Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/03/2019 Qui - Ammore e malavita (Commedia, Musicale, Italia, 2017): Non avevo intenzione di vederlo, soprattutto per la mia poca propensione a i film musicali, ma essendo un critico cinematografico (di scarsa lega ovviamente) non potevo esimermi nel vedere il film vincitore dei David di Donatello dell'anno scorso (ben 5 premi). Ebbene, mi aspettavo qualcosa di molto peggio, e invece alquanto innovativo ed interessante è questo film, che però non raggiunge (a parer mio) la sufficienza. Se lo spunto e l'attacco del film sono geniali, purtroppo il resto della pellicola, che racconta di un killer senza scrupoli, Ciro (Giampaolo Morelli), sicario di Don Vincenzo (Carlo Buccirosso), a cui gli viene attribuito l'incarico di uccidere un testimone, la persona in questione però è Fatima (Serena Rossi), il suo amore di gioventù, è vessato dai difetti che da parecchio tempo impediscono ai Manetti Bros (che già non mi avevano convinto in Song 'e Napule) di fare il salto di qualità. È vero che il tono connaturato ai due registi è quello di genere (finora veicolata da un'innegabile attitudine pop cui guardare con favore e simpatia, ma dall'iper-citazionismo "colto", sfrenato e manifesto, dalla derivatività ammantata di un certo gusto, dalla faciloneria registico-narrativa, in estrema sintesi, non si scappa, nemmeno questa volta), ma qui come altrove vanno con la mano pesante a ricercare l'eccesso, il sopra le righe, il grottesco. Se all'inizio strappa applausi a scena aperta, purtroppo il film si piega rapidamente al suo stesso gioco, perdendo di smalto e diventando al contempo irriverente ma tradizionale e buonista. Permettendosi un po' di rigore e cinismo in più, Ammore e Malavita avrebbe potuto essere un vero e proprio cult nostrano.
Manca infatti l'armonia del disegno complessivo, molto sbalestrato a livello di ritmo (l'amicizia virile tra Ciro e Rosario rievoca le bromance del genere gangster, soprattutto orientale, ed è il nucleo emotivo di un film che, paradossalmente, fallisce proprio nella sua svolta romantica: la storia d'amore con Fatima non ha sostanza, non ha carne, e non riesce a trasmettere quel senso di esigenza che la renderebbe "concreta" e credibile), e non riesce a essere pienamente originale per quanto riguarda la creazione dei singoli brani musicali e le coreografie che li accompagnano (fatta eccezione per qualche sorprendete trovata macabra e ironica canterina in stile Gatta Cenerentola, quest'ultimo decisamente migliore in quel lato). Il twist finale poi, è visto e stravisto (il secondo finale lascia un po' interdetti per il suo buonismo), e c'è poca naturalezza nella transizione dal parlato al cantato. Certo, ci sono diversi momenti azzeccati, "carini", anche geniali, purtroppo la genialità termina dove iniziano le banalità dei dialoghi, costruiti con un linguaggio televisivo, e le noiose sequenze da soap opera. In alcune parti risulta anche simpatico ma alla lunga mi ha stancato (non tutte le gag appaiono riuscite), a proposito di lunghezza, decisamente troppo lungo e tutto sommato abbastanza banale nonostante alcuni spunti intelligenti. È comunque lodevole il tentativo di confezionare un musical d'azione che ritragga Napoli nei suoi scorci meno banali, talvolta notturni, dove il confine tra grottesco e melodramma sfuma in un dialogo divertito tra le due parti. Peccato che i limiti tecnici s'intravedano nei momenti più spettacolari (esplosioni e sparatorie), quando Ammore e malavita lotta con se stesso per tenere insieme le sue molteplici "anime" in un prodotto coerente. Si percepisce il coraggio almeno di giocare con i generi e di rimescolare l'immaginario collettivo, ma non un film sufficientemente riuscito è questo. Voto: 5+