Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 06/06/2016 Qui - Spy è una divertente action-comedy del 2015 scritta, diretta e prodotta da Paul Feig, regista di Corpi da reato e del futuro Ghostbusters al femminile con Melissa McCarthy (alla terza collaborazione dopo anche Le amiche della sposa). Il regista con questo film sembra averci preso gusto, infatti insiste proseguendo il processo di femminilizzazione della commedia d'azione e realizza una versione 'femminista' di James Bond. Difatti, è ormai certo che le donne fanno ridere come gli uomini e come loro seducono, anche se in versione oversize. Tutto Spy ha infatti come idea fondante quella di rivalutare il ruolo della donna all'interno del genere spionistico, mettendola in qualche modo al centro, libera dalle invadenze virili che spesso occupano il grande schermo quando film di genere spionistico vengono proiettati, anche se di spie donne la storia già ne annovera moltissime ed in ogni epoca e anche nei film d'azione. Ma aldilà di questo, oltre a Melissa McCarthy nel cast fanno parte Jason Statham, Rose Byrne e Jude Law. Susan Cooper (Melissa McCarthy), agente della CIA senza licenza di uccidere, è relegata dietro alla scrivania da un machismo duro a morire. Intelligente, brillante e competente analista, Susan 'teleguida' gli agenti su campo da un ufficio underground infestato da ratti e pipistrelli. Innamorata di Bradley Fine (Jude Law), agente charmant che abusa del suo ascendente, Susan fatica a trovare il suo posto nel mondo. La morte improvvisa di Fine, per mano della perfida Rayna Boyanov (Rose Byrne), boss in capi sinuosi ossessionata dai suoi capelli e decisa a vendere un ordigno nucleare a un pericoloso criminale, vince le sue resistenze. Ma la vita fuori dal bureau si rivela presto vorticosa e complessa, a complicarla poi intervengono un agente dimissionario dall'ego ipertrofico (Jason Statham) e un agente 'italiano' col vizio del palpeggiamento. La protagonista è tutto tranne che una spia in grado di operare direttamente sul campo (tutto il film non fa altro che smentire questo assunto) ma verrà comunque arruolata (poiché nessuno conosce la sua identità) per monitorare senza avvicinare il suo bersaglio, Susan però finirà per confrontarsi con Rayna in un casinò di Roma, innescando così un'operazione che la vedrà indiscussa protagonista sotto improbabili parrucche e deprezzanti coperture, cercando di prevenire un disastro globale.
Spy è un giocattolino ben riuscito, facile da guardare come bere un bicchiere d'acqua frizzante (a volte molto frizzante, anche troppo, perché ogni 3 parole del film, una è una "parolaccia", ed il 50% delle parolacce o delle scene esplicite del film hanno il sesso come argomento....ma siccome oggi già a 10 anni nessuno si scandalizza più, non importa). La storia è al limite del cliché, ma ci sta. Le solite spie, la Cia, i buoni, i cattivi, i doppiogiochisti, gli inseguimenti, le sparatorie, indovina chi vince alla fine, tutto già visto. Quello che cambia sono le parti. La goffa detective (l'ottima Melissa McCarthy) nei panni del James Bond di turno e la sua partner impacciata (l'altrettanto brava Miranda Hart) sono il trionfo del ribaltamento dei ruoli, con l'uomo a far la parte del comprimario (dal belloccio al tonto bamboccione) e la donna a salvare il mondo. E già questo sarebbe un punto a favore. Ma quel che funziona straordinariamente è l'effetto paradosso, laddove la ciccia della protagonista (efficace al pari dei muscoli più palestrati) diventa la miccia capace d'innescare scene esilaranti. A dispetto del suo aspetto Susan Cooper ha coraggio, fantasia, rapidità d'azione, intuito, perfino cinismo. Tutti ingredienti indispensabili per una perfetta agente della Cia in missione sul campo, da che mondo è schermo (o testo). Ma Susan ha un'arma in più, l'autoironia, e la sua è una simpatia che contagia. Il film (che ovviamente ironizza sulle atmosfere alla 007) funziona anche perché quando si tratta di una commedia e si ride non si può negare che la "macchina" funzioni. In questa storia però non ci sono dolci fanciulle, ma cattive toste con gli attributi e una donna eterna anatroccolo solo nell'aspetto perché anch'essa una vera combattente. Infatti colei che guida da uno scantinato le gesta del miglior agente della CIA, artefice al 50% dei successi delle missioni (ma senza gratificazione ufficiale), dopo la morte del partner è pronta a mettere in gioco anni di addestramento teorico al servizio delle indagini. Non è affascinante, ma di buon cuore, volenterosa e spassosa. Spetta a lei (sottovalutata nell'ambiente soprattutto, e bisogna dirlo, per la sua apparenza estetica anche se, in realtà, risulta molto più brava di certi agenti) trovare in se stessa quell'atteggiamento necessario per picchiare duro ed essere la spia più imprevedibile e caparbia della CIA. Dolce, paffuta e sempre molto divertente da vedere, Melissa McCarthy infatti prende le redini del gioco e diventa una super spia dalle doti insospettabili. Le fanno da contraltare buoni e cattivi da incorniciare, tutti "signori" caratteristi funzionali alla parodia e allo sberleffo. Il marchio di fabbrica è quello demenziale stile 'aereo più pazzo del mondo' ma non mancano i dialoghi alla Tarantino, i rallenty alla Sherlock Holmes, gag e battute modello Una notte da leoni. La contorsione e lo strizzamento di codici ben noti ai fan dei più inossidabili 007 (difatti, fin dai titoli di apertura la canzone sembra "Skyfall" di Adele dell'omonimo film su James Bond), avviene per mezzo della straripante Melissa che con la sua dirompente carica di simpatia mette tutti al tappeto, iniziando da se stessa (e ce ne vuole ve lo assicuro). In questo caso, però, tutto è l'opposto dei classici film di spionaggio, la spia non solo è una donna che non sa fare la spia, ma anche i gadget sono alquanto esilaranti rispetto all'alta tecnologia riservata al famoso agente Bond, qui non esistono le "bond-girl" quanto semmai il "bond-boy" italiano (abbastanza inutile e irritante però).
Buono in ogni caso il cast di attori. A partire ovviamente da Melissa McCarthy che riesce in questa missione ad essere credibile nel suo ruolo, ridotta forse ad una comicità un po' fantozziana, che migliora dalla metà in poi del film, quando anche il suo personaggio supera l'iniziale timidezza. Impacciato non è sempre sinonimo di divertente, almeno in questa commedia, leggera e piacevole, spassosa a tratti e soprattutto nel finale in un climax di comicità ascendente e qualche quasi prevedibile colpo di scena. Una prevedibilità non per forza negativa, rassicurante per gli amanti del genere. Ma oltre alla frenetica, debordante, simpatia di Melissa McCarthy, si distingue Jason Statham nel ruolo di una spia poco sveglia e convinta di essere utile quando è tutto il contrario. La vera scoperta è lui, molto efficace nel ruolo di Rick Ford, spia "titolare", geloso della chance concessa a Susan, tanto intraprendente quanto ottuso (notevole la battuta nella scesa finale sul lago Balaton, ma niente spoiler!). E' bello vedere nel film Statham fare la parte di una spia all'apparenza dura e rude ma che, in realtà, forse farebbe meglio a fare un altro lavoro vista la sua goffaggine. L'attore prende quasi in giro le sue solite parti da uomo d'azione ed è quindi esilarante vederlo interpretare questo agente. Emblema del contemporaneo cinema dei duri tutto pugni e adrenalina, mette infatti in gioco la sua proverbiale inespressività facciale al servizio della satira estremizzando il concetto di spericolatezza in un film dove il trash è tale e non trova giustificazione. Jude Law invece timbra senza guizzi un ruolo tutto sommato semplice, dato che appare solo per un terzo di film e che fa la parte dell'affascinante ma stupido, ma che è sempre un perenne rubacuori, questa volta la vittima è proprio la McCarthy che, pur di aiutare il collega, decide di cimentarsi come spia "in azione". Discreta Rose Byrne nei panni di una cattivissima (ma forse non così tanto) bulgara che cerca di vendere un'arma letale appartenuta precedentemente a suo padre, un personaggio forse eccessivamente caricato, ma non privo di fascino, soprattutto nei serrati botta e risposta trash con Susan. Questi quattro mattatori sembrano fare a gara di bravura (e si deve dire che il doppiaggio non è poi così male, tale sicuramente da non smentire la loro caratura attoriale), e non vince alla fine nessuno, tutti ingredienti equilibrati per una commedia che, appiattito premunitamente l'encefalogramma, può apparire addirittura perfetta, per quanto è vivace e trascinante (in questo senso, addirittura coraggiosa). Dunque un film piacevole, divertente, a tratti davvero esilarante. A patto di prendere il tutto con leggerezza, senza voler dare alla pellicola chissà quale altro significato più profondo. Nel complesso è carino soprattutto perché, pur essendo una commedia, non disdegna delle scene d'azione ben fatte (fatta eccezione per la sequenza dell'inseguimento). E' un film che fa ridere, forse non adatto ai più piccoli (anche se, purtroppo, ormai non c'è da stupirsi se li vedono lo stesso). Insomma due ore in allegria, con qualche buona risata. Voto: 6+
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