domenica 10 febbraio 2019

Barely Lethal (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/10/2016 Qui - Non un film brutale, con morti a palate, anzi, non muore nessuno, perché Barely Lethal: 16 anni e spia (Barely Lethal, 2015), film d'azione statunitense diretto da Kyle Newman (l'ossessivo compulsivo di Star Wars regista di Fanboys), è così atipico che i morti non servono, l'azione, anche se poca, c'è ugualmente, però manca la forza e il carattere per meritare una visione, perché questo è davvero un film (che tra i produttori ha anche un certo Brett Ratner) per ragazzini, paragonabile per contenuti, rating e livello di coinvolgimento richiesto da parte dello spettatore agli Spy Kids di Robert Rodriguez, solo con meno coraggio o fantasia e un po' (tanto) più indirizzato a un target esclusivamente femminile. Una roba, anche con tutta la buona volontà, praticamente inguardabile. Comunque qualcosa di buono c'è, non tanto nella trama, ma per altro che scopriremo dopo. La Prescott, a cui in capo c'è Samuel L. Jackson (Nick Fury senza benda), non è una scuola come le altre: è la sede di un'ente para-governativo in cui si addestrano bambini e ragazzi a diventare agenti segreti o future spie ('Perché nessuno sospetterebbe mai di una ragazzina!' niente da obiettare, in effetti), imparando ad affrontare tutte le insidie del loro prossimo mestiere. La protagonista (la migliore in quello che fa), interpretata da Hailee Steinfeld, a 16 anni si rompe le scatole di questa vita e vuole cominciare a vivere normalmente, sicché, approfittando di una missione dove viene catturata la spia nemica (Jessica Alba), si finge morta, si crea una nuova vita e va a vivere con una famiglia, cambiando identità e iscrivendosi al liceo, ma ovviamente i guai la seguiranno anche lì, poiché quel che non si aspetta è che essere un'adolescente popolare al liceo non è proprio una passeggiata, in più cercando di immedesimarsi vedrà film (Mean Girls) e telefilm (Beverly Hills 90210) che farà solo scatenare situazioni imbarazzanti, perché la finzione è una cosa, la realtà un'altra. Insomma morale del film è che l'adolescenza è un campo di battaglia peggiore che la guerra fredda. Trovata che in sé sembra anche interessante, ma si finisce per dire e fare le stesse cose di diversi film di genere.
Perché Barely Lethal proprio da qui, (che già sapeva di poco) peggiora, il film diventa niente altro che una commediola adolescenziale con tutti i cliché del caso, la ragazza all'inizio sta sulle scatole a tutti, poi è popolare, sta con il figo di turno ed ignora il vero amore. Neanche quando viene ri-trovata dall'associazione e dalla spia e torna 'l'azione' migliorano le cose. Purtroppo neanche il cast (soprattutto femminile), l'unico pregio di questa pellicola, non riesce a salvarlo. In Barely Lethal infatti, oltre al già citato Samuel L. Jackson, attore poliedrico che ammiro molto (soprattutto dopo Kingsman, meno dopo Big Game), qui  in una delle migliori imitazioni di sé stesso, ci sono 4 stupende donne, 4 meravigliose creature, 4 ragazze ognuna bellissima a suo modo, un poker davvero eccezionale. C'è la bellezza di Hailee Steinfeld (la capricciosa ragazza di Ten Thousands Saints, la figlia sciocca di Kevin Costner in 3 Days to kill e la Giulietta dell'ultima trasposizione Shakespeariana di Romeo & Juliet), la simpatia e dolcezza di Dove Cameron nella parte della sorella 'adottiva' (noto volto Disney, già vista in Descendants), l'intelligenza e scaltrezza di Sofie Turner, la spia traditrice (la bella lady Sansa Stark ne Il trono di Spade) e infine la sensualità dell'avvenente Jessica Albache nel bene e nel male (come ne Il fidanzato di mia sorella davvero sottotono) è sempre stata gnocca (anche se non che qui si spogli o balli attorno a un palo, eh, come in Sin City: Una donna per cui uccidere). Insomma non proprio male queste ragazze, no? Da segnalare anche la presenza in un cameo cretinissimo di Steve-O (il protagonista di Jackass, ex della Canalis). Comunque tutti non offrono il meglio, ma a parte questo e in ogni caso il film ha comunque un buon ritmo, una durata accettabile e un umorismo che strappa qualche risata anche a chi ha più di 10 anni. Il problema principale però non è tanto le situazioni o la poca azione, ma poiché il budget è risicatissimo, si sente il peso di ogni dollaro risparmiato. Gli stunt, che non erano chiaramente la priorità per la produzione, sono impacciati, la maggior parte delle scene è girata in interni, l'intera 'esperienza liceale' si riassume in una classe, qualche armadietto, un campo da football e poche comparse, roba che qualsiasi telefilm uscito negli ultimi 20 anni è riuscito a fare di meglio, ma sono difetti che nota solo l'occhio allenato di uno spettatore adulto mentre passano senza colpo ferire davanti a quelli del pubblico di qualche decade più giovane. La sceneggiatura osa per i primi 5 minuti (titoli di testa compresi), per poi prendere tutte le strade più facili e prevedibili, risultando così alla fine un esperimento non riuscito e abbastanza inefficace. In ogni caso se abbassate le pretese vi potrete anche divertire un pochino. Voto: 5,5