Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2019 Qui - Nel 1960, due diciottenni con le fidanzate quindicenni campeggiarono sulle rive del lago. Al mattino, tre di loro furono trovati trucidati con molteplici coltellate, e il superstite era in stato di shock e riportava molteplici ferite. Il caso, a distanza di oltre cinquant'anni, non è mai stato risolto, nonostante i vari sospetti, le confessioni e un processo all'unico superstite, tenutosi nel 2004. Rimane ancora oggi un caso misterioso che ha grande influenza sulla cultura finlandese e che, prima o poi, non poteva che ispirare un film horror. Bodom, film del 2016 diretto da Taneli Mustonen, film che si colloca nel filone degli horror nordici che ultimamente stanno prendendo sempre più piede nello scenario attuale, prende le mosse proprio dalla volontà di Atte (uno dei quattro ragazzi protagonisti) di ricostruire l'accaduto e comprendere cosa sia realmente successo quella notte. Per farlo, coinvolge l'amico Elias e due amiche, Ida e Nora, attratte con l'inganno di una serata da trascorrere in una casetta sul lago e con altri amici. Visitare la scena di un crimine non è però mai una buona idea. Per tre quarti d'ora sembra quindi il classico, stupido teen horror movie americano, con il consueto gruppetto di adolescenti idioti che si vanno a gettare tra le braccia del solito killer misterioso e sanguinario, per fortuna stavolta gli sceneggiatori introducono qualche variante, che mi consente di mettere da parte la rabbia che tali pellicole in genere mi fanno venire, soprattutto ultimamente. Inizia infatti come un classico slasher con la combriccola di adolescenti (due ragazzi e due ragazze) caratterizzati nel più tipico dei modi: una ragazza introversa e l'amica più espansiva, il classico ragazzo marpione e l'amico un po' Nerd.
In effetti i primi 40 minuti seguono esattamente il medesimo filone narrativo ben noto agli appassionati, con la "gita fuori porta" che si rivela dannosa, i rumori notturni e i primi omicidi, che rendono il tutto abbastanza prevedibile. Questo per quanto riguarda la prima parte, perché da metà film in poi un plot twist (ben congegnato) mischia le carte in tavola ribaltando la situazione. La pellicola, che gioca con le convenzioni in maniera anche intelligente in certi passaggi, si stacca così dalla tipica vicenda slasher e riesce a mantenere buoni livelli di tensione fino al termine, grazie anche ad una lunghezza essenziale. Non che anche così non ci sia qualche buchetto nello script, specialmente nel finale, ma non sono così macroscopici da non poter chiudere un occhio. Perché certo, alcuni di questi colpi di scena sono piuttosto prevedibili, altri addirittura forzati e non credibili, in tal senso una dose di coraggio in più lo avrebbe senza dubbio reso più accattivante elevandolo rispetto a pellicole della stessa caratura, ma gli 80 minuti scorrono senza annoiare, ed è già parecchio. Perché certo, l'atmosfera iniziale non è ricreata in maniera particolarmente funzionante, ma grazie alla mano artigiana del regista ci sono begli scorci notturni del lago che regalano una certa immedesimazione nel clima di costante pericolo. Per alcuni aspetti, quindi, Bodom è un'occasione persa. Tuttavia finché funziona, finché le dinamiche stravolgono la classicità, si può ritenere questo film riuscito. I giovani protagonisti mi risultano del tutto sconosciuti, ma anche piuttosto efficaci alla causa del film. Non male anche la colonna sonora, inquietante quanto basta. In definitiva una pellicola guardabile, da 6 in pagella, ma allo stesso tempo dimenticabile e poco originale. Vale una visione per i soli irriducibili del genere. Voto: 6