venerdì 31 maggio 2019

Guida tascabile per la felicità (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2018 Qui - Non esiste una guida tascabile per la felicità in generale, men che meno se si è adolescenti con un presente drammatico e tragico per la scomparsa di un genitore. Il film Guida tascabile per la felicità (A Birder's Guide to Everything), film indipendente del 2013 diretto da Rob Meyer, cerca di far coincidere il racconto del passaggio di un periodo cruciale nella vita di ogni persona e l'elaborazione del lutto che porta alla formazione e alla maturazione dei sentimenti, tentando la via della commedia per certi versi leggera ma delicata, senza calcare la mano né eccedere in un senso o nell'altro. Ne esce fuori un film per ragazzi che sa comunque parlare con una certa maturità, nonostante temi e dinamica già viste e usate nel cinema, gradevole e simpatico in alcuni momenti e più riflessivo in altri, ben interpretato e diretto senza sbavature, dotato di una sobrietà di fondo che coinvolge pur nel suo essere ordinario e privo di grandi acuti. Il film infatti, una commedia (praticamente un romanzo di formazione) dai toni allegri e divertenti rivolta ai ragazzi, tratta con toni delicati diversi temi universali dai rapporti familiari, all'amicizia, alla morte fino ai primi amori, in sostanza parla dei sentimenti, ma senza banalità grazie anche alle capacità dei suoi attori in particolare del protagonista, Kodi Smit-McPhee. Quest'ultimo interpreta David, un adolescente appassionato di birdwatching (hobby che riguarda l'osservazione e studio degli uccelli in natura e prevede la capacità di osservazione e di ascolto per il riconoscimento dei diversi canti degli uccelli), rimasto da poco orfano della madre che, in difficoltà nei rapporti con il padre che sta per risposarsi e che dopo aver intravisto un'anatra del Labrador, data per estinta a fine '800, compie un viaggio (proprio nel weekend del fatidico matrimonio) insieme agli amici Peter e Timmy e ad una ragazza, abile nella fotografia, su cui David ha timidamente messo gli occhi, per ritrovarla. Ma se ci riuscirà non è lecito sapere qui e adesso, di sicuro però la "caccia" fotografica si trasformerà in una lezione di vita per questi giovani e a trionfare saranno come sempre i buoni sentimenti.
Perché insomma, Guida tascabile per la felicità è una lezione di vita su come imparare ad essere felici, è in sintesi una deliziosa commedia dal tono leggero, che pur ricalcando in parte gli stilemi, soprattutto nei personaggi, del filone delle teen-comedy (è impossibile non scorgere un vago richiamo o omaggio al famoso cult degli anni Ottanta, I Goonies), resta originale e unico, grazie alla sua freschezza e semplicità, con i suoi toni veloci, ma mai eccessivi. Non a caso il regista, anche se forse in maniera trattenuta, dimostra di saper maneggiare tanto i cliché del genere quanto la durata del lungometraggio con mano delicata. Giacché nonostante la pellicola sia decisamente pregevole dal punto di vista visivo con uno stile asciutto e non accademico che punta tutto sui giovani attori come James LeGrosAlex WolffKatie Chang e Michael Chen (capaci di stare negli stereotipi a loro affidati senza lasciarsi inglobare del tutto da essi), e nonostante il piccolo sommovimento che porta con sé la comparsa(ta) di Ben Kingsley nei panni del veterano del birding Lawrence Konrad, il tono generale del film resta infatti un po' piatto e la missione filosofica dell'osservatore, tanto ben enunciata nel dialogo tra David (Kodi Smit-McPhee, che già aveva provato la sua notevole presenza scenica in Lasciami entrare, qui guida con grande naturalezza il film da cima a fondo) e la sua nuova amica, resta qualcosa che poi trova soltanto un'applicazione un po' banale, nella corrispondenza tra la sofferenza della madre e quella dell'anatra marina. Comunque un film gentile e d'atmosfera, ambientato al confine tra città e natura, che invita a guardare oltre le mura domestiche e scolastiche e ad avventurarsi in un mondo più adulto, ma soprattutto più grande. Voto: 6+

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