mercoledì 2 gennaio 2019

Il racconto dei racconti (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/06/2016 Qui - Il racconto dei racconti: Tale of Tales è un avventuristico e fantastico (nel senso del genere) film del 2015, diretto da Matteo Garrone. La pellicola è l'adattamento cinematografico della raccolta di fiabe Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, ed è difatti composto da tre diversi episodi liberamente tratti da altrettanti racconti di questa raccolta di fiabe, narrati e intrecciati fra loro: La cerva, La pulce e La vecchia scorticata. Premetto che (come ho sempre affermato) non sono un critico cinematografico, e che non ero a conoscenza di questa fiabe (forse solo quella della pulce), e che non ho la presunzione di giudicare un opera d'arte (secondo molti) come questa, mi rimetto a scrivere quello che penso e quello che mi è arrivato vedendo questo film. Ebbene, posso liberamente affermare (il giudizio è comunque soggettivo e sono libero da ogni preconcetto), che la pellicola è una mezza schifezza, una grossa delusione e una grande presa per i fondelli. Poiché nonostante il film io non lo ritengo brutto ma solo atipico e strano (troppo), è soprattutto difficile da decifrare, difficile anche da recensire perché molto volte la pellicola volge al 'nonsense', ovvero che travalica il senso generale delle cose, ma ovviamente a ciò ci sono dei pro e dei contro, pregi e difetti, come vediamo (o almeno che io ho visto) per tutto il lungometraggio. Prima di tutto questo non è il classico fantasy-fiabesco a cui siamo generalmente abituati, e questo mi ha subito spiazzato, come molti convinti di assistere alla proiezione del classico fantasy, condito di re, draghi, orchi e maghi e cosparso dell’immancabile patina di Medioevo, invece appunto si rimane stupiti (non proprio in positivo) ed estraniati da ciò che si vede, anche ad una certa lentezza che, dalle prime scene, caratterizza il film, una dimensione temporale che mal si accorda con il prototipo di film fantasy, non ci sono infatti eroi né grandi gesta e questo rende il racconto diverso dalle solite fiabe ma probabilmente per questa sua peculiarità il film ha qualche parte un po' troppo "fiacca" e dispersiva, mi sarei aspettato un confluire delle storie narrate più deciso, più netto, che avrebbe certamente dato una diversa grandezza all'intera opera.
Anche se c'è da dire che la lentezza è però la fedele riproduzione del tempo scenico della fiaba barocca di Basile (che trova posto nel film con tutti i suoi barocchismi, dagli ornamenti delle sale agli addobbi di uomini e donne, e, non senza il dovuto orgoglio, dalla natura mozzafiato che l'Italia ha avuto la fortuna di ospitare e il coraggio di far convivere con le opere del proprio genio artistico), un artista che per vivere nel 1600 era un genio assoluto, se si pensa alle storie narrate, ed al fatto che la sua fantasia non era ne sollecitata ne contaminata dalle immagini e dai video che vediamo oggi. La sua era tutta Fantasia genuina, stimolata sulla base di racconti intorno al fuoco, magari per far addormentare i bambini, o per spaventarli. Ma questo non è assolutamente un film per bambini. Ma soprattutto il risultato non è eccezionale come personalmente sperato. Il risultato è comunque un caleidoscopio di immagini potenti ed evocative, e anche un carnevale di umani sentimenti, pulsioni e crudeltà, nonché una riflessione profondissima sulla natura dell'amore, che può (dovrebbe) essere dono e che invece, per quelle fiere che sono (ancora) gli esseri umani, è spesso soprattutto cupidigia, ma non convince appieno.
Ogni storia dipinta come un affresco, pieno di metafore, del genere umano nelle sue più diffuse e ricorrenti debolezze, una regina bramosa di un figlio che non può avere disposta a tutto pur di poterlo creare, un re che mette in piedi una prova-imbroglio pur di non dare in sposa a nessuno la sua unica figlia, due vecchie desiderose di una giovinezza perduta che ingannano un altro re erotomane accecato dalla lussuria, non raggiungono però l'obbiettivo finale secondo me (un senso specifico ma soprattutto conclusivo alle storie non c'è, forse solamente in quella della pulce), poiché dopo ben due ore e 5 minuti di visione, emerge tutta la debolezza delle storie raccontate, soprattutto La Cerva Fatata risulta essere nell'insieme ben poca cosa, anche se gli altri non scherzano (vedi La Vecchia scorticata). Tra l'altro, nota a margine, alcune scene sono davvero tanto crude ed orrende (che farebbero impallidire parecchie pellicole horror) che infastidiscono non poco (su tutte il cuore). Talvolta lasciare un po' di immaginazione in più allo spettatore sarebbe stato consigliato. Un esempio su tutti, a cosa è servito mostrare una povera vecchia pazza camminare scuoiata per le vie di un paese, quando era già stato ampiamente mostrato l'atto della scorticazione? (ma soprattutto finisce così, e poi?). Insomma qualche piccolo problema, ma non di poco conto.
Un pregio del film sta sicuramente nel fatto che gli ambienti che ospitano le tre vicende sono straordinari e così evocativi che, durante la visione del film, ho pensato fossero effetti digitali prodotti al computer. Invece, il film è stato girato interamente in Italia, tra le gole dell'Alcantara (un torrente siciliano che scorre tra pareti alte levigate dall'acqua), il castello di Donnafugata in provincia di Ragusa, il bosco di Sasseto nell'alto Lazio, Castel del Monte in Puglia e tanti altri, e questo è veramente stupendo. Ci sarebbe tanto da riflettere nel film, come i temi, oltre all'amore, per esempio l'inganno, un tema ricorrente, riproposto in più di una di queste vicende, l’inganno messo in piedi con precisa oculatezza ma che è sempre tenuto in piedi a fatica, ha una base debole ed è destinato inevitabilmente a cadere, a rompersi. Il film è anche la storia di egoismi che, nutriti del loro nulla, ingrassano fino a raggiungere dimensioni abnormi. L'egoismo è negli occhi del re di Altomonte che, di fronte alle manifestazioni di affetto della figlia, seguono i salti di una pulce, è nel paradosso di un corpo che dovrebbe essere minuscolo, quasi impercettibile, e assume invece un'importanza gigantesca al punto da soffocare la propria esistenza. Tre personaggi che non si crucciano se il mondo e le persone a loro più care vanno in rovina, purché i loro capricci trovino soddisfazione. Sono sovrani, perciò il loro volere è legge, legge inderogabile, chiunque "scavalchi" il muro del tortuoso e incomprensibile percorso delle loro brame merita una pena esemplare. In effetti quindi questo film non sembra, come dice il titolo, un racconto ma bensì una poesia sussurrata delicatamente, e non è quello che mi aspettavo.
Un film comunque profondo, a volte ironico, a volte erotico, a volte leggero che ti travolge di emozione e ti sconvolge per la sua crudezza e essenzialità, ma personalmente non ho trovato il film ne avvincente, né stimolante. Per non parlare degli attori, a volte inevitabilmente sopra le righe, la Salma che pare una 'salma', pazza e scorbutica, Cassel in preda a convulsioni, Jones abbastanza pazzo e tutti gli altri (dagli odiosi gemelli albini a le vecchie) raccontati con una mono espressività irritante, neanche la bella fanciulla si salva. Comunque bisogna dare merito che i 'mostri' sono visivamente convincenti e fanno davvero paura, quasi ribrezzo. Ma non bastano, certamente però sommando le cose buone e quelle brutte, il film raggiunge la piena sufficienza, ma definirlo un capolavoro mi sembra assurdo e presuntuoso. Il regista ha provato qualcosa di diverso ed è riuscito a far entusiasmare quei critici filosofici e letterari, quei critici dei festival (Cannes), quelli italiani (ha vinto ben 7 David di Donatello), ma non me, e comunque non credo di essere il solo a conferire a questa pellicola, un giudizio negativo non proprio, ma non così lusinghiero o estremamente positivo. Questo è ovviamente solo il mio personale pensiero. In definitiva, un film certamente elegante e intrigante, ma non così eccezionale, e soprattutto per chi non l'ha ancora visto, consiglio di riflettere e sapere quello che vedrete, potreste rimaner delusi e schifati. Per me è stato così, ma ognuno può vederla come vuole. Voto: 6+

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