sabato 13 aprile 2019

La Bella e la Bestia (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2018 Qui - A nemmeno tre anni dall'apprezzabile e discreta, perché cupa, meno fiabesca e poco musical, versione francese della celebre fiaba con Vincent Cassel e Léa Seydoux, ecco l'ennesima riproposizione in salsa Disney de La Bella e la Bestia (Beauty and the Beast), il (comunque bellissimo) classico che nella versione animata giunse nel 1991 alla nomination all'Oscar come miglior film. Una riproposizione che però non sortisce in parte l'effetto voluto, perché anche se la storia ricalca fedelmente (troppo) l'originale, visto che le novità si esauriscono nell'invenzione di due piccole back story per i protagonisti e nel nuovo adattamento delle parole delle canzoni, a mancare in questa (almeno personalmente deludente) pellicola, è precisamente la magia, quella che dovrebbe rapire lo spettatore e farlo immergere in una favola senza tempo accompagnandolo nella straordinaria storia di un principe, di un incantesimo, di un odio che si trasforma in amore capace di spezzare ogni apparenza, ogni superficiale impressione, ed invece manca tutto ciò, manca un'anima a questo film che, seppur tecnicamente ineccepibile, ben girato, con le musiche passate alla storia, le scene corali, tutto molto ben fatto ma senza trasmettere nulla in più allo spettatore che si vede scorrere la pellicola senza riuscire davvero ad apprezzarne il senso, il focus, giacché non scocca quella scintilla di magia tra film e spettatore, non c'è un vero coinvolgimento, è tutto molto approssimativo, molto superficiale, quasi sbrigativo. Questo live action del 2017 infatti, diretto da Bill Condon, se tuttavia merita appunto un'ampia sufficienza grazie ad un comparto tecnico notevole, grazie a scenografie ed effetti speciali di prim'ordine, senza dimenticare gli scontati ottimi costumi, non riesce insomma a ricreare quella magia e quel coinvolgimento dovuti a film del genere, anche perché il cuore e il pathos dell'originale non si avvertono.
Perché purtroppo, inutile negarlo, va ammesso che è di questo che si tratta, una grossa operazione commerciale. Un'operazione che però soprattutto sotto il profilo recitativo e anche nello sviluppo della trama è un po' rabberciato per lasciare spazio a canzonette che, francamente, non mi sono parse memorabili come quelle dell'originale. E non c'entra il fatto che i musical proprio non riesco a farmeli piacere e che sono davvero pochi quelli che ritengo meritevoli, coinvolgenti e orecchiabili, ma  perché davvero pessime (colpa di un doppiaggio italiano abbastanza scadente e anonimo) sono le canzoni soprattutto nella versione tradotta in italiano. Perché nella versione inglese sicuramente nessuna grossa pecca (o almeno credo), e non capisco quindi perché non mettere i sottotitoli quando cantano. Del resto, il problema del doppiaggio impedisce al pubblico italiano anche di godersi, se non negli ultimi cinque minuti, metà del cast di lusso dei comprimari, che vanta anche i nomi di Ewan McGregor, Emma Thompson, Ian McKellen e Stanley Tucci. Tuttavia, doppiaggio deludente a parte, il film è complessivamente gradevole e si lascia guardare senza annoiare più di tanto, anche perché rispetto al film d'animazione, aggiunge dettagli, approfondimenti e colpi di scena alla (classica) trama (dati soprattutto da l'aver dato forse altresì inopportunamente un orientamento gay ad uno dei protagonisti, giacché probabilmente forse non c'era bisogno in un racconto che fin dalle origini si prestava come metafora dell'accettazione del diverso, e che diverso più diverso ci potrà essere della Bestia, appiccicare un'etichetta a un personaggio giusto per seguire le mode) di un principe altezzoso che viene maledetto e resterà una Bestia se non riuscirà ad amare ed essere amato. Non sfigura altresì in doti canore e musicali, offrendo uno spettacolo accattivante, a tratti pirotecnico ed elegante.
Per questo è comunque un film carino che vale la pena vedere, però carino è troppo poco per un'opera di questo genere che porta la firma di una casa cinematografica che quando vuole, sa fare le cose in grande. Certamente degni di lode sono soprattutto gli effetti speciali in live action (soprattutto la presentazione della cena, uno dei momenti visivamente più sbalorditivi per ricchezza di colori e dettagli), ben ricostruiti e ipnotici gli scenari, incantevoli i costumi (la candidatura all'Oscar era d'obbligo e lo si sapeva anche prima) e le ambientazioni e passabile la scelta del cast di attori. Tutti insieme si fondono bene creando la giusta alchimia da fiaba musicale, ma purtroppo come detto i toni magici si percepiscono maggiormente nel film d'animazione. D'altronde in questo nuovo adattamento, seppur alcune parti aggiunte sono utili per approfondire la psicologia dei personaggi, altre risultano invece semplicemente inutili, pesanti per la fruizione del film, non riuscendo così ad aggiungere quel che si propongono. Il tutto infatti poteva anche funzionare, ma perde troppo nella gestione del tempo, nota dolente sempre più ricorrente. Mentre l'innamoramento tra Belle e la Bestia dovrebbe richiedere mesi, e in effetti la regia quasi riesce a dare quest'illusione, la storia parallela che si svolge in paese dà riferimenti cronologici così precisi da rendere chiaro che tutto questo non accade. Insomma si tirano lo sgambetto da soli, rendendo l'evoluzione dei personaggi forzata e poco credibile. Soprattutto pensando al fatto che Belle, interpretata dalla discreta Emma Watson (poco espressiva, aggraziata ma non eccessivamente graziosa), viene mostrata come una ragazza intelligente e indipendente, anticonformista e sognatrice, nel perfetto rispetto dei canoni di quel girl power oramai talmente presente da non apparire più una novità.
La Bestia, ovvero il capriccioso principe maledetto per la sua superbia e il suo egoismo (che è diventato quello snob insopportabile che ha meritato la punizione di una maga solo perché gli è morta la mamma da piccolo e il papà era molto severo…), ha invece le movenze e il volto, camuffato per gran parte del tempo dalla CGI, del bravissimo, fascinoso e ormai lanciato Dan Stevens (che qui però non mi è piaciuto), che tuttavia quando compare in camicia e mutandoni non è proprio l'epitome del fascino principesco, soprattutto per quei bruttissimi capelli lunghi. Infine l'antagonista, lo spaccone ignorante Gaston, ha il volto e i muscoli di Luke Evans (qui ancora più perfido e ossessivo della sua controparte cartoon, pronto pure a far fuori o a internare il futuro suocero per perseguire i suoi progetti matrimoniali), divertito e divertente nel suo ruolo sopra le righe a tal punto da oscurare quasi le interpretazioni dei suoi comprimari. Seppur sia lui che Josh Gad, interprete del suo "fidato" compagno, li ho moderatamente odiati. Perché purtroppo, sarà un effetto nostalgia, sarà che tutto è prevedibile e ricalcato quasi in maniera minuziosa sulla versione animata, sarà che, nonostante i grandi attori scelti, i personaggi si rivelano poco carismatici se confrontati con i loro alter ego passati, e sia il divertimento che il romanticismo ostentato in alcune scene, come quella iconica del ballo tra la bella e la bestia nella grande e sontuosa sala del castello, appaiono un po' farraginosi e nel complesso il coinvolgimento quindi non è totale e continuo, salvo che per l'aspetto visuale, con scenografie e costumi molto ben curati. Ma non può davvero bastare, anche perché, c'è poco da fare, meglio il film d'animazione.
Tanto che sorge una domanda spontanea, si poteva evitare? Sicuramente, non aggiunge niente di nuovo, sembra solamente una sorta di prova di abilità per i maghi degli effetti speciali che hanno svolto gran parte del lavoro e anche la regia di Bill Condon è al totale servizio di questi. Il doppiaggio italiano inoltre non permette di valutare le doti canore degli attori, scelti ovviamente anche per la loro capacità di cantare oltre che per delle vaghe somiglianze con i personaggi, e il riadattamento dei testi delle canzoni, soprattutto in italiano, è disturbante. Perché in sostanza si tratta di un film che sarà anche godibile per chi ha amato il cartone originale, ma che di per sé finisce per non avere alcun valore particolare se non quello puramente visivo, innegabilmente ricco e spettacolare. Un film in cui un doppiaggio assai mediocre penalizza molto l'opera. Un'opera dalla notevole confezione estetica ma povero di magia ed emozione. Tanto che né Emma Watson, comunque sempre un piacere per gli occhi ma che non basta, né la presenza di premi oscar come Kevin Kline e Emma Thompson, accorpati al resto di un cast di nome, riescono a far propendere per la sufficienza piena. Dunque un film da vedere senza grosse aspettative, se non quelle di sognare ingenuamente per un paio d'ore con una favola immortale, riprodotta grazie a grandi risorse produttive che solo una major ricca come la Disney può tuttora permettersi. Tuttavia, alle fine della storia, resta comunque il dubbio che davvero un'operazione come questa abbia un senso al di là di quello commerciale per la Disney che, si appresta a riproporre in versioni "live" di variabile originalità un po' tutte le sue properties animate. E se il risultato sarà questo, ovvero un film per famiglie piacevole ma non memorabile, non so se ne varrà davvero la pena. Voto: 6-