Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/05/2018 Qui - Nel 2011 Quasi amici fu una vera sorpresa, è stato uno di quei film incredibili che con il passaparola diventano nel tempo veri cult. Casi rari. Ha lanciato l'attore Omar Sy e ha fatto ridere sulla disabilità. Legato a quel ruolo e considerato un attore da commedia, Sy aveva già dimostrato la sua versatilità di interprete in Samba ma soprattutto successivamente in Mister Chocolat, meno, seppur in modo passabile in Jurassic World e Il sapore del successo, peggio invece in Good People e Inferno. Nello stesso anno di quest'ultimo quindi egli prova perciò a ripartire da uno schema simile a quel grande successo, per voler dimostrare al grande pubblico qualcosa di più. Peccato però che nonostante la sua presenza, nonostante il suo talento e nonostante dia in ogni caso quel qualcosa in più, il suo ultimo lavoro non lasci quasi per niente il segno. Perché anche se Famiglia all'improvviso: Istruzioni non incluse (Demain tout commence), film del 2016 diretto dal semi sconosciuto regista francese Hugo Gélin, è una commedia che riesce abbastanza bene a coniugare comicità con l'importante messaggio della gestione consapevole e responsabile di una paternità praticamente piovuta dal cielo, il risultato non è altrettanto riuscito. Famiglia all'improvviso è infatti certamente un film ben fatto (la qualità visiva, monetaria e di merchandising c'è e si vede), che avrebbe una valenza maggiore però se non fosse un rifacimento di Instructions Not Included di Eugenio Derbez del 2013 (film che mi sorprese davvero in positivo e che altresì mi commosse parecchio oltre a divertirmi tanto). I dialoghi infatti sono i medesimi (seppur meno incisivi) ma con una diversa locazione (non proprio efficace a parer mio) dello svolgimento della storia. Al posto del Messico c'è la Francia e invece degli States la grigia Inghilterra. Soprattutto però, seppur la forza mimica e rappresentativa di Omar Sy, protagonista del film è notevole, essa è inferiore a quella di Eugenio Derbez protagonista, oltre che regista di quel piccolo gioiellino.
In parole povere questo film, non aggiunge niente di più a quanto offre il film originale (solo un cast più "famoso" e una qualità maggiore) caso mai possiamo dire che ha meno dinamica emotiva, meno pathos, cosa che Derbez invece riusciva ad offrire con maggiore variazione di contrasti oltre ad essere anche meno discontinuo. Proprio perché se l'originale messicano era una pellicola divertente e ilare, capace di trattare tematiche profonde con una non banale leggerezza, questo remake franco-britannico con protagonista (un alquanto forzato e poco credibile) Omar Sy sceglie invece una strada più facile, adagiandosi su stereotipi dolci-amari pensati ad hoc per il grande pubblico. Inoltre in Famiglia all'improvviso: Istruzioni non incluse tutto è prevedibile e scontato in un crogiolo di sentimentalismo a buon mercato dove una fastidiosa retorica schiaccia qualsiasi istinto comico in favore di una narrazione scontata che neanche il colpo di scena finale (al contrario del miglior precedente lavoro) è capace di impreziosire. Anche se tuttavia resta comunque una storia e una pellicola positiva raccontata con garbo e capace di trasmettere un messaggio di speranza e che, pur non brillando per originalità né compiutezza, si lascia comunque guardare con discreto interesse nelle sue forse eccessive due ore. Dopotutto le tematiche e le vicende che bene avevano espresso il loro potenziale nell'originale, ritornano anche qui. Proprio perché Famiglia all'improvviso: Istruzioni non incluse, è sempre e comunque un piacevole canto alla famiglia non tradizionale che intreccia, con leggerezza e buon ritmo, toni comici e quelli drammatici. Una storia dei nostri giorni in grado di proporre (seppur nuovamente e con meno decisione) forti richiami sui malintesi della vita quotidiana e le contrapposizioni che segnano l'esistenza di un uomo qualunque.
Non a caso il centro di tutta la vicenda, quella di Samuel (Omar Sy appunto) che vive la sua vita nel Sud della Francia senza responsabilità e senza legami importanti fino a quando una delle sue vecchie fiamme (Clémence Poésy) gli lascia tra le braccia una bambina di pochi mesi, ovvero sua figlia Gloria, e che inizialmente incapace di prendersene cura, Samuel impara giorno dopo giorno (anno dopo anno) ad essere un buon padre (fino a quando una sorpresa inaspettata, e non sarà l'unica, cambierà le loro vite), è rappresentato dal rapporto padre-figlia con un finale a sorpresa che aiuta a rileggere i fatti in una luce nuova. La paternità che viene descritta dal regista si presta infatti a molti spunti di riflessione. La presenza della figura paterna, o la sua assenza, esercita nella crescita dei figli un ruolo fondamentale. Il padre rappresentato da Samuel è un prode che si batte per la felicità della propria bambina. Il dovere di prendersi cura di qualcuno lo costringe a diventare adulto facendogli scoprire abilità nascoste di genitore. Crea per Gloria un universo fantastico dove nasconde la fuga della madre presentandola come un super eroe impegnata a salvare il mondo. Difatti, capace in ogni caso di emozionare e far sorridere, Famiglia all'improvviso: Istruzioni non incluse, richiede volontà di pensare, di conoscere, di valutare. Peccato però che nonostante il tema e le premesse intriganti, l'occasione per divertirsi con le scorribande irresponsabili di un padre irrequieto che di mestiere fa lo stuntman a Londra (non proprio una città "cinematografica") e non spiaccica una parola di inglese (anzi lo storpia, e per chi sa come alcuni francesi parlano l'inglese c'è poco da spiegare) venga avvilito da una seconda parte meno convincente e leggermente ricattatoria (anche se in verità, anche e forse sapendo già tutto, ho pianto tuttavia zero).
Non dimenticando che in tal senso la particolarità del film sta nell'alternare toni comici e più drammatici, spiazzando lo spettatore in più di una situazione, specie verso la fine. Un tentativo anche lodevole, nel cercare di dare maggiore spessore ai suoi protagonisti, ma che qui cede però spesso alla retorica e a un sentimentalismo facile. Nulla di male a voler far piangere, e Omar Sy come interprete ne avrebbe pure le capacità, ciò che non torna a mio parere è che la sceneggiatura non riesce a tenere le redini sul suo personaggio. Casanova del primo quarto d'ora e padre giocherellone del secondo, egli diventa un debole in balia degli eventi nel resto del film. Passi il fatto che per puro altruismo un uomo dedito a feste e donne, senza il minimo scrupolo di mentire alla sola persona che lo protegge, dimentichi tutto questo e diventi un casto padre in una Londra che non gli offre nulla di stimolante (passa le serate a proiettarsi le serie che interpreta in tv), è però poco credibile quando gli affetti intorno alla figlia cambiano, compaiono dal nulla madre e patrigno, ed egli si eclissa in una storia troppo piena di incongruenze e colpi di scena. Anche i personaggi di contorno più interessanti, come l'amico della famiglia, sorta di genitore aggiunto, sufficientemente interpretato da Antoine Bertrand, lanciano input che suggeriscono l'evolvere di situazioni imprevedibili, finendo invece per deludere ogni aspettativa. E' come se si fosse curata di più l'esposizione che lo sviluppo dei caratteri. Il problema principale di questo remake appunto, in cui a convincere è solamente la parte puramente di commedia.
Nel film non funziona soprattutto la figura della madre (una non perfettamente in parte e abbastanza spaesata Clémence Poésy), fino a metà ha un ruolo marginale ma quando riappare si fa fatica a crederle e ad entrare in sintonia. Non ha la profondità psicologica del villain che vorrebbe essere. Forse anche per questo Samuel non convince fino in fondo, con un'antagonista così debole, la sua lotta per riconquistare la figlia è priva di interesse, dall'esito (apparentemente) scontato. D'altronde scontato fino in fondo il film non lo è, in effetti si riscatta nell'ultimo quarto d'ora. Lasciando però l'insoddisfazione per aver assistito ad una storia che prometteva (nuovamente) molto bene e si è invece rivelata un'occasione perduta almeno per metà. Proprio perché nonostante il già citato Sy, che presta il fisico imponente e il sorriso rassicurante ad un padre bambino, tanto premuroso e responsabile quanto ingenuo e immaturo, e la sua controparte, la piccola esordiente Gloria Colston, davvero molto spigliata e spontanea, una trama furbetta che unisce momenti teneri e spassosi ad altri più sentimentali e drammatici, non riesce a raggiungere delle vette significativamente coinvolgenti né nell'uno né nell'altro ambito, a causa di una scrittura (troppo) spesso superficiale e anche un po' prevedibile. Tuttavia, nonostante i difetti e le notevoli differenze in negativo dall'originale, Famiglia all'improvviso: Istruzioni non incluse è un film che va visto comunque perché rispetto a tanti film che non dicono niente, questo lancia un messaggio al nostro cuore, anche se è d'obbligo in ogni caso vedere l'originale di Eugenio Derbez, perché offre di più e lo fa in maniera magistrale. Voto: 6-
Non a caso il centro di tutta la vicenda, quella di Samuel (Omar Sy appunto) che vive la sua vita nel Sud della Francia senza responsabilità e senza legami importanti fino a quando una delle sue vecchie fiamme (Clémence Poésy) gli lascia tra le braccia una bambina di pochi mesi, ovvero sua figlia Gloria, e che inizialmente incapace di prendersene cura, Samuel impara giorno dopo giorno (anno dopo anno) ad essere un buon padre (fino a quando una sorpresa inaspettata, e non sarà l'unica, cambierà le loro vite), è rappresentato dal rapporto padre-figlia con un finale a sorpresa che aiuta a rileggere i fatti in una luce nuova. La paternità che viene descritta dal regista si presta infatti a molti spunti di riflessione. La presenza della figura paterna, o la sua assenza, esercita nella crescita dei figli un ruolo fondamentale. Il padre rappresentato da Samuel è un prode che si batte per la felicità della propria bambina. Il dovere di prendersi cura di qualcuno lo costringe a diventare adulto facendogli scoprire abilità nascoste di genitore. Crea per Gloria un universo fantastico dove nasconde la fuga della madre presentandola come un super eroe impegnata a salvare il mondo. Difatti, capace in ogni caso di emozionare e far sorridere, Famiglia all'improvviso: Istruzioni non incluse, richiede volontà di pensare, di conoscere, di valutare. Peccato però che nonostante il tema e le premesse intriganti, l'occasione per divertirsi con le scorribande irresponsabili di un padre irrequieto che di mestiere fa lo stuntman a Londra (non proprio una città "cinematografica") e non spiaccica una parola di inglese (anzi lo storpia, e per chi sa come alcuni francesi parlano l'inglese c'è poco da spiegare) venga avvilito da una seconda parte meno convincente e leggermente ricattatoria (anche se in verità, anche e forse sapendo già tutto, ho pianto tuttavia zero).
Non dimenticando che in tal senso la particolarità del film sta nell'alternare toni comici e più drammatici, spiazzando lo spettatore in più di una situazione, specie verso la fine. Un tentativo anche lodevole, nel cercare di dare maggiore spessore ai suoi protagonisti, ma che qui cede però spesso alla retorica e a un sentimentalismo facile. Nulla di male a voler far piangere, e Omar Sy come interprete ne avrebbe pure le capacità, ciò che non torna a mio parere è che la sceneggiatura non riesce a tenere le redini sul suo personaggio. Casanova del primo quarto d'ora e padre giocherellone del secondo, egli diventa un debole in balia degli eventi nel resto del film. Passi il fatto che per puro altruismo un uomo dedito a feste e donne, senza il minimo scrupolo di mentire alla sola persona che lo protegge, dimentichi tutto questo e diventi un casto padre in una Londra che non gli offre nulla di stimolante (passa le serate a proiettarsi le serie che interpreta in tv), è però poco credibile quando gli affetti intorno alla figlia cambiano, compaiono dal nulla madre e patrigno, ed egli si eclissa in una storia troppo piena di incongruenze e colpi di scena. Anche i personaggi di contorno più interessanti, come l'amico della famiglia, sorta di genitore aggiunto, sufficientemente interpretato da Antoine Bertrand, lanciano input che suggeriscono l'evolvere di situazioni imprevedibili, finendo invece per deludere ogni aspettativa. E' come se si fosse curata di più l'esposizione che lo sviluppo dei caratteri. Il problema principale di questo remake appunto, in cui a convincere è solamente la parte puramente di commedia.
Nel film non funziona soprattutto la figura della madre (una non perfettamente in parte e abbastanza spaesata Clémence Poésy), fino a metà ha un ruolo marginale ma quando riappare si fa fatica a crederle e ad entrare in sintonia. Non ha la profondità psicologica del villain che vorrebbe essere. Forse anche per questo Samuel non convince fino in fondo, con un'antagonista così debole, la sua lotta per riconquistare la figlia è priva di interesse, dall'esito (apparentemente) scontato. D'altronde scontato fino in fondo il film non lo è, in effetti si riscatta nell'ultimo quarto d'ora. Lasciando però l'insoddisfazione per aver assistito ad una storia che prometteva (nuovamente) molto bene e si è invece rivelata un'occasione perduta almeno per metà. Proprio perché nonostante il già citato Sy, che presta il fisico imponente e il sorriso rassicurante ad un padre bambino, tanto premuroso e responsabile quanto ingenuo e immaturo, e la sua controparte, la piccola esordiente Gloria Colston, davvero molto spigliata e spontanea, una trama furbetta che unisce momenti teneri e spassosi ad altri più sentimentali e drammatici, non riesce a raggiungere delle vette significativamente coinvolgenti né nell'uno né nell'altro ambito, a causa di una scrittura (troppo) spesso superficiale e anche un po' prevedibile. Tuttavia, nonostante i difetti e le notevoli differenze in negativo dall'originale, Famiglia all'improvviso: Istruzioni non incluse è un film che va visto comunque perché rispetto a tanti film che non dicono niente, questo lancia un messaggio al nostro cuore, anche se è d'obbligo in ogni caso vedere l'originale di Eugenio Derbez, perché offre di più e lo fa in maniera magistrale. Voto: 6-