giovedì 11 luglio 2019

Radius (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/04/2019 Qui - Radius (Fantascienza, Canada, 2017): Thriller fantascientifico canadese a basso budget (con pochi ma dignitosi effetti speciali, anche se c'è a malapena da parlare di veri effetti speciali..) dotato di un'idea di partenza decisamente intrigante: Liam si ritrova privo di memoria a bordo strada dopo un incidente stradale, da quel momento in poi ogni persona o animale che gli si avvicina muore. Dapprima l'uomo pensa ad un virus, poi comprende che è lui stesso a risultare letale per ogni essere vivente. Parte così una ricostruzione in flashback, nel tentativo di capire scavando a ritroso prima dello schianto, mentre il cerchio si stringe sempre più con la polizia sulle tracce del nostro protagonista. Peccato che, nonostante una idea così brillante e una sceneggiatura davvero avvincente, anche se non assolutamente perfetta, alcune piccole forzature ci sono in ogni caso, tutto il resto lascia un po' a desiderare. Certo, la curiosità di capire cosa sta succedendo e quale sorte attende i due protagonisti tiene vivo l'interesse dello spettatore, però in questo film di fantascienza diretto da Caroline Labrèche e Steeve Léonard, film per metà sci-fi e per metà action-drama, manca decisamente qualcosa. Perché il film, che è come un puzzle, basata su sorprese, e costruita attorno a tutta una serie di rivelazioni che vengono distribuite lentamente durante il film, tutto per mantenere il racconto, per quanto si possa, maggiormente interessante e dinamico, ha molti punti ciechi, sembra a volte non avere appigli di nessun genere (va insomma alla cieca). Ti incuriosisce il fenomeno e vuoi capirne di più. Metodi e spiegazioni vengono centellinati, ma alla fine si rimane un po' delusi dal non arrivare mai alla conoscenza perfetta della cosa (del "potere"). D'altro canto il viaggio dei due è carino e la trama non è banale. Ci sono anche un paio di colpi di scena niente male e inattesi che pongono lo spettatore di fronte a diversi dubbi su come loro si comporterebbero in una situazione tanto difficile e incresciosa. In questa interpretazione del film, però, il finale è una specie di cazzata che lascia abbastanza insoddisfatti. Giacché alcune delle rivelazioni finali sembrano fin troppo melodrammatiche, ma il problema maggiore è che non vengono chiarite, non hanno abbastanza profondità da poter attecchire nella mente di chi guarda, risultando solo affrettate, brusche, senza tempo per riflettere. Purtroppo Radius compie l'errore di sollevare molte domande, senza però avere modo e tempo di trovare o far scovare allo spettatore le risposte. E tuttavia resta un lavoro piacevole, soprattutto denota scaltrezza nell'evitare i momenti di impasse che di tanto in tanto fanno capolino. Diego Klattenhoff (The Blacklist) è Liam, non mi è dispiaciuto, anche se, da un certo punto in poi, è anche troppo poco emotivo. Charlotte Sullivan (Rookie Blue) è Jane, nel ricoprire comunque il ruolo di bella del film degnamente non è male, forse anche meglio del suo comprimario. Musicalmente così così, il doppiaggio non è granché (in certi momenti sembra di vedere un telefilm), né particolarmente interessanti sono le ambientazioni, tristi campagne e piccoli centri urbani, ma comunque il film si può vedere, anche se alla fine si rimane con un senso di insoddisfazione, perché la buona idea di partenza in verità poteva essere sfruttata meglio, e forse sì, ci saremmo trovati ad un piccolo gioiellino che purtroppo non è, eppure non bastava tanto, solo un po' di qualità. Voto: 5,5