martedì 21 maggio 2019

The Dinner (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/04/2018 Qui - The Dinner (Drammatico, Usa 2017): Non è la prima volta che gli americani riescono a rendere indecorosa un'opera, ma è forse la prima volta che il remake italiano supera quello hollywoodiano. Certo, non che il secondo adattamento del romanzo La cena (Het Diner) di Herman Koch, ovvero quel I nostri ragazzi di Ivano De Matteo fosse proprio eccezionale, tuttavia al contrario di questo The Dinner, scritto e diretto da Oren Moverman, aveva però un epilogo (seppur in entrambi i casi ugualmente brusco) netto e riconoscibile. Ma non è solo per questo motivo che delle tre versioni, quella italiana è nettamente la migliore. Questo terzo adattamento infatti, è un film frammentario, logorroico, asfittico, lentissimo, pasticciato, ampolloso, che, della traccia letteraria (e filmica) originale, conserva soltanto la scansione della cena per portate, aggiungendovi tuttavia una sotto-trama ridicola dove il conflitto tra due fratelli è la sineddoche della guerra di secessione americana, il segno di un ineliminabile peccato originale. L'impianto narrativo (che aggiunge forse imprudentemente la coloritura politica e storica ed introduce un tema un po' sviante, ovvero i disturbi psichici, peraltro tutti aspetti che tendono a depotenziare non solo i dilemmi etici e morali della storia ma anche la sua tenuta) è, appunto, la cena in un ristorante esclusivo dove due fratelli (un senatore, impersonato non eccellentemente da Richard Gere) e un insegnante di liceo con conclamati problemi psichiatrici (un irricevibile Steve Coogan) si incontrano, insieme alle rispettive mogli (Laura Linney e Rebecca Hall), per discutere (e tutti avranno idee diverse sul come gestire la situazione) sul da farsi in merito alla bravata che i loro figli hanno compiuto ai danni di una clochard, vicenda finita in tragedia. Tutto moralmente interessante, anche se scontato come il messaggio che spesso dietro la coltre ipocritamente ineccepibile della colta e ricca classe borghese si nascondono dei veri e propri mostri, perciò, ma il gioco al massacro in cui i protagonisti scivolano inesorabilmente, è logorante anche per gli spettatori, perché il film (alquanto mediocre), che si spegne con un finale brusco e troppo sospeso ed enigmatico (che sembra un improvviso strappo di pellicola, la beffa conclusiva), dopo aver messo, non solo metaforicamente, troppa carne al fuoco, risulta decisamente pesante. Difatti, dallo svolgimento narrativo ai deliri semi-onirici, passando per i siparietti grotteschi con la presentazione delle vivande e la fastidiosa voce over, fino alla poca "cordialità" del piccolo viziato piromane al quale vorresti riempire la faccia di schiaffi, non c'è un solo elemento che funzioni. Ne la regia, in tal senso ho fatto bene ad evitare di vedere Gli invisibili dello stesso regista, ne la recitazione, decisamente mediocre malgrado la presenza di illustri attori. Voto: 4,5