giovedì 3 gennaio 2019

The Guest (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/06/2016 Qui - The Guest è un sorprendente e fighissimo thriller action del 2014 diretto da Adam Wingard, lo stesso di You're next, altro eccezionale prodotto di questo 'pazzo' regista. Un regista che ha dimostrato ancora una volta di saperci fare, soprattutto di intrattenere alla grandissima. Perché anche se la trama è abbastanza facile, molto semplice, riesce con particolari mezzi a renderla entusiasmante, avvincente, incalzante ma soprattutto bella e interessante. The Guest infatti prende l’eterna storia dello straniero misterioso, lo sconosciuto accolto in casa i cui misteri lentamente si fanno sempre più inquietanti, il bel ragazzo (Dan Stevens), "l'amico di tutti" che piace ai genitori (era amico del figlio morto in guerra), conquista il secondogenito (menando i bulli che lo perseguitano e tirandolo fuori dai guai con la scuola) e seduce la primogenita. È però quest'ultima (Maika Monroe) la prima a farsi venire dei dubbi, perché negli script di Simon Barrett (lo sceneggiatore di fiducia con cui lavora sempre Wingard) sono le donne a combattere la minaccia, le più sveglie, attente, furbe e letali, le più determinate. Naturalmente ed ovviamente il nostro misterioso amico non è quello che sembra e non andrà tutto per il meglio, ma questo non è importante, che lo si intuisca già prima questo è ovvio e non lo nasconde nemmeno il regista grazie ad alcuni primi piani o espressioni del ragazzo. Il regista riesce perciò a farci entrare completamente dentro questa storia, ed è per questo che la tensione e l'interesse rimane alto sia nella prima fase che nella seconda anche più carica d'azione e di colpi di scena. E' una di quelle pellicole in cui ci muoviamo dentro il film insieme ai protagonisti, sapendo quello che sanno loro, con uno stile estremamente realistico e con personaggi credibili e caratterizzati benissimo. Ed è per questo che nonostante alcuni difetti (che adesso esporrò), alcune anche divertenti e iconiche scene, e per tanto altro che questo film è veramente figo.
Per cominciare, questo film è abbastanza difficile da classificare, a mezza strada tra thriller-action-horror, sottilmente inquietante almeno fin quando non esplode la violenza più bieca, non che questo debba essere un male a prescindere (anzi, nella fattispecie niente da dire), ma ad un certo punto si perde ogni coordinata. Diventa, tra l’altro volutamente, inverosimile all'ennesima potenza, a quel punto viene fatta una proposta netta allo spettatore, ovvero stare al gioco senza compromessi o rinnegare nettamente tutto ciò che si vede. Ebbene io sono stato al gioco e mi sono divertito come un matto. Perché anche se questo film non potrà mai vincere uno dei maggiori festival o nemmeno finire in un concorso prestigioso, è tra le pellicole più divertenti in circolazione, e questo nonostante non è una commedia. Già You’re next, aveva dimostrato una vitalità all'interno delle regole del film d'assedio da applausi, una personalità nel mettere in scena e un desiderio profondo di associare al piacere e all'amore per il genere anche un certo divertimento. Gli amanti del classico thriller potranno infatti e sicuramente apprezzare questo titolo, che quanto a ritmo, tensione, azione (anche molto forte) non si fa mancare davvero nulla. Film scritto veramente molto bene, in modo semplice (per la maggior parte) ma con una trama comunque non tantissimo solida e neanche senza troppe spiegazioni. La storia prosegue tra passaggi più prevedibili e colpi di scena più inattesi (e scioccanti), ma sempre con dei punti di forza impossibili da non notare: la grandissima prova degli attori, su tutti i due principali, uno spettacolare Dan Stevens e la meravigliosa e bellissima Maika Monroe (come si fa a non innamorarsi di lei?). E poi la regia sempre interessante di Wingard, che si muove insieme a noi con i protagonisti portandoci in location efficienti e funzionali alle scene che andrà a girare (come il labirinto sul finale, veramente spettacolare) e utilizzando finalmente rallenty come si deve. Scelte giuste, colonna sonora adatta allo stile con cui vuole girare e scene sempre ben studiate.
Le varie soluzioni e la scelta del finale, che come prevedibile avrà portato molti ad un netto rifiuto di tutto il resto, dà secondo me più forza al racconto anche se si sposta su un genere completamente diverso. Già si cominciava ad intuire che piano piano stavamo spostandoci su qualcosa di diverso rispetto al classico thrillerino casalingo: la grande violenza, cattiveria, crudezza, ipotesi e soluzioni alquanto particolari ci portano ad un finale che mi ha fatto completamente rivalutare il film, ma in maniera ancora più positiva di quel che pensassi in quel momento. Per di più la cosa migliore, e non di poco, di tutto rimane proprio la colonna sonora, davvero maestosa e omni presente che pare richiamare apertamente "Drive", così troppo bella e ritmata (sensuale e melodica) che non smetteresti mai di riascoltare. E' importante però sottolineare che The Guest non aggiunge nulla di nuovo e segue l'andamento di numerose altre pellicole. Anche in questa pellicola si segue sempre il solito copione: un inizio nel quale si presentano i personaggi e nel quale lo spettatore cerca di iniziare a farsi un idea, una parte centrale nella quale il cattivo di turno, inizia a far emergere il suo lato oscuro, e una parte finale in cui il tutto degenera.
Ma non è tanto la narrazione a sorprendere, ma il modo in cui avviene tutto ciò. Nella prima parte difatti arranca un po' e sembra trovare mille piccoli pretesti per tenere sveglia l’attenzione (le risse, le conquiste…) fino a che non arriva la seconda impetuosa sezione del film in cui Wingard è libero di tirare le fila non solo della storia (con lo svelamento che avviene al centro della trama) ma soprattutto del suo stile, liberando sia la violenza che l’umorismo, sia la maniera in cui guarda la mitologia del cavaliere della valle solitaria (lo straniero che viene a salvare tutto e tutti e poi se ne va) sia il peculiare contesto che ha scelto (una parte della provincia che sembra uscita da un film di Stephen King). Più ci si avvicina al finale più il film perde ogni connotato di serietà e lentamente diventa un teen movie anni ’80 dei più riusciti, quelli in cui i ragazzi hanno ognuno un loro punto di vista, ognuno un carattere particolare e nessuno si comporta come ci si aspetterebbe. Come già detto prima assistiamo a tanti espedienti e siparietti interessanti, oltre alla già citata colonna sonora, lo spaventoso e iconico labirinto, anche la scena del bar in cui David offre da bere ai ragazzi seduti nel tavolo vicino, oppure alla scena in cui David va a ricevimento dal preside. Senza dimenticare alcune scene alquanto bollenti ed altre molto fantasiose, alcune anche splatter ma soprattutto tra i due protagonisti principali, scene divertenti e spassose, grazie anche alla loro carica erotica, che comunque e fortunatamente rimasta sospesa, guai infatti a chi tocca la bella Maika. In definitiva non un capolavoro certamente, dato che si perde troppo nelle sue esagerazioni, anche se riesce sempre a tenere alta la tensione, ma alquanto spettacolare e sicuramente discutibile (in questo caso una sparuta minoranza immagino che lo amerà incondizionatamente), e infatti, io l'ho apprezzato e amato tantissimo, nonostante tutto. Voto: 7

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