Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2018 Qui - Dopo il documentario sulle insidie del web Catfish e la regia di Paranormal Activity 3 e 4, Henry Joost e Ariel Schulman si divertono (e divertono) con Nerve, teen-thriller sulla falsa riga di Black Mirror che, nonostante le tantissime influenze, può vantare un'anima propria. Il film del 2016 è infatti un bel thriller giovanile molto originale (accattivante e intelligente) sulla potenza (e pericolosità) delle app al giorno d'oggi, la cui trama ti porta inevitabilmente a pensare al fenomeno (o presunto tale) Blue Whale, anche se il thriller è decisamente meno allarmistico riguardo al tema dei giovani manipolati dalla Rete. Tuttavia nonostante non ci siano dei legami effettivi tra questo "gioco" e Nerve, le loro regole sono piuttosto simili: persone anonime impongono ai giocatori delle sfide che devono essere superate ad ogni costo. Simile è anche il risultato, giacché in questa realtà, dove ogni proposta, anche la più pericolosa, deve essere accettata, i giovani vengono sopraffatti da un gioco (un pericoloso gioco molto inquietante perché potrebbe veramente succedere) apparentemente innocuo ma che finisce per essere letale. Ed è a questo gioco online, illecito e malato, chiamato appunto Nerve, che Vee (Emma Roberts), studentessa e figlia modello, decide di iscriversi come giocatore per dimostrare all'amica Sydney di essere pronta a correre dei rischi. Questo social game, che si svolge in una New York patinata e discretamente fotografata, la porrà di fronte a sfide con premi in denaro che la porteranno prima a baciare Ian (Dave Franco), un altro giocatore affascinante e spericolato, e poi a diventare la sua compagna nelle prove successive. La profonda complicità che nasce da subito tra i due, spingerà Vee ad accettare sfide sempre più estreme e spericolate risucchiandola in qualcosa di oscuro che non avrebbe mai nemmeno immaginato (e in tal senso l'ansia non manca anche nello spettatore, e non solo nello svolgersi, e degenerarsi, della situazione). Ma quando finalmente si renderà conto del guaio in cui è capitata, cercherà di tirarsene fuori avvertendo la polizia. La verità ha però un prezzo e la prima regola di Nerve è proprio non parlare di Nerve (Fight Club docet). E quindi solo rischiando la propria vita potrà fermare questo stupido gioco, ci riuscirà?
Cattura dal primo secondo con una regia bella ritmata e dinamica Nerve (d'altronde sempre veloce, movimentato, pieno di colori e attenzione ai particolari è il cinema della coppia di registi), perché anche se in verità la sceneggiatura non è molto originale e non scava molto a fondo (il finale non per caso è abbastanza semplicistico), essa convince abbastanza, poiché dal lato puramente action appunti se ne possono fare davvero pochi, il ritmo appunto è indiavolato e la serie di prove ben congegnata. Certo, molto probabilmente gli spettatori trentenni e oltre si sentiranno fuori target, ma ne rimarranno conquistati. Perché il film, che corre veloce veloce, come la moto del protagonista (non a caso è ambientato integralmente in una lunga, adrenalinica notte newyorkese), che diverte, e che ha delle scene al cardiopalma e che lascia comunque uno spunto di riflessione (su questa era dove siamo governati dagli smartphone e dal desiderio di visualizzazioni e di followers), che trae il suo spunto da un libro del 2012 ad opera di Jeanne Ryan, si presenta graficamente accattivante per il pubblico più giovane (e non) anche grazie all'utilizzo abbondante di scene girate in POV e scritte sovrimpresse. Non dimenticando una valida colonna sonora e originali titoli di coda. Non dimenticando altresì che in questo film dove non mancano tensione, adrenalina e belle idee (e intriganti immagini), e nonostante i personaggi siano più che altro delle bozze senza una vera e propria profondità psicologica, i giovani, carini e di una naturalezza esaltante attori protagonisti, su tutti Emma Roberts (una delle più brave tra le giovani interpreti di Hollywood) e Dave Franco (fratello del più famoso James Franco, che risulta convincente) riescono comunque a fare un buon lavoro interpretando le loro parti senza infamia e senza lode. Come in parte il cast di contorno comprendente la bella Emily Meade, Juliette Lewis, nei panni dell'unico adulto coinvolto nella vicenda e il rapper Machine Gun Kelly. Certo, in verità e alla fine, gli imprevedibili effetti dei social network e le mutazioni dei concetti di privacy, esibizionismo e anonimato sul Web sono questioni troppo complicate perché un filmetto come Nerve possa dire qualcosa di innovativo al riguardo. Ma se è un filmetto come Nerve riesce comunque a dire qualcosa facendoti anche divertire, allora il tempo speso nel vederlo è più che giustificato e meritato. Voto: 6
Cattura dal primo secondo con una regia bella ritmata e dinamica Nerve (d'altronde sempre veloce, movimentato, pieno di colori e attenzione ai particolari è il cinema della coppia di registi), perché anche se in verità la sceneggiatura non è molto originale e non scava molto a fondo (il finale non per caso è abbastanza semplicistico), essa convince abbastanza, poiché dal lato puramente action appunti se ne possono fare davvero pochi, il ritmo appunto è indiavolato e la serie di prove ben congegnata. Certo, molto probabilmente gli spettatori trentenni e oltre si sentiranno fuori target, ma ne rimarranno conquistati. Perché il film, che corre veloce veloce, come la moto del protagonista (non a caso è ambientato integralmente in una lunga, adrenalinica notte newyorkese), che diverte, e che ha delle scene al cardiopalma e che lascia comunque uno spunto di riflessione (su questa era dove siamo governati dagli smartphone e dal desiderio di visualizzazioni e di followers), che trae il suo spunto da un libro del 2012 ad opera di Jeanne Ryan, si presenta graficamente accattivante per il pubblico più giovane (e non) anche grazie all'utilizzo abbondante di scene girate in POV e scritte sovrimpresse. Non dimenticando una valida colonna sonora e originali titoli di coda. Non dimenticando altresì che in questo film dove non mancano tensione, adrenalina e belle idee (e intriganti immagini), e nonostante i personaggi siano più che altro delle bozze senza una vera e propria profondità psicologica, i giovani, carini e di una naturalezza esaltante attori protagonisti, su tutti Emma Roberts (una delle più brave tra le giovani interpreti di Hollywood) e Dave Franco (fratello del più famoso James Franco, che risulta convincente) riescono comunque a fare un buon lavoro interpretando le loro parti senza infamia e senza lode. Come in parte il cast di contorno comprendente la bella Emily Meade, Juliette Lewis, nei panni dell'unico adulto coinvolto nella vicenda e il rapper Machine Gun Kelly. Certo, in verità e alla fine, gli imprevedibili effetti dei social network e le mutazioni dei concetti di privacy, esibizionismo e anonimato sul Web sono questioni troppo complicate perché un filmetto come Nerve possa dire qualcosa di innovativo al riguardo. Ma se è un filmetto come Nerve riesce comunque a dire qualcosa facendoti anche divertire, allora il tempo speso nel vederlo è più che giustificato e meritato. Voto: 6