Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/03/2019 Qui - Wendy è una bellissima ventenne anche molto intelligente che tuttavia vive in una struttura gestita da una efficiente badante, la sola in grado di darle quelle sicurezze caratteriali che la sua acuta forma di autismo le nega sin dalla nascita. Appassionata da sempre della serie fantascientifica di Star Trek, la ragazza si sta impegnando a scrivere una elaborata sceneggiatura da spedire alla Paramount Pictures a seguito di un concorso che vede un premio in palio di 100 mila dollari al primo classificato. La passione di Wendy, l'orgoglio di volersi rendere finalmente indipendente dalla sorella pur amorevole, ma distante da quando è diventata madre, la spingeranno ad un colpo di testa quando si improvviserà una viaggiatrice assieme al suo simpatico cagnetto, per cercare di far si che le oltre 400 pagine della sua elaborata sceneggiatura possano pervenire in tempo agli Studios per partecipare a quel concorso. Inizia così un vero e proprio "Road Movie", in cui Wendy, tra varie vicissitudini, arriva a destinazione e riesce a consegnare il copione. Un road movie, Tutto ciò che voglio (Please Stand By), film del 2017 diretto da Ben Lewin, che non sarà forse un viaggio interstellare galattico ma per una ragazza autistica (molto brava Dakota Fanning per la misura che dona al suo personaggio), fare le semplici cose quotidiane è una mezza impresa, figuriamoci mettersi in viaggio, un viaggio che per l'appunto sarà per lei l'occasione di vivere un'esperienza fuori dall'ordinario.
Un viaggio ove il sentimento e lo studio introspettivo e psicologico di Wendy e delle altre due tenaci donne che si mettono alla sua affannosa ricerca (alla Fanning impegnata a rendere le caratteristiche della follia contenuta e ragionata della ragazzina, con una espressività che convince, ed una partecipazione che la rende comunque credibile, si affiancano due attrici brave e già "navigate" come Toni Collette ed Alice Eve), prevalgono sulla ovvietà di alcune situazioni, e su un certo sentimento di déjà-vu che ogni tanto coglie lo spettatore. E tuttavia difficile è non tenere conto di quest'ultimi due punti (seppur non incidono sul giudizio tutto sommato positivo della gradevole operazione), perché malgrado la buona prova degli attori, malgrado la sufficiente regia (anche se è evidente la paraculaggine nel finale) Please stand by soffre di un certo buonismo di fondo, a tratti stucchevole (anche se fortunatamente vengono evitati certi inutili piagnistei). E tuttavia al contrario, anche se questi sono elementi che a mio parere non portano giovamento ad un film che vuole narrare una storia semplice e avventurosa di una ragazza problematica fuori dal suo mondo ordinario, una storia comunque autentica, rigorosa ed appassionante (almeno fino ad un certo punto, perché conoscendo poco l'autismo non è chiaro se sia davvero possibile che un ragazza in quelle condizioni possa fare quello che la pellicola fa vedere), che in ogni caso poco a poco ti prende, ti cattura e ti emoziona almeno un pochino, il film è piacevole. Perché certo, nulla di particolarmente eclatante, visti i pochi momenti "critici" e la scarsa drammaticità che coinvolgono la protagonista durante il suo percorso di "crescita", e si poteva, forse, osare qualcosa in più, anche solo per non forzare troppo certe situazioni (che avvengono ugualmente anche al di là del discorso della malattia e dei suoi limiti), ma la visione fila via liscia e non annoia, e questo può anche bastare per raggiungere la sufficienza e consigliarne una visione. Voto: 6