martedì 23 aprile 2019

Aliens: Scontro finale (1986)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/06/2018 Qui - Se c'è un film, un sequel quasi migliore del precedente o all'altezza dell'originale, quello è Aliens: Scontro finale. Il film infatti per forza di cose non è innovativo come il primo film, forse non ai livelli di tensione di quello di Ridley Scott, però il regista James Cameron in alcune cose, riesce a farlo diventare questo film del 1986, uscito 7 anni dopo il capolavoro originale, addirittura superiore, tipo in spettacolarità e divertimento, anche se in questo caso (nonostante il risultato comunque soddisfacente) la velata ironia di un Bill Paxton troppo esuberante e i classici stereotipi di alcuni personaggi non aiutano. Anche perché seppur l'approccio di Cameron porta in scena una dinamica dell'azione ancora più esasperata, aggressiva e quindi godibile, riuscendo comunque a conservare perfettamente "l'effetto thriller horror da astronave" che aveva reso famoso il precedente (nonostante lo stravolgimento di ottica e stile), essa si fossilizza su canoni leggermente standard. Tuttavia in questo modo da però al film un ritmo serratissimo, senza un attimo di pausa o noia, cosa che rende, nonostante tutto, questo film appunto, un ottimo action. Un action che con un uso artigianale degli effetti speciali (simili ma, forse, ulteriormente perfezionati dal precedente, un ulteriore premio Oscar a questi ne è la conferma) e tanta fantasia nel scrivere la sceneggiatura, regala sequenze particolarmente spettacolari ed emozionanti. Un sequel per questo che ha vita propria, completo e potente, giacché l'androgina Ripley (sempre eccellentemente interpretata da Sigourney Weaver) ritorna in maniera più "ampliata" e l'inserimento della bambina Newt allarga lo spettro psicologico del personaggio. Scaturisce così l'affascinante dualismo dell'eroina, fatta di acciaio e carne viva.

Madre determinata tanto quanto la regina aliena e lo scontro epocale che ne scaturirà è da antologia. Il film perciò, che racconta del nostro amato tenente che sola con il suo gatto Jones nella sua navicella, approda in una base spaziale dove, chi di dovere, propone a lei e a un gruppo di militari di far rotta su un pianeta abitato da esseri umani che potrebbe essere sotto la presa dei famigerati Aliens, procede come un treno impazzito, non c'è tregua, non c'è respiro. Perché decisamente a suo agio, il regista dimostra una rara abilità nel mescolare tutti gli elementi in gioco e non sbaglia una curva. Egli infatti, nonostante la difficoltà di ricreare l'atmosfera del primo Alien e di fare perciò il sequel di un capolavoro del cinema, ne esce quantomeno a testa alta. Poiché riuscendo a dare il suo personale imprinting autoriale, meno enfasi (la minaccia è già palese) e più fasi movimentate, meno improvvisazione e più momenti guerreschi, riesce in maniera intelligente di incanalare questo sequel sui suoi binari, spettacolari binari visti anche nel successone Terminator di due anni prima. In tal senso eccezionali sono le musiche, gli effetti speciali, il montaggio (quello sonoro addirittura vincitore di un Oscar, perché in effetti considerando il periodo storico il comparto audio/video è grandioso) le scenografie e gli attori. Tuttavia, come detto, non tutto è perfetto, giacché oltre all'inutile ironia, seppur i personaggi rimangono ben impressi nella mente, rimane scarna la caratterizzazione di essi. In definitiva però, non solo il fascino di Scontro finale è intatto, ma Aliens (giustamente definito all'epoca dalla critica cinematografica il miglior sequel della storia del cinema) risulta ancor oggi un sequel tecnologico e futuristico ineguagliabile, perché capace (in quasi tre ore di azione con altresì spunti drammatici e di culto) di suscitare nello spettatore forte adrenalina ed intrattenimento assicurato. Voto: 8,5