Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/06/2018 Qui - Terza regia di Peter Berg basata su eventi realmente accaduti dopo Lone Survivor e Deepwater: Inferno sull'oceano, Boston: Caccia all'uomo, film del 2016 diretto dal regista (e attore) statunitense, si pone come un operazione altamente spettacolare ed efficace nel richiamare alla memoria un fatto di sangue, pur soffrendo di un evidente patriottismo che ideologicamente ne assottiglia il valore. Non a caso Patriots Day, che è l'adattamento del libro "Boston Strong" che narra gli accadimenti dell'attentato alla maratona di Boston e della conseguente ricerca dei terroristi che l'hanno compiuta, è l'ennesimo film che rispecchia i pregi ed i difetti di Peter Berg. Il film infatti, nonostante la retorica dell'eroismo e dell'impegno civico, qui tuttavia in quantità più visibile e ancor più profuso, è comunque un lavoro di buonissimo livello, che riesce a coinvolgere e appassionare lo spettatore dall'inizio del film grazie anche all'ottimo cast. Perché bisogna dare atto al regista di saper fare il suo mestiere specialmente quando ci si immerge nella caccia all'uomo notturna dei due fuggitivi, c'è ritmo e tensione, i momenti d'azione sono orchestrati molto bene e le scene dell'esplosione sono veramente concitate, rendendo bene la sensazione di caos e smarrimento di un evento sportivo che diventa drammaticamente tragico. Il regista difatti (che alterna sapientemente diversi stili registici), puntando sulla drammaticità, sulle emozioni, sul realismo e sui cittadini di Boston (in divisa e gente comune) che hanno unito le forze per cercare di stanare i terroristi, riesce bene a coniugare tutti gli aspetti, rendendo Boston: Caccia all'uomo un film dai toni patriottici, ma non eccessivo, che riesce a farti provare empatia con le vittime, e senza tanti pietismi (anche se non proprio efficace è la storia d'amore tra un giovane poliziotto e una studentessa del Mit o quella dell'asiatico Manny). Certo, non sempre il ritmo rimane costante e magari alcune scene anzi sono eccessivamente lente, certo, la colonna sonora è tutto sommato anonima e non sempre in grado di supportare la messa in scena, è certamente da rivedere la caratterizzazione dei personaggi, un po' tutti tagliati con l'accetta, non ci sono caratteri sfaccettati, solo buoni o cattivi insomma, ma nell'insieme Boston: Caccia all'uomo, è una pellicola interessante, ben costruita che riesce a farti immergere nella storia.
Storia che parte dalle vicende di persone comuni che si ritroveranno riunite nella stessa tragedia, e che dopo l'attentato (mostrato in maniera obiettiva, senza eccessiva enfasi o cinica spettacolarizzazione) ci porterà a seguire da vicino l'operato delle forze dell'ordine. Questo grazie sicuramente anche alla buona prova degli attori che sono stati scelti, a partire dal protagonista Mark Wahlberg, ormai punto fisso del regista alla sua terza collaborazione consecutiva con l'attore, che riesce a mostrare diverse sfaccettature dell'agente (comunque inventato) Saunders, a mostrarci il suo dolore e il suo cambiamento. Accanto a lui non deludono neanche Kevin Bacon, John Goodman e J. K. Simmons. Deludente, invece, l'approfondimento di alcuni personaggi che avrebbe meritato una maggiore attenzione (e non solo Michelle Monaghan, Rachel Brosnahan e Melissa Benoist). Inoltre sarebbe stato un ottimo film se avesse tenuto ancor di più a bada la retorica. Perché il film è godibile e ci sono svariati momenti di tensione e diverse sequenze intense, inclusa una grandiosa e lunga sparatoria, che ricorda quelle dei film di Michael Mann (questi produttore di altri film di Berg) per lo stile visivo e sonoro, ma sarebbe stato meglio essere meno patriottico. In ogni caso però, questo action thriller dal finale risaputo non annoia, poiché seppur meno diretto di "Deepwater" e auto-celebrativo, è comunque efficace e tiene la tensione alta per tutta la durata. E in questi casi non si può certo chiedere di più, anche se poi in fin dei conti, è questo un film non eccezionale. Voto: 6,5
Storia che parte dalle vicende di persone comuni che si ritroveranno riunite nella stessa tragedia, e che dopo l'attentato (mostrato in maniera obiettiva, senza eccessiva enfasi o cinica spettacolarizzazione) ci porterà a seguire da vicino l'operato delle forze dell'ordine. Questo grazie sicuramente anche alla buona prova degli attori che sono stati scelti, a partire dal protagonista Mark Wahlberg, ormai punto fisso del regista alla sua terza collaborazione consecutiva con l'attore, che riesce a mostrare diverse sfaccettature dell'agente (comunque inventato) Saunders, a mostrarci il suo dolore e il suo cambiamento. Accanto a lui non deludono neanche Kevin Bacon, John Goodman e J. K. Simmons. Deludente, invece, l'approfondimento di alcuni personaggi che avrebbe meritato una maggiore attenzione (e non solo Michelle Monaghan, Rachel Brosnahan e Melissa Benoist). Inoltre sarebbe stato un ottimo film se avesse tenuto ancor di più a bada la retorica. Perché il film è godibile e ci sono svariati momenti di tensione e diverse sequenze intense, inclusa una grandiosa e lunga sparatoria, che ricorda quelle dei film di Michael Mann (questi produttore di altri film di Berg) per lo stile visivo e sonoro, ma sarebbe stato meglio essere meno patriottico. In ogni caso però, questo action thriller dal finale risaputo non annoia, poiché seppur meno diretto di "Deepwater" e auto-celebrativo, è comunque efficace e tiene la tensione alta per tutta la durata. E in questi casi non si può certo chiedere di più, anche se poi in fin dei conti, è questo un film non eccezionale. Voto: 6,5