mercoledì 2 gennaio 2019

1981: Indagine a New York (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/06/2016 Qui - 1981: Indagine a New York (A Most Violent Year) è l'ultimo film di J.C. Chandor (in grande ascesa), regista di Margin call, pellicola sulla crisi finanziaria del 2008. Questo drammatico thriller del 2014 invece, racconta di un uomo di origine ispanica che cerca di espandere la propria attività, vendita e distribuzione di carburante per il riscaldamento, nel gelido inverno dell’anno più violento della storia di New York. Ma mentre i concorrenti usano metodi da malavita e la legge fatica a dare una risposta, Abel Morales (Oscar Isaac), un intraprendente proprietario di un'azienda a conduzione familiare che tratta in olio combustibile, e la moglie (Jessica Chastain), figlia di un uomo senza scrupoli, cercano di opporsi al crimine imperante e imporsi con le regole civili della concorrenza e del rispetto delle leggi. Da qualche tempo infatti alcune sue cisterne vengono prese d'assalto da malviventi che le fanno sparire nel nulla con il loro carico. Ciò accade proprio mentre Abel sta per portare a termine l'acquisto di un deposito più grande che gli permetterebbe di compiere il salto in avanti professionale da sempre sognato. Deve trovare il denaro necessario per completare l'acquisizione e contemporaneamente un'indagine da lungo tempo avviata sulla sua attività sta per giungere a compimento con gravi capi di imputazione: Abel sa di essersi sempre comportato in modo corretto ma ora il tempo stringe e potrebbe essere tentato di cercare altre strade. Albert Brooks è l'avvocato della famiglia, e David Oyelowo interpreta il procuratore distrettuale che indaga su Abel e la sua impresa. Partendo dal presupposto che il film non mi ha convinto per niente, non prende, non coinvolge ma soprattutto inesorabilmente lento, è comunque raffinato, di classe e da vedere, ma con molti difetti. Ciò che rende pregevole questa pellicola è senza alcun dubbio la rappresentazione che il regista fa della società di New York nei primi anni '80, i costumi, la fotografia e le ambientazioni innevati sono di livello, peccato però che il risultato in se per se è assai deludente di quanto si potesse immaginare. Difatti in "A Most Violent Year" (il titolo originale), la violenza che imperversava in quell'anno a New York, è solo un tema di fondo (molto a fondo, quasi impercettibile, praticamente inesistente) e questo fa sì che il ritmo lento aggiunto al poco movimento faccia risultare almeno personalmente, tutto abbastanza noioso e soporifero, senza niente di avvincente e interessante da scoprire e vedere nel corso di una pellicola che fa dell'onestà e della correttezza il tema principale, ma senza tutta questa coerenza, anzi, tutto abbastanza ipocrita.
Lui che (eticamente ambiguo) si professa 'onesto' ma poi ha in corso una sequela di pendenze fiscali e altro, costretto a truffare e ad evadere il fisco per...costruirsi la villa! La scena in cui butta dalla finestra gli scatoloni con 15 anni di contabilità "in nero" mentre la polizia arriva a perquisirgli casa è alquanto ridicola. New York la si vede poco (hanno girato anche a Detroit) e l'unico pathos è all'inizio con quel jogging sulle note di Inner City Blues di Marvin Gaye. Un inizio che lasciava sperare in un noir, invece no: una noia mortale. Sembra che i furti di camion e combustibile siano una roba di mafie e poi sono invece due sfigati che lo vendono a basso prezzo in giro per l'America. Tutto è soffuso, potrebbe essere intrigante, ma non succede niente. Sesso non ce n'è, nonostante la carica erotica dei due interpreti. Colloqui talvolta troppo...intimisti: sono talmente a bassa voce che bisogna sforzarsi per sentire. Infine nel finale la moglie rimane sconvolta, volto fra le mani, quando ha ucciso il cervo già ferito a sangue freddo non era sconvolta però. Insomma tanti piccoli difetti e buchi nella trama, non senza una esangue lentezza. Il regista, eccessivamente compassato nelle scelte di una messa in scena che predilige i dialoghi alle sequenze d'azione si perde, perché il film nonostante le premesse del titolo e la didascalia dell'incipit (non è infatti una pellicola violenta e neanche di indagine), rischia di perdere mordente e purtroppo ci riesce. Il problema vero è che J.C. Chandor non è Martin Scorsese e Oscar Isaac non è Robert De Niro ed il film sembra mettere in stallo i suoi diversi fronti trascinandosi verso un finale in cui i nodi si risolvono quasi senza il contributo dell'azione (fatta eccezione per una bella sequenza di inseguimento lungo un tunnel della metro che finisce alla fermata di New Utrecht Avenue e del montaggio incrociato del doppio attentato all'autista ed al rappresentante) e dove l'ottusa morale di un imprenditore tutto d'un pezzo è salva anche al costo della vita di un ex dipendente suicida.
Comunque il film, amaro, lento e inesorabile, forse girato con un ritmo decisamente troppo lento, si riprende solo negli ultimi 20 minuti (in un film di 2 ore), e questo fa sì che per qualche motivo si salvi, anche grazie alle belle ricostruzioni d'ambiente e l'ottima fotografia di Bradford Young come pure le prove degli attori. Il film forza nell'addossare la croce quasi esclusivamente sulle spalle di un Oscar Isaac, comunque in gran forma, e probabilmente proprio per la sua bravura rimane a galla. Un attore ultimamente visto spesso in qualche film (Ex MachinaI due volti di gennaio) ma soprattutto in Show Me a Hero (che riprende più o meno i temi della pellicola in qualche modo), una prova, la sua, magistrale, che gli ha permesso di vincere quest'anno il Golden Globe per il miglior attore in una mini-serie o film per la televisione. Senza dimenticare la sua consorte, la conturbante (almeno nei sogni) Jessica Chastain, perché qui non fa vedere praticamente niente, tranne la sua bravura attoriale, difatti è stata insignita di diversi riconoscimenti dalla critica americana e candidata ai Globe 2015 come miglior attrice non protagonista, e vincitrice nel 2014 ai Critics' Choice Movie Award come miglior interprete dell'anno. Lei che, sembrerebbe strano, non ricordo granché di altri suoi film, anche se 3 non li ho ancora visti, degli ultimi intendo, comunque credo di averla già vista in (The Help e Zero Dark thirty). Insomma a parte una certa classe e una buona prova del cast, il film è abbastanza anonimo e inconsistente, per piacermi. Un film che però non sconsiglio ma neppure consiglio, fate voi. Voto: 6-