Tema e genere: Un horror che tratta di una patologia reale, la paralisi del sonno.
Trama: Alice è una specialista del sonno, perseguitata dalla misteriosa morte del fratello minore avvenuta di notte. Il caso di un'intera famiglia affetta da problemi del sonno la porterà ad abbandonare ogni logica scientifica per combattere contro un oscuro demone.
Recensione: Lo spunto della paralisi del sonno è molto comune: anche a me è capitato qualche volta, fortunatamente in maniera leggera e senza visioni. L'impianto tensivo in questo film non appare però capace di impressionare chi guarda, limitandosi a giocare con il sonoro nelle scene clou e mostrando quel tanto che basta per catalogarlo nel genere horror. Ma è davvero poco per strappare un voto positivo e Slumber risulta, alla fine della fiera, un modesto prodotto per l'intrattenimento, di quelli che potevano fare qualcosa in più e invece finiscono tra la massa dei dimenticabili. Il film infatti, rivela una pochezza registica e di scrittura che finisce per compromettere la potenziale ricchezza del soggetto. Il demone che si palesa tra il sonno e la veglia (già utilizzato e meglio nella serie di Nightmare) per prendersi l'anima del bambino (metafora del rischio di soccombere alle nostre paure se non affrontate), trova terreno fertile in un habitat familiare disaggregato. Che era poi l'intuizione del ben più riuscito Babadook. In questo caso invece lo spunto si squaglia in una serie di soluzioni narrative infelici e l'idea suggestiva di perimetrare il fenomeno all'interno di una clinica per il sonno si rivela poco più che un espediente. E' in sostanza l'ennesimo horror visto e rivisto, che nulla aggiunge a quanto già prodotto.
Regia: L'argomento trattato aveva grandi potenzialità, soprattutto perché il tema è reale. La regia però non ha saputo sfruttare l'ansia e l'agonia che si prova durante il disturbo del sonno. La regia cosi di fatto è solo un esercizio di stile, priva di vere novità, che propone una pellicola incolore, che riesce solo in alcuni momenti, grazie all'utilizzo di frequenti Jumpscare a far sobbalzare lo spettatore sprovveduto, ma che è troppo prevedibile per quello smaliziato.
Sceneggiatura: Essa propone tutti quei passaggi ed espedienti narrativi triti e ritriti, tante, troppe volte, incluso un finale con colpo di scena che lascia aperta la possibilità di un sequel.
Aspetto tecnico: Assenza di fotografia e musica infliggono ulteriormente un danno enorme all'atmosfera che dovrebbe regalare un film dell'orrore.
Cast: Gli attori scelti purtroppo non lasciano niente, non trasmettono niente, sono freddi e distaccati rispetto alla trama.
Commento Finale: Film che non riesce a sfruttare l'ottima potenzialità data dal soggetto e che finisce con l'appiattirsi, complici una colonna sonora spesso assente e una recitazione che manca nel coinvolgere lo spettatore. Peccato.
Consigliato: Se siete afflitti o affascinati dalla patologia della paralisi notturna, Slumber: il demone del sonno non è il film che vi soddisferà. Per i disinteressati può essere un thriller della domenica sera, visto con pochissimo impegno, anche se, detta in tutta sincerità, non ve lo consiglierei mai.
Voto: 4,5
Recensione: Lo spunto della paralisi del sonno è molto comune: anche a me è capitato qualche volta, fortunatamente in maniera leggera e senza visioni. L'impianto tensivo in questo film non appare però capace di impressionare chi guarda, limitandosi a giocare con il sonoro nelle scene clou e mostrando quel tanto che basta per catalogarlo nel genere horror. Ma è davvero poco per strappare un voto positivo e Slumber risulta, alla fine della fiera, un modesto prodotto per l'intrattenimento, di quelli che potevano fare qualcosa in più e invece finiscono tra la massa dei dimenticabili. Il film infatti, rivela una pochezza registica e di scrittura che finisce per compromettere la potenziale ricchezza del soggetto. Il demone che si palesa tra il sonno e la veglia (già utilizzato e meglio nella serie di Nightmare) per prendersi l'anima del bambino (metafora del rischio di soccombere alle nostre paure se non affrontate), trova terreno fertile in un habitat familiare disaggregato. Che era poi l'intuizione del ben più riuscito Babadook. In questo caso invece lo spunto si squaglia in una serie di soluzioni narrative infelici e l'idea suggestiva di perimetrare il fenomeno all'interno di una clinica per il sonno si rivela poco più che un espediente. E' in sostanza l'ennesimo horror visto e rivisto, che nulla aggiunge a quanto già prodotto.
Regia: L'argomento trattato aveva grandi potenzialità, soprattutto perché il tema è reale. La regia però non ha saputo sfruttare l'ansia e l'agonia che si prova durante il disturbo del sonno. La regia cosi di fatto è solo un esercizio di stile, priva di vere novità, che propone una pellicola incolore, che riesce solo in alcuni momenti, grazie all'utilizzo di frequenti Jumpscare a far sobbalzare lo spettatore sprovveduto, ma che è troppo prevedibile per quello smaliziato.
Sceneggiatura: Essa propone tutti quei passaggi ed espedienti narrativi triti e ritriti, tante, troppe volte, incluso un finale con colpo di scena che lascia aperta la possibilità di un sequel.
Aspetto tecnico: Assenza di fotografia e musica infliggono ulteriormente un danno enorme all'atmosfera che dovrebbe regalare un film dell'orrore.
Cast: Gli attori scelti purtroppo non lasciano niente, non trasmettono niente, sono freddi e distaccati rispetto alla trama.
Commento Finale: Film che non riesce a sfruttare l'ottima potenzialità data dal soggetto e che finisce con l'appiattirsi, complici una colonna sonora spesso assente e una recitazione che manca nel coinvolgere lo spettatore. Peccato.
Voto: 4,5