mercoledì 17 aprile 2019

Nove lune e mezza (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/04/2018 Qui - Nove lune e mezza (Commedia, Italia 2017): Sembra strano a dirsi, ma è la verità, perché quest'opera prima di Michela Andreozzi (che si riserva il ruolo della protagonista e che si fregia del titolo di film coraggioso e all'avanguardia), sembrerebbe rappresentare un manifesto politico della sinistra Italiana. C'è infatti un po' tutta la carne al fuoco (forse anche troppa) di quelli che chiamano "diritti civili". Proprio perché la commedia (che mette alla berlina la religione cristiana e i suoi concetti) sembra avere come unico interesse quello di supportare tutti gli stereotipi del politicamente corretto. Non a caso il film, che racconta di due sorelle molto diverse tra loro ma molto unite tanto che una delle due pur di far realizzare il sogno di maternità di Tina, acconsentirà a portare in grembo (grazie all'intervento di un ginecologo gay) il figlio di sua sorella, il tutto all'oscuro della loro strampalata famiglia (dando così origine ad una serie di equivoci e situazioni tragicomiche...ma il lieto fine è assicurato), si propone l'obiettivo di proporre un tema urgente e complesso sotto una luce leggera, che necessariamente sdrammatizzi e smussi gli spigoli della questione, quella della gravidanza surrogata e delle conseguenti adozioni, ne viene fuori però l'ennesima "commedia brillante" di questi anni, fatta esattamente allo stesso modo di tutte le altre. Ovverosia basandosi essenzialmente sulla presenza in scena degli interpreti (non eccelsi, non disastrosi: Claudia GeriniGiorgio Pasotti, Lillo di Lillo & GregStefano FresiPaola Tiziana Cruciani, con un simpatico cameo di Arisa) e portando avanti un canovaccio blando per novanta minuti alla ricerca di equivoci risaputi e battutine politicamente corrette e conseguentemente innocue, da risate a denti stretti. Sostanzialmente il dibattito neppure si apre: la materia in discussione è trattata con troppa superficialità. Tanto che alla fine si ha la sensazione che il tutto sia servito solo per mandare messaggi politici evidenti e dire "i figli non sono di chi li mette al mondo ma di chi li cresce". Per carità, il film (comunque didascalico, moralistico e consolatorio) si lascia vedere, è abbastanza leggero e scorre dignitosamente (anche se pochissimi sono i momenti divertenti e mal riuscito è un tentativo di colpo di scena finale), ma al termine della visione non lascia nulla allo spettatore. Voto: 5