sabato 20 aprile 2019

Genius (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/05/2018 Qui - Genius (Biografico, Usa 2016): Dopo il deludente mezzo biopic "letterario" Hemingway & Gellhorn, eccone un altro, un'altra delusione, anzi di più, perché se egli aveva qualcosa da raccontare (e due personalità famose), quest'ultimo Genius (ancor più storicamente sfumato), titolo che sta ad indicare la personalità quanto mai originale, folle e talentuosa dello scrittore Thomas Wolfe (personalmente sconosciuto), ne ha ben poco, visto che il film racconta solo dell'amicizia travagliata e sul rapporto tra l'editor (Colin Firth, nei panni di Max Perkins) e lo scrittore (Jude Law, nei panni di Wolfe), e quindi sulla questione del fino a che punto il primo possa interferire nei processi creativi del secondo per ottenere un'opera commerciabile, senza stravolgerne il significato e la potenza espressiva. Il film infatti per questo è poco coinvolgente (ad una prima parte passabile ne consegue una seconda tediosa e scollegata), giacché esso non riesce mai a dare emozioni e prosegue su una narrazione piatta priva di scarti registici rilevanti. Si sente difatti che la regia è nelle mani di un regista teatrale (alla prima opera cinematografica, Michael Grandage), dove la parola prende il sopravvento a scapito della capacità di tradurre le idee in immagini catturanti. In tal senso non aiuta la lettura di interi brani di testo nella sua versione originale e degli interventi su di esso operati, un simile approccio sullo schermo cinematografico risulta infatti difficile da seguire e, inevitabilmente, noioso. Senza contare che quest'approccio teatrale condiziona la sceneggiatura e i dialoghi, entrambi decisamente troppo verbosi, ma anche la performance degli attori, in particolare quella di Jude Law, che appare costantemente troppo enfatico e sopra le righe per essere credibile (un po' come la moglie Nicole Kidman). Più convincente e misurata l'interpretazione di Colin Firth, anche se esso insieme ad una buona scenografia e fotografia non basta a non giudicarla come una semplice pellicola di maniera, interessante (tuttavia solo per chi ama la letteratura) per il suo contenuto ma nulla di più. Proprio perché la vicenda (di cui forse non c'era neanche bisogno di raccontare o al massimo certamente in modo diverso), è raccontata senza guizzi, in maniera troppo classica e poco originale. Certo si muove e si scuote nella seconda parte (soprattutto per il carattere burbero dello scrittore e del suo tragico epilogo) ma complessivamente è un soufflé che non monta mai. Voto: 4,5