mercoledì 29 maggio 2019

La ragazza del mondo (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/06/2018 Qui - L'esordio alla regia di Marco Danieli porta con sé un interessante, bello ed alquanto originale dramma romantico, La ragazza del mondo, film del 2016 diretto dal regista di Tivoli che, grazie a questa pellicola ha vinto il David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il film infatti, che non è solo la classica storia d'amore di due giovani "disadattati", che non è un film sul fanatismo religioso (con accenti di forte critica), racconta di una (intensa) crescita (di una giovane ragazza ingabbiata dalle rigide, ferree ed ambigue regole dei figli di Geova) che si concretizza nella conquista della libertà, percorso faticoso e necessario per chi non vuole rinunciare alla propria identità (e all'amore). Non a caso La Ragazza del Mondo non si limita a raccontare una pura e semplice relazione sentimentale travagliata ed ostacolata, ma in particolar modo quanto certi "gruppi" o congregazioni nella società, quale possa essere appunto la comunità dei Testimoni i Geova, condizionino in maniera preponderante ed assurda chi ne fa parte. Ma in questo caso particolare il regista (che non esprime alcun giudizio, lo fa lo spettatore, assistendo a situazioni, meticolosamente descritte, che non possono tuttavia non provocare ripugnanza), più che esprimere una condanna diretta ai Testimoni di Geova, condanna in generale (e descritto registicamente quanto mai egregiamente e chiaramente) un forte e quanto mai castrante condizionamento, nonché addirittura accecamento, da parte di certe dottrine o "sette", dopotutto Geova è solo uno dei possibili despoti, così come lo è la famiglia, così come lo diventa il ragazzo problematico di cui la ragazza si innamora. E la giovane protagonista viene, infatti, presentata come fortemente condizionata e giudicata, per non dire addirittura ostacolata, nel suo modo di pensare ed agire come individuo libero, dalle ferree regole a capo dell'intero assetto religioso di cui fa parte che sempre di più la allontanano dalla realtà quotidiana e dal contatto diretto col mondo esterno, sebbene questo in netta contrapposizione ed addirittura, per il suo ragazzo, "border line".
Ma sarà proprio questa estrema e così differente realtà che fortunatamente indirizzerà la protagonista verso un futuro sicuramente più consono e promettente. Perché lasciando perdere i giudizi sul credo religioso e i suoi estremismi, e quindi non conoscendo Geova e le sue congregazioni evito di parlare di cose che ignoro, queste tappe di un cammino salvifico, ma doloroso come una Via Crucis, è più che giustificato e giusto, insomma bello e importante. E perciò anche La ragazza del mondo è un bel film, che tuttavia non diventa ottimo per alcuni vuoti della sceneggiatura. Le dinamiche evolvono infatti per scatti bruschi, troppo tardi e repentina la definitiva presa di coscienza di Giulia (in tal senso non eccezionale il finale, leggermente fiacco, freddo e visibilmente artefatto che lascia parecchio amaro in bocca per come viene presentato e che, a mio avviso, abbassa il voto e la considerazione positiva che ho avuto in corso d'opera), inoltre poco lavorato il personaggio di Lui. Ma nonostante ciò, e grazie al ritmo che si mantiene su livelli costanti senza calare quasi mai di tono, alla regia non male e ai dialoghi, che vengono presentati con una certa forza e vivacità, non dimenticando il cast all'altezza, efficace la bella Sara Serraiocco e Michele Riondino (migliorato leggermente dal mediocre Falchi, anche se quest'ultimo è arrivato dopo) i quali ben impersonano i due protagonisti innamorati (anche se lui è limitato da un personaggio stereotipato, lei invece abilissima nel lavorare con il linguaggio minimale consentito al suo personaggio e ne svela la forza con lampi che balenano repentini) il film merita ampiamente la sufficienza. Perché se anche in verità il film pecchi un po' di approfondimento psicologico, esso, di cui rimane innegabile la dimostrazione di come i dogmi religiosi siano pesanti, settari e a volte violenti verso chi non riesce più a rispettarne le regole di appartenenza, merita una visione e giudizi positivi. Voto: 6+