martedì 16 luglio 2019

Insyriated (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2019 Qui
Tema e genere: Dramma bellico che racconta il sanguinoso conflitto siriano.
Trama: Una giornata di ordinario pericolo e terrore per una famiglia barricata in casa, nella Siria di oggi.
Recensione: È un film decisamente claustrofobico e di alta intensità quello che realizza il regista belga Philippe Van Leeuw (alla sua opera seconda), praticamente ambientato solo in un appartamento e con una sola scena girata in un cortile (per ovvie ragioni il film non è stato girato a Damasco ma in altre sedi, Belgio, Francia e Libano, come da produzione). Il regista ci descrive le sorti di una famiglia borghese di quella che era la Siria, con tanto di domestica a servizio, che però non è stata risparmiata dalla furia della guerra. Il regista non ci mostra fisicamente i combattimenti, ma ce li fa sentire e vivere con gli spari e le esplosioni improvvise che creano terrore e panico e spingono la famiglia a cercare riparo nelle stanze lontano dalle finestre o sotto il tavolo. Tutto ruota attorno alla figura femminile di Oum Yazan (l'attrice palestinese Hiam Abbas, utilizzata spesso dal cinema europeo e americano) che, in modo molto militare, cerca di proteggere il suo territorio da ogni possibile pericolo. Non mancano le difficoltà nel vivere in questo modo, con poca corrente, senza acqua e con l'impossibilità di uscire all'esterno se non si vuole essere ammazzati dai cecchini. Quello che conta è rimanere uniti, e svolgere i compiti che si conoscono a memoria. C'è sconcerto nei volti dei bambini, e al figlio più piccolo terrorizzato Oum Yazan la donna promette che la guerra finirà presto (un gesto d'amore che, però, è anche una bugia, e lo spettatore lo sa). E non basta barricarsi dentro, perché la milizia nemica riesce comunque a entrare e a commettere una doppia violenza: nei confronti dell'appartamento stesso e nei confronti di uno dei personaggi che non farà in tempo a nascondersi (una delle scene più forti e drammatiche di tutto il film). Non c'è un vero attimo di pace. Neanche la telefonata del marito alla moglie riesce a dare sollievo, perché la linea cade subito. Intanto arriva la sera, un altro giorno di ordinaria sopravvivenza è passato. Ma il domani non riserverà niente di buono e lo sguardo finale del vecchio nonno (pieno di nostalgia, malinconia e impotenza) ci fa sentire totalmente sconfitti.
RegiaPhilippe Van Leeuw costruisce un classico Kammerspiel, un dramma da camera intimo e sofferto, costringendo un gruppo eterogeneo di persone a una forzata forma di convivenza. I non detti, i silenzi, ansie e angosce che divorano gli esseri umani fino a consumarne l'anima sono l'oggetto dell'attenzione del regista, il suo modo di denunciare gli orrori che si continuano a perpetuare tra fratelli in tutto il mondo. Ma, nonostante le premesse nobili e gli intenti sociali impegnati, rischia spesso di appesantire troppo lo spettatore. Bene ma non benissimo.
Sceneggiatura: Misteri, drammi, tragedie insostenibili e piccoli momenti di intimità si rincorrono incessantemente tra le quattro pareti del film, un film che è quanto di più vicino a un reportage teatrale, cerca di raccontare un conflitto senza indugiare negli orrori perpetuati, ma basandosi semplicemente su dialoghi e interazioni, ci riesce, ma per quanto regista sia esperto e abile e gli interpreti convincenti quanto intensi, il film risulta "sovraccarico d'emotività".
Aspetto tecnico: Da segnalare c'è soprattutto il sonoro, in grado di creare la giusta tensione.
Cast: Nota di merito per Hiam Abbas e per l'emergente Diamand Bou Abboud, vista di recente ne L'insulto.
Commento FinaleInsyriated non mi è dispiaciuto: il terrore esterno, imprevisto e onnipresente, le dinamiche all'interno della casa-prigione, la macchina da presa come coinquilino che segue le vicende da vicino, vicinissimo, piccoli momenti di tenerezza e divertimento, segreti e amori fuori luogo. Bella la sequenza iniziale, ad alto impatto, fa molto male invece un'altra forte sequenza. Sì, è un buon film teso e drammatico, ma mi aspettavo anche di più da quest'opera interessante, un'opera di grande tensione civile, che propone un dilemma etico, risolto dalla due protagoniste in maniera opposta.
Consigliato: Il regista, raccontando bene e facendoci partecipi del dramma vissuto in prima persona dai protagonisti, riesce a trasmettere quel senso di impotenza e di frustrazione che è solito in temi del genere. Per questo, e vista la buona prova del cast, mi sento di consigliare la visione di questo film, anche a discapito di un finale che non c'è, o forse non può essere raccontato.
Voto: 6