mercoledì 24 aprile 2019

Codice criminale (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/07/2018 Qui - Codice criminale (Dramma, Usa 2016): Nonostante sia basato su un soggetto interessante, anche se non molto originale (uno spaccato di vita familiare, di una famiglia di criminali analfabeti e ignoranti, che pascola tra le campagne inglesi e si accampa in roulotte e il cui prepotente patriarca è convinto che il mondo sia piatto), il film di Adam Smith (Don't ThinkSkins e Doctor Who) lascia un po' perplessi, forse anche più. Il film infatti, che si propone di descrivere l'impossibilità di sfuggire al proprio destino ma finisce soltanto per curarsi del folklore che gli sta intorno dimenticandosi delle motivazioni, che poggia sulle performance di Michael Fassbender e Brendan Gleeson, gira a vuoto, non diventa mai narrativamente accattivante. La vita senza regole della famiglia, gli scontri continui con la polizia, gli inseguimenti mozzafiato e il sistema che li rigetta sono alla fine difatti soverchiati da una sceneggiatura, seppur onesta, monotona e scontata. Se le psicologie dei personaggi sono discretamente descritte (anche se velleitario e privo di mordente è il rapporto padre-figlio), quello che tradisce sono le loro azioni: derubare auto per il gusto di guidarle e farsi beffe di una polizia impreparata, un padre-padrone che vuole mantenere il suo controllo sul clan (non senza qualche assurdità) e un finale che, invece di virare sul tragico, perde l'orientamento fino a sconfinare nel posticcio sono mosse che rendono evidenti i grossolani errori logici della pellicola. Una pellicola con un regia non certo efficace e ordinaria, una pellicola che non dice nulla e non va da nessuna parte, una pellicola in cui non si ha l'ardore e la voglia di immedesimarsi nel contesto e tantomeno in individui poco costruiti e isolati, una pellicola in cui le intenzioni (da cogliere qua e la) rimangono statuarie, crude e salomonicamente spente, una pellicola senza alcun motivo di interesse, nemmeno dal punto di vista socio-antropologico (superficiale e appena abbozzato qualsiasi tentativo di scandagliamento) ed emozionale. Si ha la sensazione infatti a fine visione di aver visto poco e raccontato non bene con incongruenze paesaggi-attori. Un vero peccato, perché il regista ha dalla sua le grandi interpretazioni di Fassbender e Gleeson (pur sprecando Sean Harris), dotate di quelle venature shakespeariane che avrebbero però richiesto uno script più attento e rigoroso. Così, Codice criminale (molto più efficace il titolo originale, Trespass Against Us) diventa un film onesto ma che sarà dimenticato in tutta fretta. Voto: 5+