mercoledì 17 aprile 2019

Lasciami per sempre (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/04/2018 Qui - Lasciami per sempre (Commedia, Italia 2017): Quando c'è, la famiglia ti pesa e, quando non c'è, ti manca. Sostanzialmente, intende ribadire questo la pellicola (e dubito servisse questo film per dire ciò, anche perché granché oltre essa non va), una commedia corale scritta dalla regista Simona Izzo insieme a Matteo Bondioli. Una commedia italiana sulla famiglia allargata tuttavia piena di luoghi comuni, di dialoghi risibili e personaggi troppo stereotipati. Perché in sostanza quest'opera, in bilico tra dramma familiare e commedia sentimentale (a base di coppie scoppiate, che scoppiano o in procinto di nascere), un'opera esuberante e caotica, seppur girata con un piglio anarchico e sincero, per un tema che evidentemente le sta molto a cuore, non è del tutto riuscita. Lasciami per sempre infatti, che racconta di una madre che organizza una festa di compleanno al figlio Lorenzo che compie vent'anni, riunendo così l'allargatissima famiglia, non è ben amalgamato e la sceneggiatura (decisamente negativa la prima ora piena di un'accozzaglia di personaggi così grottescamente folli da sembrare quasi irreali, solo passabile la mezz'ora finale perché più amabile, briosa e con qualche buona intenzione) è chiassosa e zoppicante. Un lavoro insomma accurato nella confezione, ma dalla scarsa consistenza sul piano dei contenuti (malgrado le sue buone intenzioni), basato su una serie di caratterizzazioni anonime nella loro sgraziata mancanza di garbo, di misura. Inoltre momenti comici sbagliati, interpretazioni sopra le righe di tutto il cast, tutti abbastanza acerbi i "giovani" soprattutto come presenze scenografiche (Myriam CataniaAndrea BellisarioMarco Cocci) mentre abbastanza in linea quelli adulti (Barbora BobulovaMaurizio CasagrandeValentina Cervi e Max Gazzè, l'unico in verità perfetto nel ruolo e che si fa abbastanza apprezzare, soprattutto per il brano inedito incluso nella passabile colonna sonora, anche se il migliore è il più vecchio di tutti, Mariano Rigillo) e situazioni troppo banali, grottesche e scontate, non aiutano la riuscita di un film appunto caotico e abbastanza noioso. Certo, si fa vedere, anche perché è leggero, tuttavia nel complesso i 100 minuti passano troppo prevedibilmente, con un gran finale altrettanto telefonato nella sua ricerca ostinata di una soluzione accomodante e pacificante. Davvero troppo poco. Voto: 4