Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/07/2019 Qui
Tema e genere: Atipico film biografico che segue la storia di Dick Cheney, interpretato da Christian Bale, dalla sua ascesa politica fino al ruolo di vicepresidente degli Stati Uniti d'America.
Tema e genere: Atipico film biografico che segue la storia di Dick Cheney, interpretato da Christian Bale, dalla sua ascesa politica fino al ruolo di vicepresidente degli Stati Uniti d'America.
Trama: La vera storia di Dick Cheney, il vice-presidente più potente della storia americana, considerato da molti il "vero numero uno" della Casa Bianca durante l'amministrazione di George W. Bush, e di come le sue politiche abbiano cambiato il mondo.
Recensione: Narrato a volte in prima persona rivolgendosi direttamente al pubblico (un espediente già efficacemente usato dal regista nel suo film precedente), a volte da un uomo il cui ruolo si scoprirà solo alla fine con un bel colpo di scena, Vice - L'uomo nell'ombra, che segna il ritorno del regista Adam McKay dopo aver colpito pubblico e l'Academy con La grande scommessa, che tratta di un racconto di una parte della storia recente degli Stati Uniti, ma non c'entra la crisi economica, il film è infatti incentrato sulla figura di Dick Cheney, che nell'amministrazione di George W. Bush è diventato il vicepresidente più potente di sempre, è la storia (si potrebbe così dire) di una vocazione, una chiamata al potere, che Cheney sente fin da giovane e che trova la sua sponda e il suo sostegno in una moglie che da subito lo indirizza e lo sprona. Tanto Cheney è devoto alla famiglia e affettuoso con le figlie, tanto è spregiudicato nel suo comportamento pubblico: intrighi, scandali, gioco sporco, scelte che favoriscono smaccatamente i ricchi e potenti, le deportazioni e torture indiscriminate dopo la tragedia dell'11 settembre, tutto, dal bombardamento della Cambogia alla dichiarazione di guerra all'Iraq, nonostante sapesse benissimo della inesistenza delle famose armi di distruzione di massa. La tesi del regista premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale nel 2016 per quel originalissimo ed interessante film che è La grande scommessa, è che l'America sia governata da dinastie, le scelte politiche dagli anni '60 in poi sono state affidate a un ristrettissimo gruppo di persone. Un altro paese sarebbe stato possibile, suggerisce il regista quando a metà del film fa partire i titoli di coda, come se Cheney fosse stato sconfitto, ma non è stato così. La vicenda raccontata da Vice - L'uomo nell'ombra è quindi una pagina importantissima della storia recente non solo degli Stati Uniti, ma del mondo intero. L'influenza di Dick Cheney sulle vicende del primo decennio del XXI secolo è stato fortissima, in particolare per quanto riguarda l'entrata in guerra contro l'Iraq. Tra i momenti più terrificanti per la loro fredda lucidità ci sono sicuramente i focus group utilizzati per decidere la terminologia da usare per spostare l'opinione pubblica. Adam McKay insomma non risparmia nessun colpo a Cheney, ma neanche a tutti gli altri, non la classe dirigente, i ricchi, i militari, ma nemmeno la gente comune, esemplare la scena di un focus group nel quale, dopo un'accesa discussione, un liberal e un conservatore vengono alle mani sulle sorti del paese, mentre una donna è interessata solo a cosa danno al cinema, come dire, anche in America ognuno ha i governanti che si merita. La sua figura è però quella più pressata, attaccata infatti da ogni fronte, mostrandone i lati più viscidi e oscuri, creando il ritratto di un uomo davvero senza scrupoli, pronto davvero a tutto per ottenere il potere. Dall'altra parte George W. Bush, apparentemente un completo inetto, che viene facilmente raggirato dalle parole di Cheney. Una rappresentazione non certo imparziale, ma è chiaro che non sia mai stato questo l'obiettivo di McKay. Alla storia meramente politica si intreccia anche ben altro, ovvero la particolare storia d'amore tra l'inconcludente e insicuro Dick e la bella e carismatica Lynne, che poi si evolve nell'amore incondizionato verso le figlie, oltre a piccole sotto-trame di spionaggio. Perché, se il Dick Cheney politico è spietato e cinico, l'uomo sa essere un padre protettivo e amorevole, che rinuncia a correre per le presidenziali per evitare stravolgimenti nella vita della figlia minore (mi fermo qui per evitare spoiler).
Insomma niente di così originale parrebbe il tutto, ma rispetto a tanti altri biopic, questo film presenta un passo molto particolare. Il ritmo della pellicola è infatti incostante, con accelerate e frenate brusche, con un narratore che compare e scompare e diversi cambi di tono. Un approccio originale, simile nello spirito a quello de La grande scommessa, che aveva conquistato il pubblico con i suoi "inserti didattici". In questo caso purtroppo tutto funziona meno fluidamente rispetto al film precedente e Vice - L'uomo nell'ombra procede in maniera forse un po' più confusa. Non aiuta sicuramente la distanza culturale, che rende il film più difficile da comprendere a pieno per chi non conosce la storia e i meccanismi della politica a stelle e strisce. Non è comunque una difficoltà insormontabile e resta una pellicola accessibile anche al grande pubblico, compreso quello italiano. Anche perché la pellicola funziona e maledettamente bene per tutti. A renderlo godibile anche un'ottima gestione del lato comico del film. Vice - L'uomo nell'ombra riesce a fare davvero ridere lo spettatore, anche quando le vicende a schermo sono davvero terrificanti. Un ottimo bilanciamento del tono, che rende unica questa pellicola. Tra i punti di forza del film c'è ovviamente l'interpretazione del protagonista Christian Bale. L'attore, premiato con un Golden Globe per la sua performance, scompare letteralmente nella parte convincendo a pieno lo spettatore. Per somigliare il più possibile a Cheney, è ingrassato di quasi venti chili ed è l'ennesimo ruolo in carriera in cui è riuscito a cambiare completamente il proprio peso corporeo (dai magrissimi personaggi de L'uomo senza sonno e The Fighter a quello a dir poco grassoccio American Hustle). Molto solido anche il cast secondario, in particolare Amy Adams, Steve Carell e Sam Rockwell, interpreti rispettivamente di Lynne Cheney, Donald Rumsfeld e George W. Bush. Vice - L'uomo nell'ombra è un film che, seppure con qualche difetto, è capace di coinvolgere e divertire. A prescindere dal suo valore artistico, è una pellicola che, sebbene di parte, merita la visione per scoprire di più su una figura che dall'ombra ha cambiato il mondo.
Insomma niente di così originale parrebbe il tutto, ma rispetto a tanti altri biopic, questo film presenta un passo molto particolare. Il ritmo della pellicola è infatti incostante, con accelerate e frenate brusche, con un narratore che compare e scompare e diversi cambi di tono. Un approccio originale, simile nello spirito a quello de La grande scommessa, che aveva conquistato il pubblico con i suoi "inserti didattici". In questo caso purtroppo tutto funziona meno fluidamente rispetto al film precedente e Vice - L'uomo nell'ombra procede in maniera forse un po' più confusa. Non aiuta sicuramente la distanza culturale, che rende il film più difficile da comprendere a pieno per chi non conosce la storia e i meccanismi della politica a stelle e strisce. Non è comunque una difficoltà insormontabile e resta una pellicola accessibile anche al grande pubblico, compreso quello italiano. Anche perché la pellicola funziona e maledettamente bene per tutti. A renderlo godibile anche un'ottima gestione del lato comico del film. Vice - L'uomo nell'ombra riesce a fare davvero ridere lo spettatore, anche quando le vicende a schermo sono davvero terrificanti. Un ottimo bilanciamento del tono, che rende unica questa pellicola. Tra i punti di forza del film c'è ovviamente l'interpretazione del protagonista Christian Bale. L'attore, premiato con un Golden Globe per la sua performance, scompare letteralmente nella parte convincendo a pieno lo spettatore. Per somigliare il più possibile a Cheney, è ingrassato di quasi venti chili ed è l'ennesimo ruolo in carriera in cui è riuscito a cambiare completamente il proprio peso corporeo (dai magrissimi personaggi de L'uomo senza sonno e The Fighter a quello a dir poco grassoccio American Hustle). Molto solido anche il cast secondario, in particolare Amy Adams, Steve Carell e Sam Rockwell, interpreti rispettivamente di Lynne Cheney, Donald Rumsfeld e George W. Bush. Vice - L'uomo nell'ombra è un film che, seppure con qualche difetto, è capace di coinvolgere e divertire. A prescindere dal suo valore artistico, è una pellicola che, sebbene di parte, merita la visione per scoprire di più su una figura che dall'ombra ha cambiato il mondo.
Regia: La domanda che ci si potrebbe porre prima di vedere il film è: come rendere un personaggio grigio e burocratico come Cheney qualcosa di interessante per il cinema? Per avere risposte in tal senso, si prega di rivolgersi ad Adam McKay, il quale riesce pienamente nell'impresa. Il film mantiene infatti avvinti per tutta la sua (lunga) durata, pur volendo spiegare per filo e per segno molti passaggi tecnici all'interno della storia. Tra piccoli espedienti, colpi di scena e dialoghi ispirati, insomma, è piuttosto difficile annoiarsi durante la visione. E questo è senza dubbio merito del regista, che viene tuttavia dalla mia personale delusione di Succession (serie da lui prodotta), e della sua genialità. Tocchi di genio: i titoli di coda fasulli a metà, l'atroce accostamento di due piedi che battono per terra, l'espianto del cuore avvizzito.
Sceneggiatura: Un montaggio decisamente originale, simile a quello utilizzato dallo stesso regista in La grande scommessa, e una narrazione sbarazzina rendono Vice un biopic decisamente godibile e scorrevole, per quanto didascalico, come è da prassi per film del genere. La storia procede infatti molto fluida e veloce, senza annoiare, nonostante spesso si entri in complicati tecnicismi, spiegati comunque in maniera esauriente. L'indagine condotta nel film è approfondita e coerente, fortunatamente priva di facili contaminazioni politiche. Come specificato in una divertente scena post-credit, infatti, i fatti narrati sono veri e documentati, a scanso di equivoci.
Aspetto tecnico: Una nota merito va senza dubbio, e soprattutto, allo straordinario lavoro del truccatore Greg Cannom (vincitore già di tre premi Oscar per Dracula di Bram Stocker, Mrs. Doubtfire e Il curioso caso di Benjamin Button, ne è arrivato anche un altro, il quarto, proprio quest'anno con questo film), che ha completato il processo di trasformazione soprattutto del protagonista Christian Bale nella figura controversa, discussa e visceralmente americana di Dick Cheney. Niente di eccezionale invece tutto il resto.
Cast: Christian Bale è protagonista dell'ennesima trasfigurazione fisica (in taluni frangenti, assomiglia pericolosamente a Chevy Chase), in una prova di straordinario istrionismo e abnegazione, Amy Adams ha il temperamento da prima della classe, Steve Carell e Sam Rockwell sono grandiosamente carismatici, mentre le retrovie sono ringalluzzite dal talento di Bill Camp, Justin Kirk, Eddie Marsan, Alison Pill e tanti altri ancora (Bill Pullman, Cailee Spaeny, Jesse Plemons e Lily Rabe), ognuno prodigo a collaborare, posizionando un singolo mattoncino per accrescere il totale.
Commento Finale: Tre anni dopo La grande scommessa, Adam McKay torna a parlare della recente storia americana, ispirandosi non più soltanto a una storia vera, ma alla biografia di una delle figure più influenti della politica a stelle e strisce, sia degli ultimi decenni del ventesimo secolo, sia degli anni all'inizio del ventunesimo. Un "uomo nell'ombra" (come sottolinea il sottotitolo dato al film dalla distribuzione italiana), su cui il regista e sceneggiatore cerca di far luce. La sua è una vicenda a dir poco anticonvenzionale e McKay la mette in scena in maniera altrettanto originale: Vice - L'uomo nell'ombra è infatti un lungometraggio sovrabbondante di simbolismi, registri narrativi, giochi linguistici (addirittura un "finto finale" a metà pellicola) e visivi di vario genere. Il tutto accompagnato da una voce narrante che aiuta a entrare nella psicologia del personaggio, ma che può anche infastidire per essere tanto invasiva. Ma sono numerose le scelte registicamente forti, efficaci nello spiazzare e affascinare, all'interno di un film che può suscitare reazioni contrastanti durante la visione ma che ha il grande merito di non risultare mai indifferente. Anzi, è un'operazione che fa pensare, capace di scuotere in diversi momenti e di offrire una panoramica non banale su circa quarant'anni di storia politica statunitense. Valore aggiunto assoluto è Christian Bale, che offre una performance eccellente, anche per l'incredibile somiglianza con la figura che è andato a interpretare. Notevole anche il lavoro del resto del cast, in un film in cui quasi tutti gli attori principali hanno avuto ruoli tutt'altro che semplici da interpretare. Un film non perfetto, forse non meritevole del premio Oscar come miglior film, ma riuscito e di qualità.
Consigliato: Vice - L'uomo nell'ombra è un biopic estremamente originale ed avvincente, che mantiene incollati allo schermo grazie anche ad un pizzico di triste ironia. Da vedere.
Voto: 7
Nessun commento:
Posta un commento