lunedì 8 luglio 2019

L'altra metà della storia (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/03/2019 Qui - L'altra metà della storia (Dramma, Usa 2017): Tony Webster (Jim Broadbent) è un settantenne divorziato che possiede un negozio di macchine fotografiche. Un giorno riceve una lettera che l'informa che la madre di Veronica, una sua vecchia fiamma, gli ha lasciato in eredità un diario. Il passato, così, tornerà a bussare alla sua porta. Tratto da un romanzo di Julian Barnes del 2011 (Il senso di una fine), il film è una riflessione discretamente interessante sulla vecchiaia e il tempo che passa (sulla verità storica dei vinti e dei vincitori e dell'animo umano). L'anziano protagonista si trova a incontrarsi/scontrarsi con un passato che ha cercato di rimuovere, ed è proprio su questo versante che la pellicola di Ritesh Batra porta avanti le riflessioni più incisive, forte anche della buona scrittura del personaggio principale efficacemente interpretato da un Jim Broadbent perfettamente in parte. Detto questo, il film ha tanti spunti interessanti quanti difetti: fatta eccezione per la buona prestazione di Broadbent, gli altri attori dicono poco, inclusa una legnosa Charlotte Rampling (Veronica anziana). Nell'alternarsi di presente e feedback del passato (gli sceneggiatori puntano su continui flashback che appesantiscono non poco la drammaturgica complessiva) manca quel sotterraneo legame che dovrebbe farci riconoscere i protagonisti vecchi nei giovani e viceversa (sembrano storie e persone del tutto indipendenti una dall'altra...). La stessa disorganicità caratterizza la presenza di episodi e personaggi la cui funzionalità rispetto alla linea narrativa resta dubbia sino alla fine o è priva della forza allusiva che giustifica la pregnanza che assumono in seguito. Alcuni passaggi, inoltre, sono troppo frettolosi e tutta la parte conclusiva è piuttosto fragile (il film sembra voler puntare alla suspense ed al finale ad effetto ma, il mistero svelato non fa il botto), anche se rimane qualcosa su cui pensare al termine della visione. Il risultato è un prodotto così così, che alterna momenti toccanti ad altri troppo didascalici. E in definitiva quindi, anche grazie ad una regia piattamente convenzionale, il film dà la sensazione di un'occasione mancata e presumibilmente persa. Voto: 5