Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/03/2019 Qui - Dopo il criticabile remake di Annie (l'adattamento cinematografico dei fumetti Little Orphan Annie), il regista Will Gluck ci riprova, adattando la serie televisiva Peter coniglio (Peter Rabbit), basata a sua volta sul racconto di Beatrix Potter (conosciutissima nel mondo anglosassone e meno da noi), uno dei capisaldi della letteratura inglese per l'infanzia. Qualche anno fa una biografia cinematografica con protagonisti Renée Zellweger e Ewan McGregor, che ne aveva raccontato anche la storia d'amore poco convenzionale con il suo editore, ebbe poca fortuna. Forse non ha avuto neanche questo live action tanta fortuna, eppure, rendendo le avventure dell'irresistibile coniglio e della sua combriccola adatte non solo ai più piccini, ma anche ai teenager e agli adulti, il regista riesce a fare centro. Anche perché a parte l'indiretto omaggio all'autrice nel nome della protagonista femminile umana, poco rimane (fortunatamente) dello spirito originale dei racconti (alquanto stucchevole), che si trasformano in una specie di slapstick comedy in stile Tom e Jerry, dove la sfida è tra il roditore astuto e senza paura e un giovane umano che ha la pessima idea di sbarrargli la strada verso i suoi ortaggi. In più, al vecchio e burbero McGregor dei racconti originali (che tira le cuoia a inizio film per un infarto, proprio quando aveva finalmente acchiappato il coniglietto e si accingeva a trasformarlo in una torta da forno) si sostituisce il pronipote Thomas, un personaggio più "fresco". Fresco come il film, Peter Rabbit è infatti, un film (del 2018) divertentissimo e dal ritmo frenetico, che tra musica pop, irriverenza e sarcasmo, assicura risate e coinvolgimento. Realizzato con la stessa tecnica del bellissimo Paddington 2, grazie al lavoro straordinario dell'Animal Logic sulle animazioni e i modelli in CGI dei conigli, Peter Rabbit è un live action pieno di personaggi indimenticabili, a cui è facile affezionarsi per la capacità della sceneggiatura di dipingerli in modo ironico, realistico e gustosamente "scorretto". Oltre ai cattivissimi conigli antropomorfizzati, pienamente convincenti sono, difatti, anche i personaggi umani, in primis un perfetto Domnhall Gleeson (ottimo protagonista di film come Ex machina e Questione di tempo, che farebbe bene a non accumulare altri ruoli come quello dell'insulso generale Hux di Star Wars), che sembra nato per il ruolo dell'impacciato Thomas.
La riuscita del film si deve, però, soprattutto alla sequela di battute e sketch comici che ricordano appunto molto la slapstick comedy e che lo allontanano (non poco) dai rassicuranti (come detto) racconti ad acquerello della Potter. Peter Rabbit si rivela, infatti, un'ironica e riuscita operazione di sovvertimento/modernizzazione del mondo della scrittrice, tra conigli che maneggiano esplosivi, organizzano party selvaggi in assenza degli umani, attraversano l'orto scimmiottando Le Iene di Tarantino e commettono birbonate degne di Mamma ho perso l'aereo. Il messaggio finale è, però, assolutamente positivo, perché, in fondo, non c'è conflitto che non si possa risolvere con l'amore. Un sermoncino (soprattutto "gli animali erano qui prima di noi e allora bisogna essere disposti a condividere con loro") o un messaggio che suona convincente solo a metà (come questo film dal sapore deliziosamente britannico che qualche difetto ha), ma che riesce a dimostrarsi particolarmente adatto a tutti grazie alla sua spensieratezza. Perché diretta da Will Gluck (già famoso per Easy Girl e, soprattutto, Amici di Letto), la pellicola, appunto realizzata in tecnica mista (unione di personaggi live action e cartoni animati), è la giusta miscela di umorismo (sapientemente calibrato nella prima parte ed eccessivamente parodistico nella seconda), spensieratezza ed amore, capace di far divertire grandi e piccoli. Certo, per un pubblico adulto, il ritmo troppo surreale della parte centrale potrebbe al contrario sembrare esagerato, anche se re-inquadrato in un incipit e in un finale narrativamente molto stabili, ma quello che colpisce della storia è che, nonostante una struttura innegabilmente minimale e fantasiosa, non perda mai il filo logico, permettendo agli spettatori di rimaner soddisfatti. Questo perché la storia, che racconta di un coniglio pieno di sé ed alla ricerca di avventura, dedito al furto delle verdure dall'orto dell'anziano Thomas McGregor (Sam Neill), che dovrà rinunciare ai suoi sogni di gloria a causa del nipote del proprietario dell'orto, il quale inizierà a dare battaglia ai coniglietti, sia per avere il predominio del terreno, sia per conquistare il cuore della pittrice Bea (Rose Byrne), vicina di casa di Thomas e protettrice dei piccoli leporidi (che affida le sue speranze ad improbabili e bruttissime opere astratte, ma che come passatempo si dedica anche a ritrarre i suoi amici conigli, c'è l'altro rimando all'opera della Potter, i disegni di Bea vengono proprio da lì), dall'inizio alla fine, procede a tutta briglia, catapultando gli spettatori in un coloratissimo mondo immerso nelle quieti campagne inglesi.
Non a caso la scelta delle location è ideale, la campagna inglese e Londra sono infatti il contorno perfetto per questa storia. Le case e gli arredamenti poi, rispecchiano in modo eccellente le personalità dei personaggi. Anche la tana dei conigli è realizzata in CGI, sempre con ottimi risultati. Molto riuscita è poi la storia d'amore tra i due protagonisti. Con alle spalle una versione appunto favolistica e romantica della campagna inglese, l'innamoramento tra Thomas (benissimo interpretato da Domhnall Gleeson, visto recentemente nel buon Vi Presento Christopher Robin, che si conferma essere uno dei migliori attori inglesi di nuova generazione: sebbene il ruolo non sia tra i più sfaccettati e profondi, egli riesce a fondere nel suo personaggi accenni parodistici ad elementi umanizzanti, che si equilibrano con coerenza soprattutto nella prima e nell'ultima parte) e Bea (benissimo interpretata da Rose Byrne, la sua carriera ci ha permesso di vederla in film molto importanti ma sempre in ruoli marginali o di supporto, in questo film con il suo ruolo da protagonista la vediamo all'opera per lungo tempo davanti la macchina da presa e si nota con facilità, come e quanto sia stata brava nell'aver interpretato un ruolo che all'apparenza semplice nasconde sempre delle insidie) appare infatti dolce al punto giusto, non sfociando naturalmente nello smielato ma risultando comunque coinvolgente e degnamente rappresentato. Oltre all'aspetto dei protagonisti, risulta ben riuscita anche la messa in scena dei vari personaggi, che interagisco con le ambientazioni che li circondano e con gli attori in carne ed ossa in modo omogeneo e ben integrato. Questo grazie all'efficace CGI adoperata per animare le varie creature che compongono la fauna della campagna londinese, che appaiono realistiche più che mai e perfette. Questi ultimi riescono come detto, ad ottimamente ad integrarsi con l'ambiente circostante, mettendo in scena una performance naturale e spigliata. Dal punto di vista narrativo la sceneggiatura regala un buon ritmo alla vicenda che risulta essere semplice, forse un po' piatta, ma coadiuvata dal perfetto minutaggio di 90 minuti, volto a tenere sempre alto l'interesse e la concentrazione del pubblico, che si ritrova per questo a godere di uno spettacolo leggero, divertente ed equilibrato.
L'umorismo che permea tutte le azioni di Peter ed i vari dialoghi tra animali è esageratamente contagioso, mai forzato, e sempre teso a strappare un sorriso genuino sulle nostre facce (peccato solo per l'esagerazione presente in alcune scene, dove l'aver voluto ricalcare troppo eventi comici realizzati dagli animali, sembra andare oltre le necessità di plot, ma alla fine stiamo pur sempre parlando di animali con il dono della parola). Apprezzabile il tentavo di inserire un po' di moralità e di giudizio nell'analizzare le azioni del coniglio più pazzo del mondo, ma obiettivamente il punto di forza sono le gag e le scene d'azione, montate stando attenti ad arrivare ai bambini, che ci mostrano le avventure di Peter Rabbit e della sua combriccola. La produzione, ha oltretutto aggiunto elementi di prestigio, non solo per il cast (tra i quali spicca come visto Sam Neill), ma anche per i doppiatori dei piccoli quadrupedi. Infatti troviamo a prestare la voce (nella versione originale) a Peter e co. attori del calibro di Daisy Ridley e Margot Robbie, o personaggi famosi come la cantante Sia o il presentatore britannico James Corden (che è la voce del protagonista). Non male neanche l'adattamento italiano, affidato al noto conduttore Nicola Savino, che riesce ad impersonare discretamente l'animo del pestifero coniglio. Un cast originale, quindi, di tutto rispetto, per una produzione di altrettanto valore, impreziosita, senza ombra di dubbio, dalla perfezione digitale, gli animali in computer grafica sono indubbiamente realistici, sembrando veri quasi quanto i loro colleghi in live action. E insomma tirando le somme, Peter Rabbit è un film godibile e a tratti esilarante, che ha sicuramente centrato il proprio target, seppur la visione è (probabilmente) piacevole non solo per i bambini, ma anche per i più grandi, ai quali non manca di strappare una risata. Un film semplice, un momento di cinema leggero, spassoso e delizioso. Di certo non ci si trova di fronte ad un'opera che regala particolari spunti di riflessione o che possa permettere al pubblico di trarre qualche insegnamento dalla vicenda, ma forse, tutto sommato, a volte non è così sbagliato far staccare il cervello (tralasciare qualche difetto) e regalarsi qualche oretta di puro spettacolo e divertimento. Voto: 6+
La riuscita del film si deve, però, soprattutto alla sequela di battute e sketch comici che ricordano appunto molto la slapstick comedy e che lo allontanano (non poco) dai rassicuranti (come detto) racconti ad acquerello della Potter. Peter Rabbit si rivela, infatti, un'ironica e riuscita operazione di sovvertimento/modernizzazione del mondo della scrittrice, tra conigli che maneggiano esplosivi, organizzano party selvaggi in assenza degli umani, attraversano l'orto scimmiottando Le Iene di Tarantino e commettono birbonate degne di Mamma ho perso l'aereo. Il messaggio finale è, però, assolutamente positivo, perché, in fondo, non c'è conflitto che non si possa risolvere con l'amore. Un sermoncino (soprattutto "gli animali erano qui prima di noi e allora bisogna essere disposti a condividere con loro") o un messaggio che suona convincente solo a metà (come questo film dal sapore deliziosamente britannico che qualche difetto ha), ma che riesce a dimostrarsi particolarmente adatto a tutti grazie alla sua spensieratezza. Perché diretta da Will Gluck (già famoso per Easy Girl e, soprattutto, Amici di Letto), la pellicola, appunto realizzata in tecnica mista (unione di personaggi live action e cartoni animati), è la giusta miscela di umorismo (sapientemente calibrato nella prima parte ed eccessivamente parodistico nella seconda), spensieratezza ed amore, capace di far divertire grandi e piccoli. Certo, per un pubblico adulto, il ritmo troppo surreale della parte centrale potrebbe al contrario sembrare esagerato, anche se re-inquadrato in un incipit e in un finale narrativamente molto stabili, ma quello che colpisce della storia è che, nonostante una struttura innegabilmente minimale e fantasiosa, non perda mai il filo logico, permettendo agli spettatori di rimaner soddisfatti. Questo perché la storia, che racconta di un coniglio pieno di sé ed alla ricerca di avventura, dedito al furto delle verdure dall'orto dell'anziano Thomas McGregor (Sam Neill), che dovrà rinunciare ai suoi sogni di gloria a causa del nipote del proprietario dell'orto, il quale inizierà a dare battaglia ai coniglietti, sia per avere il predominio del terreno, sia per conquistare il cuore della pittrice Bea (Rose Byrne), vicina di casa di Thomas e protettrice dei piccoli leporidi (che affida le sue speranze ad improbabili e bruttissime opere astratte, ma che come passatempo si dedica anche a ritrarre i suoi amici conigli, c'è l'altro rimando all'opera della Potter, i disegni di Bea vengono proprio da lì), dall'inizio alla fine, procede a tutta briglia, catapultando gli spettatori in un coloratissimo mondo immerso nelle quieti campagne inglesi.
Non a caso la scelta delle location è ideale, la campagna inglese e Londra sono infatti il contorno perfetto per questa storia. Le case e gli arredamenti poi, rispecchiano in modo eccellente le personalità dei personaggi. Anche la tana dei conigli è realizzata in CGI, sempre con ottimi risultati. Molto riuscita è poi la storia d'amore tra i due protagonisti. Con alle spalle una versione appunto favolistica e romantica della campagna inglese, l'innamoramento tra Thomas (benissimo interpretato da Domhnall Gleeson, visto recentemente nel buon Vi Presento Christopher Robin, che si conferma essere uno dei migliori attori inglesi di nuova generazione: sebbene il ruolo non sia tra i più sfaccettati e profondi, egli riesce a fondere nel suo personaggi accenni parodistici ad elementi umanizzanti, che si equilibrano con coerenza soprattutto nella prima e nell'ultima parte) e Bea (benissimo interpretata da Rose Byrne, la sua carriera ci ha permesso di vederla in film molto importanti ma sempre in ruoli marginali o di supporto, in questo film con il suo ruolo da protagonista la vediamo all'opera per lungo tempo davanti la macchina da presa e si nota con facilità, come e quanto sia stata brava nell'aver interpretato un ruolo che all'apparenza semplice nasconde sempre delle insidie) appare infatti dolce al punto giusto, non sfociando naturalmente nello smielato ma risultando comunque coinvolgente e degnamente rappresentato. Oltre all'aspetto dei protagonisti, risulta ben riuscita anche la messa in scena dei vari personaggi, che interagisco con le ambientazioni che li circondano e con gli attori in carne ed ossa in modo omogeneo e ben integrato. Questo grazie all'efficace CGI adoperata per animare le varie creature che compongono la fauna della campagna londinese, che appaiono realistiche più che mai e perfette. Questi ultimi riescono come detto, ad ottimamente ad integrarsi con l'ambiente circostante, mettendo in scena una performance naturale e spigliata. Dal punto di vista narrativo la sceneggiatura regala un buon ritmo alla vicenda che risulta essere semplice, forse un po' piatta, ma coadiuvata dal perfetto minutaggio di 90 minuti, volto a tenere sempre alto l'interesse e la concentrazione del pubblico, che si ritrova per questo a godere di uno spettacolo leggero, divertente ed equilibrato.
L'umorismo che permea tutte le azioni di Peter ed i vari dialoghi tra animali è esageratamente contagioso, mai forzato, e sempre teso a strappare un sorriso genuino sulle nostre facce (peccato solo per l'esagerazione presente in alcune scene, dove l'aver voluto ricalcare troppo eventi comici realizzati dagli animali, sembra andare oltre le necessità di plot, ma alla fine stiamo pur sempre parlando di animali con il dono della parola). Apprezzabile il tentavo di inserire un po' di moralità e di giudizio nell'analizzare le azioni del coniglio più pazzo del mondo, ma obiettivamente il punto di forza sono le gag e le scene d'azione, montate stando attenti ad arrivare ai bambini, che ci mostrano le avventure di Peter Rabbit e della sua combriccola. La produzione, ha oltretutto aggiunto elementi di prestigio, non solo per il cast (tra i quali spicca come visto Sam Neill), ma anche per i doppiatori dei piccoli quadrupedi. Infatti troviamo a prestare la voce (nella versione originale) a Peter e co. attori del calibro di Daisy Ridley e Margot Robbie, o personaggi famosi come la cantante Sia o il presentatore britannico James Corden (che è la voce del protagonista). Non male neanche l'adattamento italiano, affidato al noto conduttore Nicola Savino, che riesce ad impersonare discretamente l'animo del pestifero coniglio. Un cast originale, quindi, di tutto rispetto, per una produzione di altrettanto valore, impreziosita, senza ombra di dubbio, dalla perfezione digitale, gli animali in computer grafica sono indubbiamente realistici, sembrando veri quasi quanto i loro colleghi in live action. E insomma tirando le somme, Peter Rabbit è un film godibile e a tratti esilarante, che ha sicuramente centrato il proprio target, seppur la visione è (probabilmente) piacevole non solo per i bambini, ma anche per i più grandi, ai quali non manca di strappare una risata. Un film semplice, un momento di cinema leggero, spassoso e delizioso. Di certo non ci si trova di fronte ad un'opera che regala particolari spunti di riflessione o che possa permettere al pubblico di trarre qualche insegnamento dalla vicenda, ma forse, tutto sommato, a volte non è così sbagliato far staccare il cervello (tralasciare qualche difetto) e regalarsi qualche oretta di puro spettacolo e divertimento. Voto: 6+