venerdì 24 maggio 2019

Incarnate (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/05/2018 Qui - Incarnate (Horror, Usa 2016): Stuzzicante nelle premesse (pur essendo cosa già vista in altri prodotti simili) si appiattisce presto nel solito b-movie con tematiche di possessione demoniaca schiave di stilemi ormai logori ed esauriti ormai che, in questo caso, con poco successo, si prova a svecchiare. In quest'horror convenzionale sul solito tema dell'esorcismo infatti, lo spunto di far avvenire gli esorcismi, o meglio, le espulsioni come dichiarato dal protagonista, all'interno di una dimensione onirica (il dottor Seth Ember, benché relegato su una sedia a rotelle, ha infatti la capacità di entrare nella mente delle persone possedute e usa questa sua facoltà, per liberarle dalla possessione), che poteva essere un'idea niente male, viene purtroppo sfruttata solo in parte da Brad Peyton (regista del solo passabile San Andreas), giacché egli non riesce ad affrancarsi dai soliti cliché. Inoltre il film, non sviluppato altresì efficacemente, ha molte incongruenze (poco chiara è l'avvenuta possessione del bambino da salvare e il motivo per cui il demone desideri così tanto ardentemente il protagonista), ha molti momenti di stallo ed è banale e prevedibile. Non dimenticando personaggi inutili con annessa scena assurda e una mancanza totale dell'elemento paura e persino i classici salti sulla sedia che, anche quando la pellicola non è egregia tengono almeno sveglio lo spettatore. Invece niente, giacché anche per colpa del regista poco visionario, nessun mondo onirico è degno di nota e molti temi rimangono solo in superficie. Infatti nonostante l'originalità di trattare l'esorcismo con occhi diversi (per una volta senza la "religione" come protagonista), il contrasto tra credenza religiosa/problema psicologico viene inutilizzato, non riuscendo in tal senso a scavare maggiormente in profondità. Spingendosi invece ed appunto poco sul meno scontato, per giunta il voler puntare su scene action relegando gli aspetti psicologici in secondo piano, con troppi scontri basati sulla fisicità, mitiga gli aspetti teoricamente più angoscianti. Insomma un film riuscito a metà (seppur non brutto o peggio di altri), in cui proprio non si capisce come certi attori di un certo livello (Aaron Eckhart e Carice van Houten) possano offrire il volto a simili sottoprodotti commerciali, prodotti come questo, senza un brivido e parecchi sbadigli misti a irritazione, tranquillo (troppo) e tranquillamente evitabile. Voto: 5