martedì 23 aprile 2019

La stoffa dei sogni (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 25/06/2018 Qui - Un film "buffo" come lo sono certe commedie teatrali, questo è La stoffa dei sogni, film del 2016 diretto da Gianfranco Cabiddu e interpretato da Sergio Rubini e Ennio Fantastichini. Siamo di fronte, infatti, ad un film che fa del teatro la sua chiave di lettura nonché la sua chiave esecutiva. Non a caso la trama della pellicola, che è stata liberamente tratta dalla pièce L'arte della commedia di Eduardo De Filippo e dalla sua traduzione in napoletano de La tempesta di William Shakespeare, si svolge nelle realizzazione di un'opera teatrale da parte di una compagnia inedita, attori e criminali che si ritrovano per caso su un isola, quella dell'Asinara (isola carceraria nel mezzo del Mediterraneo dopo un naufragio). Tutti dovranno misurarsi in questa opera corale, e i criminali dovranno dare un'abile prova di se per non essere scoperti da un commissario amante del teatro. Ci sono difatti tutti gli ingredienti per un'opera buffa, che strappa sorrisi lievi (come la gestualità dello straordinario Rubini) ma soprattutto molte riflessioni sul senso del teatro come forma di riscatto, sul valore dell'integrazione, sull'amore per i figli (che sono tutti uguali, sia quelli del commissario che quelli dei criminali). Un film che sul finale ci riporta alla realtà, o meglio ad una realtà, perché giocando con il teatro, metafora della vita, si sfuma il confine tra reale e non reale e forse giudicheremmo le persone non solo per i loro sbagli. Una delle cose infatti più interessanti del film, non a caso la sceneggiatura ha vinto, a fronte di nove candidature, il David di Donatello nel 2017, è l'accostamento di queste due realtà teatrali con una commedia del grande inglese rielaborata in dialetto napoletano con accostamenti alla sceneggiata. Giacché il modo in cui le opere di Shakespeare e di Eduardo De Filippo vengono incorporate e fuse è brillante, gli autori riescono nell'intento di creare un adattamento libero e originale che rende comunque omaggio ad entrambe, senza confonderle o banalizzarle.

Le atmosfere sono un altro punto a favore de La stoffa dei sogni, ritratti campestri di sentieri selvaggi, mari cristallini e natura incontaminata (un'oasi di tranquillità che rimanda al Mediterraneo di Salvatores). Inoltre la fotografia del film non è mai banale e ritrae con occhio sapiente un paesaggio che diventa personaggio, un luogo senza tempo che fa da cornice perfetta all'opera Shakespeariana. Non tutto però risulta perfetto. Il film infatti pecca nel ritmo, a tratti è un po' sgrammaticato, lento e descrittivo. Non a caso quello che fa un po' acqua è la storia, che alla fine non prende, non assorbe completamente lo spettatore, anzi potrebbe anche annoiare. Anche se la grande pecca del film è l'assoluta mancanza di umorismo. I personaggi difatti sembrano scritti per creare situazioni al limite del grottesco, piuttosto bene direi, ma restano intrappolati senza mai "evadere" per davvero. Giacché, e poiché le interpretazioni contano eccessivamente troppo sull'elemento folcloristico (con il rischio di mettere da parte la tecnica cinematografiche), la  recitazione tende ad una totale teatralità, che si sa (sebbene in questo caso sia richiesta dal contesto narrativo) al cinema spesso e volentieri non funziona. Soprattutto per quanto riguarda i giovani interpreti (perché i vecchi nonostante le loro interpretazioni un po' antiquate se la cavano egregiamente), a cui sembra mancare totalmente un senso artistico nelle loro performance. Stessa pecca affligge i dialoghi in generale. Le conversazioni opulente ed eccessivamente romantiche poi, ingigantite dallo schermo e rese ancor più stucchevolmente poetiche, stonano nel contesto cinematografico. Infine i principi del filmico non trovano spazio nell'eccessiva drammaticità degli echi teatrali e penalizzano quello che in un diverso ambito, sarebbe stato più accessibile. Tuttavia a parte tutto ciò, e a parte la mancanza di una verve comica, il film è particolarmente originale (seppur convenzionale e quasi troppo televisivo), ben diretto, ben interpretato e meritevole di una visione. Ma non aspettatevi un capolavoro, ma solo un film comunque piacevole (poetico), forse troppo colto e non perfetto, e quindi neanche eccezionale, tuttavia interessante. Voto: 6-