mercoledì 28 agosto 2019

Hemingway & Gellhorn (2012)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/04/2018 Qui - Hemingway & Gellhorn (Drammatico, Usa 2012): I film biografici sono per loro natura difficili e spesso non riescono efficacemente e/o descrivere obbiettivamente personaggi realmente esistititi, o perché in qualche modo faziosi o semplicemente perché gli autori non sono in possesso, delle necessarie informazioni per confezionarli verosimilmente o anche perché piegati dall'esigenza di copione, ai fini di una migliore resa scenica. E' questo il caso di questo biopic per la televisione della HBO, un film sicuramente interessante e coinvolgente, anche perché si racconta di due personaggi molto importanti, il famoso scrittore Ernest Hemingway e una dei più grandi corrispondenti di guerra del XX secolo, ovvero Martha Gellhorn (e della loro quindi storia burrascosa a cavallo della seconda guerra mondiale e nata sullo sfondo della guerra civile spagnola), ma che annoia (ben 150 minuti di visione), non convince e sembra non avere una direzione precisa. Il fulcro della pellicola dovrebbe essere infatti la storia d'amore dei due, ma non si capisce bene alla fine cosa il regista voglia trasmettere, se proprio l'amore (la passione), o l'avventura delle loro vite, i frequenti cambi di ambientazione, o altro. Non riesce a trasmettere (nonostante il gran materiale a disposizione) nulla su nessun fronte. Neanche sul piano della imperterrita guerra. Hemingway & Gellhorn difatti è stato studiato e realizzato per poter ricreare i conflitti più diversi in ogni angolo del globo, nonostante un budget piuttosto limitato. Ed è possibile notare che dal punto di vista prettamente visivo, vengono impiegati alcuni filmati d'archivio che si intrecciano con la narrazione, il cui effetto a volte tende al surreale.
Non convince assolutamente infatti guardare i due protagonisti avvolti in immagini di found-footage. Il film passa da immagini color seppia a colori vividi, come se cambiasse tono e stile trasferendosi naturalmente dal reale all'artificiale, dalla verità alla narrazione. Una pecca visiva non indifferente che dilapida quel poco di buono che resta. Che in verità è poco, perché la pellicola, mi è sembrata un tantino sopravvalutata, in considerazione dei numerosi premi che ha rastrellato, forse non del tutto meritati (nominato a 14 Emmy Awards e vincitore di due di essi), inoltre la sceneggiatura mostra numerose falle, e infine il racconto è molto discontinuo e nel complesso non è un lavoro memorabile. Giacché la regia (non proprio dilettantesca trattandosi di Philip Kaufman) latita parecchio, il modo di raccontare le vicende è spesso un po' troppo caotico e talvolta stereotipato, le personalità degli scrittori/giornalisti non viene debitamente approfondita (non a caso le figure di entrambi escono molto penalizzati da una caratterizzazione mediocre), le ambientazioni in certi momenti sembrano sbrigative e grossolane, così come i loro repentini cambi e nemmeno tanto credibili sono i protagonisti. Nicole Kidman (stranamente libidinosa e abbastanza anonima) è forse un po' troppo "bella" per questa parte, e Clive Owen (decisamente sopra le righe spesso) mi è parso meno di spessore e autorevole di quanto ci si aspetterebbe da Hemingway (uno dei pochi scrittori che conosco avendo letto e visto Il vecchio e il mare). Insomma un film con luci e più ombre, tanto che risulta alla fine non sufficiente. Voto: 5

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