 1947, con la parallela divisione del paese e la nascita di un nuovo stato, il Pakistan, destinato ufficialmente a tutelare la minoranza musulmana. La transizione, che fu affidata a Lord Mountbatten, fu tutt'altro che pacifica, generando una vera e propria guerra civile in un paese profondamente diviso dal punto di vista etnico e religioso.
Trama: Nel palazzo del viceré dove si discute la problematica indipendenza dell'India nasce la storia d'amore tra un indù e una musulmana.
Recensione: Gurinder Chada (Sognando Beckham) rivisita un momento fondamentale della storia del suo paese d'origine, e anche di quella della sua famiglia: la nonna fu tra i milioni rifugiati costretti a lasciare da un giorno all'altro i loro villaggio in conseguenza della divisione tra India e Pakistan all'indomani dell'indipendenza dall'Impero Britannico, una vicenda che la regista narra svelandone i retroscena, fatti di compromessi ed errori per cui pagarono la vita migliaia di persone. Il film sceglie la casa del viceré come microcosmo in cui mettere in scena non solo le contrattazioni non sempre limpide, tra i leader dei vari partiti/minoranze, ma anche una storia d'amore contrastata che vede ovviamente protagonisti due giovani appartenenti alle etnie in conflitto. Una storia alla Romeo e Giulietta, che sì diventa metafora perfetta di una nazione tragicamente divisa, ma che più che aggiungere grazia e pathos alla narrazione, aggiunge prevedibilità (inevitabile è l'happy ending) e melensaggine inutile (anche perché non riesce la loro storia ad emozionare abbastanza) al film già di suo leggermente retorico. Viceroy's House infatti, che sontuoso e con un cast di tutto rispetto aspira all'affresco d'epoca, ma usa una costruzione quasi televisiva per esemplificare la sua tesi, dipinge e descrive l'Inghilterra e l'India (e tutte le altre nazioni coinvolte), con un po' troppa retorica. Fortunatamente, e pur non andando molto in profondità, il film offre soprattutto (e bene) interessanti spunti di riflessione storico-politica, in particolare sul ruolo controverso di Churchill nel favorire segretamente la divisione dell'India nell'interesse dell'Inghilterra, lasciando credere a Mountbatten di esser stato lui a forzare questa decisione. E quindi film di gran valore storico, senz'altro interessante da un punto di vista didattico poiché racconta appunto un pezzo di storia britannica sconosciuta in Italia, film inoltre supportato da una ricostruzione scenica notevole come testimoniano i filmati d'epoca nei titoli di coda, ma è comunque algido, come un impero che crolla ma con stile, e non solletica i sentimenti.
Regia: La regista Gurinder Chada sembra aver scritto un film capace di sfruttare soprattutto la nostalgia dei fan della serie cult Downton Abbey, non a caso il protagonista è Hugh Bonneville, tralasciando un po' tutto il resto che, nonostante buone doti tecniche, lascia un po' a desiderare.
Regia: La regista Gurinder Chada sembra aver scritto un film capace di sfruttare soprattutto la nostalgia dei fan della serie cult Downton Abbey, non a caso il protagonista è Hugh Bonneville, tralasciando un po' tutto il resto che, nonostante buone doti tecniche, lascia un po' a desiderare.
Sceneggiatura: Sul lato storico niente da dire, dopotutto è storia vera e comprovata, ma la storia d'amore sembra leggermente forzata, inoltre non mancano gli omaggi al cinema bollywoodiano, colorati ma inutili.
Aspetto tecnico: Belli ed interessanti i costumi, scenografia e fotografia sono discrete, l'ambiente è infatti ricostruito con cura filologica del dettaglio. Interessanti inoltre i filmati di repertorio, mentre la musica cerca insistentemente (e male) l'emozione.
Cast: Hugh Bonneville nei panni del Vicerè è abile nel disegnare un personaggio la cui svagata sicurezza di vecchio colonialista è travolta da eventi più complessi della sua capacità di interpretazione e gestione, Gillian Anderson è una efficace Edwina Mountbatten, più rapida nel capire il cambiamento e venire a patti con esso. Gli attori che impersonano i principali protagonisti indiani del periodo, tra cui Gandhi, straordinariamente somiglianti agli originali, restano fedeli all'immagine ufficiale che i libri di storia ci consegnano.
Commento Finale: Il film della Chadha, presentato, fuori concorso, a Berlino, è un'opera sufficiente ma non certo esaltante. È troppo patinata e non priva di retorica. I personaggi mancano delle necessarie sfaccettature psicologiche. La violenza non viene mai messa in scena preferendo una via più sicura e convenzionale come l'utilizzo di filmati storici che, se inseriscono gli avvenimenti narrati nel preciso contesto storico, al contempo non riescono a creare il giusto coinvolgimento emotivo. È senz'altro più avvincente la ripartizione della posate o dell'enciclopedia tra personale indiano e pakistano che le drammatiche vicende della popolazione. Tuttavia film di grande interesse storico e culturale, un film riuscito e da non sottovalutare.
Consigliato: Forse un po' prevedibile (anzi, tolgo il forse), ma interessante per lo squarcio che apre su una vicenda non così nota, Il palazzo del Viceré è un buon esempio di intrattenimento che non rinuncia a un'analisi storica rispettabile. Agli amanti del genere certamente consigliato.
Voto: 6