martedì 23 aprile 2019

Alien vs. Predator (2004)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/06/2018 Qui - Nel 1997 si chiudeva la celebre saga Alien con appunto Alien 4: La Clonazione mentre nel lontano 1991 terminava la serie (di soli due film) Predator. Nel 2004, il "cerchio mitologico" delle due puntate delle creature spaziali più "paurose" e di successo dello schermo, vengono riunite (forse imprudentemente, anche se la storia del cinema di genere è ricca di "contro" spesso improbabili ma tuttavia riusciti), ancora una volta, sotto la produzione della 20th Century Fox. Ne esce un crossover, anzi prequel (non canonico) della saga di Alien e spin-off di entrambe, che forse dal punto di vista cinematografico poteva essere migliore, molto migliore (dopotutto incrociare due film di cassetta non è certo garanzia di successo, semmai è indice di scarsa creatività), ma certamente un prodotto di puro intrattenimento. Un prodotto sicuramente fracassone e di bassa lega, anche perché uno che vuole vedere Alien vs. Predator deve essere preparato al peggio, tuttavia anche se il risultato di questa operazione (con gli umani a fare letteralmente la parte delle vittime sacrificali) non è proprio esaltante, ha delle frecce al suo arco. Certo, la confezione da B-movie non gliela toglie nessuno, non bastasse la presenza di Raoul Bova (poteva morire anche un po' prima di fare questo film, che poi sinceramente non capisco che ci sta a fare), si considerino gli effetti speciali (di qualità altalenante, ma, a volte, più che discreti) e la sceneggiatura che, al di là della succulenta idea di far scontrare Aliens con Predators, e gli umani come cavie, è fin troppo semplificata, quando non addirittura deprimente, ma, a parte il fatto che il film scorre via abbastanza velocemente (quindi quasi non c'è il tempo per annoiarsi), la seconda parte, a parte che si stacchi la spina cerebrale è condizione imprescindibile, offre lo spettacolo sufficientemente vibrante e truculento che ci si aspetta e quindi, in definitiva, consente al film di raggiungere, sempre nei limiti dei generi, la sufficienza.

Perché anche se tutti i personaggi, tranne forse quello interpretato da Lance Henriksen (già co-protagonista di Aliens: Scontro Finale e di un cameo in Alien 3, in verità l'unico punto di contatto con la saga originale), sono stereotipati e perché l'orrore (quello vero) latita (non precisamente il massimo per questo genere di intrattenimento), e anche se agli ottimi effetti speciali fanno da contraltare soprattutto ad una storia piuttosto strampalata e non ben sceneggiata, il regista Paul W.S. Anderson, svolgendo la vicenda in uno scenario sperduto e da suspense sicura, e garantendo intrattenimento a buon mercato (non annoiando e affidandosi a scene action mirabolanti), fa bene il suo sporco lavoro, come fanno la loro sporca figura i Predator. Proprio perché il regista, che comunque ha fatto molto meglio in seguito con Resident Evil, seppur ci propone un prodotto fanta-action di poco valore per quanto riguarda la scelta del cast (a parte Lance Henriksen e Sanaa Lathan, che almeno è una bella gnocca e recita, nella comunque pochezza che le consente la sceneggiatura, decentemente) e la relativa prova attoriale, a mio parere riesce (come detto prima) ad offrire allo spettatore cultore del genere, un valido intrattenimento che non annoia e segue un ritmo lineare fino al finale aperto ad un sequel che puntualmente arriva. Certo, certe scene più che spaventare fanno ridere, però grazie a scenografie interessanti ed effetti speciali degni, senza dimenticare l'ultimo interessante colpo di reni, ovvero l'inaspettata alleanza tra il Predator e l'umana (che è l'invenzione migliore del film e viene portata avanti dignitosamente), egli si lascia (se tuttavia non vi aspettate granché) tranquillamente vedere. Voto: 6