Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2019 Qui - La lunga tradizione delle commedie francesi non si smentisce: Il ritorno dell'eroe (Le retour du héros) di Laurent Tirard è un lavoro leggero, ben confezionato e piacevole. Questo film del 2018 infatti, del regista transalpino abbastanza affermato in patria, regista capace di donare commedie simpatiche e spigliate con una vena appena accennata di surrealità che conferisce un certo stile alle sue opere, che alla seconda fatica con Jean Dujardin, dirige un film simpatico e scorrevole, contrappuntato da un gioco letterario-giocoso che conta esclusivamente sui due protagonisti, tant'è che gli altri attori sono solo sfondi (anche se il loro lavoro lo svolgono davvero egregiamente), è un gradevole film in costume, di produzione ovviamente francese, con personaggi ben definiti, dialoghi ironici e scene ben dirette. Costruire il personaggio di un eroe addosso ad un capitano disertore, fanfarone ed arrivista non è facile, però viene proprio bene in questo caso. E' questo elemento difatti la molla che muove tutto il meccanismo di questa commedia leggera e gradevole, mai volgare e sostenuta da due attori che si intendono molto bene come Jean Dujardin nella parte del lestofante e della bisbetica Elisabeth interpretata da Melanie Laurent. Il ritorno dell'eroe è infatti una commedia degli equivoci in piena regola, a tratti quasi slapstick, tutta basata sulla mimica facciale e sulle battute. Il film difatti, che racconta (il film è ambientato nell'Ottocento) del capitano Neuville che parte per il fronte, lasciando la fidanzata disperata, ma la sorella di questa, Elisabeth, finge di essere lui in un rapporto epistolare fasullo con la giovane, per consolarla, non sapendo che ciò potrebbe essere controproducente al ritorno dell'eroe che poi eroe non è, infatti coperto di stracci e vergogna, ritorna in anonimato dopo aver disertato il suo reggimento, che non si fa quindi sfuggire l'occasione di vestire i panni di quel Capitano che ormai popola (per colpa delle storie inventate di lei) l'immaginazione di tutti, anche solo per riguadagnare la sua posizione sociale, è un gioco brillante di comicità, tra realtà e finzione. A tal proposito, lo scontro tra realtà e finzione è proprio ciò che dà carburante alla maggior parte del film.
Quando il Capitano fa davvero il suo ritorno al villaggio, Elisabeth si vede strappata non solo della propria autorialità (di scrittrice) ma assiste anche alla caduta della sua creatura sotto i colpi dell'appropriazione altrui. Neuville infatti, se inizialmente si presta a essere istruito dalla donna sulle imprese dell'eroe a giro per il mondo così da narrarle con fedeltà al suo nutrito pubblico, ben presto inizia ad aggiungere il suo personale estro alla narrazione apportando modifiche talvolta sostanziali. E saranno proprio queste modifiche a divertire lo spettatore. Anche perché la guasconeria del personaggio maschile è perfettamente disegnata su Dujardin, indomito mascalzone dotato di ironia e intelligenza. La Elisabeth della Laurent è una donna fin troppo moderna e libera nei modi (se si considera il periodo in cui la storia si dipana), ma sa reggere i buffi dialoghi con Dujardin con naturalezza. Tutti e due infatti sono perfettamente in grado di reggere i 100 minuti e passa di commedia. Una commedia in costume che declina ancora una volta la battaglia dei sessi (e in modo alquanto divertente), una commedia che non presenta cali di ritmo evidenti, tali da nuocere alla sua godibilità, una commedia che funziona, che regala anche discrete scenografie, dopotutto l'apparenza risulta senza dubbio fondamentale in questo film. Un film indubbiamente piacevole, sorretto da efficacissime interpretazioni, soprattutto dai due pestiferi personaggi (in tutti i sensi), e da una sceneggiatura decisamente brillante ed originale. Epilogo prevedibile ma con un piccolo scarto finale che rallegra e che permette al film, di non essere la solita commedia, anzi, per chi ama i film francesi, le commedie francesi, e il talentuoso gioco della recitazione al suo meglio, questo è proprio un film che vale la pena di vedere. Voto: 6+