mercoledì 17 aprile 2019

Come vivo ora (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2018 Qui - Non ho letto il libro e non posso purtroppo fare paragoni, dato che Come vivo ora (How I Live Now), film del 2013 diretto da Kevin Macdonald è basato sull'omonimo romanzo di Meg Rosoff, mi sono buttato sul film alla cieca e senza troppe aspettative e ne sono rimasto da una parte contento, dall'altra abbastanza freddo. Il film infatti e il regista scozzese, già dietro la macchina da presa per il famoso L'ultimo Re di ScoziaState of Play e The Eagle nonché vincitore di un premio Oscar per il miglior documentario nel 2011, senza dimenticare il suo ultimo buon lavoro visto ovvero Black Sea, decidendo di cimentarsi in una pellicola appartenente al genere apocalittico, ambientandola in un futuro prossimo non tanto però lontano dall'odierno presente, riesce non sempre a soddisfare, lasciando altresì parecchi dubbi. Partendo proprio dalla trama che tenta di portare alla luce una storia (quella di alcuni ragazzi, tra loro cugini, che si ritrovano soli in mezzo alla campagna inglese e dovranno adattarsi alla nuova situazione che si verrà a creare dopo l'esplosione di un ordigno nucleare e in dove essi verranno bruscamente separati fino ad possibile non tanto probabile ricongiungimento) il cui tema principale è quello della guerra e delle nefaste conseguenze che essa comporta, ma senza riuscirci appieno. Perché se difatti dal punto di vista visivo questo romanzo di formazione è valido specialmente quando lo scenario della guerra si presenta all'interno della storia con durezza e brutalità e dal punto attoriale azzeccata è la scelta di affidare il ruolo della protagonista alla ex ormai enfant prodige Saoirse Ronan, la bella e bravissima attrice di EspiazioneAmabili RestiHanna e Brooklyn, senza dimenticare il suo ultimo buon lavoro visto Byzantium, ed anche qui bravissima nel ruolo di cugina americana stronzetta e confusa che si tramuta, grazie all'amore a alla guerra, in eroina implacabile e confusa, è sulla sceneggiatura che ho più di una perplessità perché i personaggi presentano le loro problematicità ma non sono molto approfondite, come poco approfonditi vengono passati in fretta alcuni passaggi importanti a scapito di altri alquanto ridicoli (uno su tutti una sorta di pseudo legame telepatico tra i due protagonisti principali).

Perplesso anche su qualche melensaggine inutile (alquanto banale è la storia d'amore che poteva venire fuori molto meglio e più profonda) e dannosa per tacere di un finale anche fin troppo accomodante. Tuttavia il resto è a conti fatti davvero un bel guardare, tra locations favolose, effetti mirati e d'effetto sempre riuscito (il momento della bomba su tutti). Colorato e decolorato nei momenti giusti, fotografia, sfondi e ambienti fanno decisamente infatti la fortuna del film, seppur ogni tanto si perde qui e là, soprattutto perché l'idea stuzzicante di far vedere la guerra dal "di fuori", o meglio "di lato" (aumentando così il senso di angoscia e di impotenza) funziona solo a metà, poiché quando i "cattivi" intersecano la strada della nostra eroina, il senso di incompletezza viene fuori, dato che non si capisce quale sia l'obbiettivo dei terroristi (di che paese non si sa) e del perché abbiano fatto tutto questo bordello. Ma al di là di ciò e complessivamente il film diretto da Kevin Macdonald si lascia seguire abbastanza bene, grazie anche all'atmosfera mista tra ansia e incertezza che si respira e una discreta Saoirse Ronan (senza dimenticare un funzionale, e giovanissimo prima di diventare Spider-ManTom Holland ed un efficace George MacKay) che è sempre un bel vedere, oltre che brava (qui poi attraverso una scena di sesso molto soft la giovane irlandese evidenzia il coraggio e la voglia di recitare). Certo, poteva essere ancora più crudo (anche se probabilmente non era quello l'obbiettivo) e in fin dei conti non mi è sembrato così eccezionale da meritare lodi e applausi a scena aperta, ma la pellicola, di cui rimangono dei "flash", immagini e scorci, riesce a portare a casa una sufficienza meritata, seppur con qualche piccolo sforzo, regalando una visione drammatica e interessante quanto basta. Voto: 6+