Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/05/2018 Qui - Basato sul romanzo del 2003 The Kaiser's Last Kiss di Alan Judd, L'amore oltre la guerra (The Exception), film del 2016 diretto dal regista teatrale inglese al suo debutto nel mondo del cinema David Leveaux, tratta il tema della patria e degli "ideali", su quanto possano essere importanti e su quale debba essere il prezzo per doverli seguire, ma anche dell'amore che supera tutti gli ostacoli, in un inno alla lotta contro il male. Questo thriller spionistico infatti (che potrebbe tranquillamente far parte della serie di drammi di guerra come The imitation game e Allied, dato che si configura come un prodotto ibrido tra il dramma e il genere thriller), coadiuvato da una buona presenza attoriale e da una degna colonna sonora, mescola saggiamente (il dosaggio dei vari registri difatti è sempre mantenuto sotto controllo) romanticismo e drammaticità, con un pizzico di azione. Non a caso la pellicola, ambientata all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, quando le armate di Hitler sembravano inarrestabili e nel palazzo di Doorn, nei Paesi Bassi, dove il Kaiser Guglielmo II (che va va avanti grazie alla rendita concessagli dal Fuhrer, nonostante con quest'ultimo il rapporto sia contraddittorio) trascorse in esilio gli ultimi anni della propria vita, racconta di un soldato nazista però di sani principi e in disaccordo con i metodi utilizzati che, incaricato di capire se la resistenza olandese è riuscita a far infiltrare una spia all'interno del palazzo, finisce con l'innamorarsi di una domestica olandese ebrea che metterà così in discussione l'intera indagine e il suo futuro. Tuttavia il film ha il difetto di non far capire che tipo di film si sta guardando (i due piani del racconto difatti seppur piuttosto separati hanno però due "prese" completamente diverse sullo spettatore), perché per gran parte del tempo si è in attesa di una svolta nella vicenda spionistica (che sembra essere quella principale), quando invece tutta l'attenzione è attirata dalla personalità e dalle vicende (tra cui l'incontro adulatorio da parte dell'imperatrice Erminia interpretata da Janet McTeer con Himmler, meravigliosamente interpretato da Eddie Marsan, ritratto come un viscido personaggio e spietato assassino che descrive con cruda freddezza gli esperimenti in corso sugli ebrei) del Kaiser, che in ogni caso grazie anche all'ottima performance attoriale di Christopher Plummer è la parte più interessante del film (anche perché è un soggetto che nessuno ha mai trattato, seppur in verità non so quanto ci sia di reale).
Film però che troppo spesso e a discapito dell'interessante sguardo sul passaggio di potere dalla monarchia al nazionalsocialismo, un addio ai governi del passato, alla vecchia aristocrazia e alla ricchezza per nascita, vengono lasciati in secondo piano per far posto a una storia d'amore (tra il Jai Courtney di Suicide Squad ed altri e la bella Cenerentola Lily James, che offrono comunque due interpretazioni di buon livello) sì bella ed intrigante ma banale e poco originale. A tal proposito se dignitosa è la regia (che regala anche due scene di sesso per certi versi sorprendenti in cui estasiato e spiazzato viene mostrato il meraviglioso corpo della James, inutile invece, perché eccessivamente crudo visto il contesto, un nudo integrale del protagonista maschile), seppur prevedibile e non del tutto avvincente è la sceneggiatura (in cui tuttavia i personaggi di contorno risultano spesso macchiettistici al contrario del ritratto dell'imperatore), se discreto è il ritmo, nonostante le scene d'azione siano veramente limitate, se buona è la ricostruzione, anche se quasi tutto il film è ambientato nella tenuta del kaiser, probabilmente anche per motivi di budget, non proprio immenso, troppo ottimistico è il finale del film. Un film non eccelso e che tutto sommato non offre molto, anche perché seppur si segue fino alla fine pochi sono i guizzi, ma accettabile. Probabilmente forse troppo diviso dalle vicende raccontate, ma con una buona solidità (grazie agli attori ed alcuni ottimi momenti) e un intento comunque nobile nel trattare da una prospettiva inusuale (e molto interessante) quella vergognosa pagina di storia che fu il nazismo. Voto: 6+