mercoledì 28 agosto 2019

Jane Fonda in Five Acts (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2019 Qui
Tema e genere: Documentario HBO, presentato durante il Sundance Film Festival e Cannes 2018, sull'attrice due volte premio Oscar (Una squillo per l'ispettore Klute e Tornando a casa) e Leone d'oro alla carriera 2017.
Trama: La regista Susan Lacy ricostruisce la vita e il lavoro di una vera icona americana, che ha sempre rifiutato ogni etichetta e si è dimostrata avanti con i tempi: Jane Fonda. Tutto questo tramite appunto questo documentario che, suddiviso in cinque atti, cinque momenti o sarebbe meglio dire cinque personaggi (in ultimo Lei), racconta come quest'ultimi abbiano contraddistinto e segnato profondamente la vita dell'attrice premio Oscar.
RecensioneJane Fonda è stata sia la ragazza della porta accanto che un seducente oggetto del desiderio: è stata attrice ma anche regina del fitness, oltre che attivista politica. La sua carriera è stata costellata di successi ma in questo documentario racconta anche i suoi dolori privati: dalla sofferenza per il suicidio della madre ai tre matrimoni passando per i disturbi alimentari che l'hanno accompagnata per 30 anni. L'elemento che fa del lavoro di Susan Lacy una miniera preziosa di informazioni e una straordinaria occasione per riflettere sul nostro passato più o meno recente è costituita dal fatto che siamo di fronte a una biografia autorizzata. È infatti l'attrice in persona che ci guida attraverso le tappe della sua vita che sono segnate dagli uomini con cui si è relazionata e nei confronti dei quali ha comunque sempre vissuto un bisogno di compiacere che l'ha spinta ad occultare, in misura più o meno ampia, il proprio vero sentire. Mentre ripercorriamo la sua carriera e le lotte che ha combattuto in difesa dei diritti civili e, in primis, contro la guerra nel Vietnam il leit motiv ritornante è quello che vede tutta la sua esistenza segnata dal difficile rapporto con suo padre Henry e con il conseguente senso di inadeguatezza che l'ha portata anche a pensare di essere corresponsabile del suicidio materno. Da questo al pensare di non essere stata una buona madre per i due figli avuti rispettivamente dal regista Roger Vadim e dall'attivista pacifista e uomo politico Tom Hayden. L'impianto rigorosamente cronologico di una narrazione ricchissima di materiali privati e di repertorio si apre provocatoriamente con una registrazione di un dialogo in cui Richard Nixon constata che la figlia di un simbolo come Henry Fonda abbia imboccato la strada sbagliata dell'attivismo anti guerra nel Vietnam. L'attrice avrà modo in futuro di chiedere scusa a quei militari che può avere involontariamente offeso con la sua foga da pasionaria dell'epoca così come riesce a spiegare le apparenti contraddizioni di una donna impegnata che ottiene uno straordinario successo editoriale promuovendo l'aerobica e di una paladina degli emarginati che sposa un miliardario come Ted Turner. Ma ciò che più conta, è necessario tornare a sottolinearlo, è che si assiste a un lungo ma mai noioso flashback di una ottantenne che non ha paura di confessare i propri dubbi e di guardare al passato con grande lucidità. Una discreta insomma ricostruzione su una donna famosa in tutto il mondo.

Regia: Dopo il bellissimo documentario Spielberg, ovviamente dedicato al grande regista, Susan Lacy ne propone un altro, questo, non ugualmente bellissimo, ma comunque di grande interesse e ben diretto.
Sceneggiatura: Nei cinque atti raccontati sullo schermo vediamo alternarsi immagini di repertorio e aneddoti incredibili, in mezzo parecchi flashback, forse troppi e particolarmente lunghi, come lungo è forse il film, ben 2 ore, anche se, visto la vita burrascosa, è giustificabile.
Aspetto tecnico: Essendo un documentario lo stile è completamente diverso dall'impianto cinematografico, comunque tecnicamente è ben fatto.
CastJane Fonda in Five Acts è un documentario impreziosito da tante interviste ai personaggi più svariati, da Robert RedfordLily Tomlin, alla produttrice Paula Weinstein e agli ex-mariti Tom Hayden e Ted Turner. Ognuno di loro aiuta a tracciare il percorso di vita e lavorativo di Jane Fonda, ma ovviamente non manca la sua voce.
Commento FinaleJane Fonda in Five Acts non è solo un documentario, è un'immersione totale all'interno di una carriera, una vita burrascosa e sempre in divenire di un'attrice monumentale, una donna che è impossibile definire, che ha sempre rigettato le sovrastrutture e le etichette, magnetica, vulnerabile, spesso contrastata e al centro di polemiche per il suo attivismo, ma che ha condotto con ostinazione e con sguardo lucido (che finalmente ad un certo punto si rende conto di essere pronta a guidare il proprio destino, di poter interpretare l'unico ruolo possibile, quello di se stessa). Tuttavia documentario più o meno, viaggio interessante ed appassionante, non eccezionale al pari di altri, ma comunque bello, sia storicamente, culturalmente che umanamente.
Consigliato: Vale la pena di vederlo, per capire non solo lei, ma soprattutto il cinema e il suo rapporto con la storia e la politica del '900.
Voto: 6,5

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