domenica 16 giugno 2019

Noi Siamo Tutto (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/03/2019 Qui - Maddy (Amandla Stenberg) è una ragazza diciassettenne affetta da una grave forma di immunodeficienza e costretta a vivere reclusa in casa, senza contatti relazionali al di fuori della mamma medico e di un'infermiera amica con figlia al seguito. L'arrivo di una nuova famiglia nel vicinato, nella persona del giovane Olly (Nick Robinson), le farà scoprire l'amore e l'urgenza di viverlo indipendentemente dalla malattia. Sulla scia letterario-cinematografica del filone "Sick-Lit", che ha già regalato Colpa delle stelle, ed ora Noi Siamo Tutto, un film (del 2017) che si inserisce nella fascia delle storie dedicate agli young adult, ma che spesso coinvolgono e appassionano sia i giovanissimi sia fasce di età più mature, la regista Stella Meghie attinge dall'omonimo romanzo di Nicola Yoon per rinnovare l'incanto dell'amore che va oltre l'ostacolo della malattia. Impresa che non le riesce del tutto, nonostante le premesse accattivanti, nonostante Everything, Everything (da titolo internazionale) riesca ugualmente nell'intento, facendoci immedesimare nella vita di Maddy, dandoci il suo punto di vista e facendoci scoprire il suo coraggio, un coraggio che l'ha accompagnata nei suoi diciotto anni di vita e malattia e che ora le permetterà di rischiare tutto per amore di Olly, ma forse soprattutto per amore di se stessa. Questo anche grazie alla bravura della giovane interprete che riesce a regalare al suo personaggio la giusta quantità di grazia, cupezza e leggerezza. Una prova, la sua, buona anche se non eccellente, così come quella del suo giovane collega. Entrambi però riescono a rendere abbastanza credibili i loro personaggi e riescono a far in modo che ci sia una certa empatia.
Il film ha inoltre alcuni pregi, su tutti la bellezza dei due protagonisti opposti cromaticamente (lei, nera, vestita con colori pastello e lui, bianco pallido, vestito di nero), poi le scelte scenografiche (dalla casa asettica e creativa alle mitiche Hawaii), nonché i dialoghi a distanza tra i due innamorati trasportati dal cellulare in un mondo surreale (con il valore aggiunto e non meglio definito di un silenzioso astronauta che verosimilmente sta a dire come Maddy si senta di fronte al mondo), ma il resto lascia un po' a desiderare. Perché certo, la pellicola, a parte alcuni momenti decisamente lenti, ma indispensabili per capire la realtà dell'esistenza della giovane protagonista, scorre abbastanza velocemente, diventando in certi momenti addirittura frettolosa, dando quasi la sensazione di voler chiudere la vicenda in fretta, ma il problema è che non viene approfondito nessuno degli altri personaggi, che sono solo leggermente abbozzati. Niente infatti viene approfondito (nemmeno nel finale) quel tanto che sarebbe bastato per toccare le corde dell'anima e farle vibrare di emozione e commozione. Tutto è lasciato in superficie e affidato solo alle premesse. Altra pecca è una sceneggiatura un poco prevedibile, con un lieto fine quasi scontato, anche se meno scontato è il modo in cui ci si arriva (ma un pizzico di coraggio in più, nel cambiare qualcosa, non avrebbe certamente guastato). Tuttavia a parte questi difetti la pellicola (che ovviamente fa riflettere, sia sulla condizione che il modo di vivere, e quindi sulle scelte giuste o meno della protagonista) rimane comunque godibile, grazie anche alla mano della regista che ha avuto sicuramente il pregio di non voler eccedere in pietismi. Il tutto supportato, da quello già accennato, ma anche da una bella fotografia e una colonna sonora mai eccessivamente invadente. Infatti in definitiva, anche se bastava qualche attenzione in più per rendere buono un film che alla fine forse risulta ben fatto ma un po' deludente, è questo un film più che sufficiente, sicuramente riuscito e bello (interessanti le citazioni dirette o indirette ad Il piccolo principe), una buona trasposizione cinematografica di un romanzo che è divenuto ben presto un best-seller mondiale. Voto: 6,5