venerdì 19 luglio 2019

Ready Player One (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/07/2019 Qui
Tema e genere: Film di fantascienza distopico diretto da Steven Spielberg, adattamento cinematografico del romanzo omonimo del 2010 scritto da Ernest Cline.
Trama: In un futuro prossimo, un giovane emarginato di nome Wade Watts fugge dalla sue fatiche quotidiane accedendo a un gioco per computer chiamato Oasis. Morendo, il fondatore milionario del gioco lascia la sua fortuna come premio di una caccia al tesoro all'interno dell'Oasis. Watts prende parte così alla competizione dove si ritroverà a doversi confrontare (realmente e virtualmente) con nemici disposti a tutto pur di mettere le mani sulla fortuna.
Recensione: Avete mai sognato di salire sulla DeLorean di Ritorno al futuro, sfidare la Batmobile, il GMC dell'A-Team, fare a sportellate con Christine, la macchina infernale, sfrecciare davanti alle autovetture di "Speed Racer" e "Mad Max", mentre si è inseguiti dal T-Rex e da King Kong? In Oasis tutto è possibile. L'ultima fatica del papà di E.T. Steven Spielberg è l'adattamento cinematografico di un famoso romanzo di Ernest Cline. L'eterno Willy Wonka della pellicola made in U.S.A. ci regala un meraviglioso, immenso omaggio alla Cultura Pop che egli stesso ha contribuito a creare. Gli anni '80, i videogiochi, gli anime giapponesi, i manga, i fumetti Marvel e DC, i robottoni, i giochi di ruolo, il cinema cult e i sottogeneri sci-fi, la fantascienza, il fantasy, gli horror, i telefilm…tutto questo e molto altro ancora, dà vita a Ready Player One. Non una semplice operazione di nostalgia però, non è soltanto una caccia all'easter egg (come si chiamano in gergo tutte quelle piccole sorprese che spesso vengono disseminati in film e videogiochi), ogni elemento estraneo è infatti inserito con estrema cognizione di causa e mai lasciato al caso, per tutti e 140 i minuti del film, questo è un film vero e proprio, con una trama appassionante, sequenze esaltanti e dei personaggi che catturano sin da subito l'attenzione dello spettatore. Un film che parte con un piccolo spiegone (è anche giusto così), ma non abbiate paura, sono pochi minuti di intrattenimento prima del tripudio di luci e colori. Parte infatti Jump dei Van Halen e si dissipano i dubbi, si sta per assistere a qualcosa di epico. Si intuisce difatti subito quanto Ready Player One metterà alla prova i nostri battiti cardiaci e la nostra capacità di resistere alla potenza di uno tsunami di citazioni e riferimenti che spaziano dagli anni '70 ai '90 con un battito di ciglia o giusto il tempo di caricare un "hadoken". In tal senso Ready Player One, film diretto dal maestro Steven Spielberg, è un'opera che rappresenta nel miglior modo possibile il concetto di intrattenimento nel mondo del cinema. Il cineasta americano confeziona infatti un prodotto il cui unico scopo è far divertire lo spettatore attraverso un vero e proprio inno al citazionismo di tutto quello che era svago e divertimento nei mitici anni '80 e '90. L'opera è costruita senza critica a chi vede in Oasis l'unico modo in cui stare bene, non c'è giudizio nei confronti di chi ritiene che quello che succede nella realtà virtuale sia più importante di quello che accade nella vita reale. Anzi, la struttura narrativa è creata per comprendere questi bisogni di evasione, di leggerezza e di magia, a volte soffocati da una vita troppo dura e frenetica per permetterci di essere veramente liberi e felici (c'è infatti un umana comprensione per chi evade da una realtà priva di speranze, dove sognare è impossibile). L'impianto cinematografico è costruito per far godere lo spettatore. I protagonisti principali sono gli effetti visivi, affascinanti e suggestivi, che lasciano il pubblico in più di un'occasione con il fiato sospeso. Regia e montaggio lavorano di supporto e sono costruiti per regalare un ritmo sempre incalzante e coinvolgente: tutta la sequenza costruita nell'albergo di Shining è veramente interessante. Spielberg mantiene il lavoro su livelli costanti ed il film non subisce mai momenti di stanca, nonostante la sua importante durata (sono circa 140 minuti di proiezione). Ovviamente qualche difetto il film ce l'ha ed i principali stanno tutti nella sceneggiatura, che, forse per lasciare completamente spazio allo svago ed all'intrattenimento, tende ad essere un po' superficiale, senza approfondire mai nemmeno uno dei temi che tocca di volta in volta. Probabilmente però la scelta di creare un film che altro non è che un mega contenitore di immagini, il cui scopo è quello di affascinare lo spettatore, richiedeva questo tipo di approccio e sinceramente a chi scrive la cosa non è dispiaciuta per niente.

Regia: Avere settant'anni e non sentirli: una descrizione che forse merita solo lui, Steven Spielberg, capace di regalare a 70 anni un film action e avventuroso di una freschezza e una godibilità che due ore e venti trascorrono in un battito di ciglia. Non è un eterno ragazzo Spielberg, è una figura molto più complessa e con una conoscenza dei registri cinematografici immensa, capace di convincere con un film tradizionale e politico come The Post e stupire poco tempo dopo con Ready Player One, un lungometraggio che esplora la frontiera delle possibilità virtuali e reali del cinema fatto con green screen ed effetti speciali. Assistito da una sceneggiatura con la voglia di ridistribuire più equamente meriti e colpe tra co-protagonisti finalmente tali e non e meramente propedeutici al protagonista, Spielberg porta a casa un film non esente da difetti, ma comunque migliore della più rosea delle previsioni per un adattamento tecnicamente così impegnativo. Steven Spielberg è quindi ancora una volta riuscito a girare un film di stampo fantastico e avventuroso, fresco e contemporaneo, senza essere retorico o infantile. Un film che ci ricorda che è lui ancora il migliore (e forse l'unico) regista a poter girare un film d'avventura e azione nella cornice degli anni '80 senza affogare nella nostalgia.
Sceneggiatura: La trama è un po' prevedibile (ma era ovvio), però davvero divertente ed appassionante. Una trama che, anche per chi non ha letto il libro ed è all'oscuro di tutte queste dinamiche, è in grado tuttavia di catturare l'attenzione e cercare insieme ai protagonisti di individuare le possibili chiavi per proseguire nel film, e nel gioco. Proprio questa linearità è un concetto che paradossalmente si sposa benissimo con l'enciclopedica eterogeneità dell'opera e del suo flusso, poiché non appesantisce ulteriormente la narrazione, facendo in modo che lo spettatore possa anche (e soprattutto) concentrarsi sul bellissimo mondo di OASIS senza perdere alcun tassello. Un rischio scongiurato da subito perché Spielberg è un maestro troppo bravo e navigato per permettere a "inside joke" e fattori esterni di inficiare lo scorrere del suo plot, al massimo si concede un po' di autoreferenzialità, ma va bene ugualmente. Perché uno degli aspetti esteticamente più affascinanti è proprio il modo in cui il regista sa spaziare tra la realtà terrena di Columbus, tra carcasse di macchine, su cui si innalzano moderne favelas a simboleggiare un degrado post-apocalittico e quella fuga dal mondo rappresentata dall'OASIS, dove fango e ferraglia vengono sostituiti da una palette di colori disarmante e da un trionfo di CGI. Il passaggio è notevole quanto accomodante per i nostri occhi, mai estraniante, dimostrandoci per l'ennesima volta come Spielberg sappia render semplici anche le imprese più ardue.
Aspetto tecnico: Da Jump dei Van Halen ai Bee Gees, Prince, Blondie, George Michael, Tears for Fears, Bruce Springsteen, Depeche Mode, A-hA, Duran Duran, Billy Idol, Cyndi Lauper, Run DMC, Daryl Hall & John Oates e Joan Jett & The Blackhearts, passando per temi musicali tratti da Star Wars, Conan Il Barbaro e Ladyhawke, Ready Player One esalta nostalgicamente la cultura pop anni '80 attraverso una colonna sonora da urlo, che accompagna romanticamente infinite citazioni dei cult della storia dell'intrattenimento. Sugli strabilianti ed efficacissimi effetti speciali niente da dire, semplicemente pazzeschi. Tanto che si fa fatica a credere che non siano riusciti ad aggiudicarsi (al pari di quelli di Avengers: Infinity War) l'Oscar.
Cast: Con tanti e tali effetti speciali, si potrebbe pensare ad una componente attoriale sacrificata. Invece il film vanta un Tye Sheridan convincente e abile a rimanere sotto le righe quando serve, un Ben Mendelsohn che, chiamato ancora una volta a fare il villain, crea ancora una volta qualcosa di diverso da ciò che abbiamo visto in Rogue One o Il cavaliere oscuro - Il ritorno. Mark Rylance si conferma attore camaleontico, gli altri giovani (in alcuni casi giovanissimi, tra questi la dolce Olivia Cooke) interpreti degni eredi dei teen idols che i nati negli anni '70 e '80 ancora oggi ricordano con affetto.
Commento Finale: Con una colonna sonora di Alan Silvestri di grande qualità (e musiche fantastiche), basato su una sceneggiatura che riesce nonostante tutto a sfuggire ai luoghi comuni ed un montaggio fantastico, Ready Player One si candida ad essere uno dei film più importanti del nuovo millennio, uno dei migliori di Spielberg e qualcosa che non potete e non dovete perdervi. Un viaggio divertentissimo, completo, fantastico, accessibile e mai banale. Chiaramente, non siamo davanti ad un film perfetto e qualche piccolo inciampo narrativo emerge se guardiamo al ritmo con cui si susseguono gli accadimenti. Si tratta tuttavia di piccolezze davvero di poco conto a confronto del prodotto cui il buon Steven (che si conferma quindi ancora oggi il più originale cantastorie dal buon cuore di Hollywood: a 72 anni suonati è ancora capace di insegnare, fare e rivoluzionare il cinema) ha lavorato per quasi tre anni. Un prodotto e un racconto dolcemente frenetico che non risparmia però gli insegnamenti sulla comunicazione, sulle difficoltà di interagire nel mondo reale rispetto alla semplicità di vivere in un OASIS qualunque, ma su quanto poi la realtà sia sempre e comunque la vita quotidiana e la nostra essenza in carne ed ossa. In un periodo in cui c'è chi accusa il videogame di essere uno strumento sbagliato, Spielberg lo esalta all'ennesima potenza, dimostrandosi come il Nerd numero 1 al mondo pur tenendoci a sottolineare l'importanza di tenere sempre saldamente i piedi per terra. Questa in fondo è l'anima ambivalente del suo Ready Player One.
Consigliato: Lo ameranno gli amanti del libro, pur se inevitabilmente non ritroveranno l'adesione completa, lo ameranno i giovani, per il modo visivamente eccitante in cui è girato, lo ameranno i "vecchi", per quel carico di nostalgia che Spielberg lancia continuamente nella narrazione, quasi senza sosta. Lo ameranno, infine, anche i puristi della tecnica, perché pure sotto questo aspetto è un film che fa scuola. In definitiva, Ready Player One è il modo più spettacolare ed acuto di utilizzare gli effetti speciali moderni, e il manico non poteva che stare tra le mani di Spielberg. Consigliatissimo!
Voto: 8