lunedì 15 aprile 2019

Baywatch (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 07/03/2018 Qui - In piena tendenza con i revival che stanno riportando a galla tutti i culti televisivi e cinematografici degli scorsi decenni (poiché purtroppo Hollywood può tutto), ecco Baywatch, il film basato sull'omonima serie tv anni '90 che racconta le avventure dei bagnini guidati da David Hasselhoff alias Mitch Buchannon. Poteva infatti mancare Baywatch fra i tanti franchise da trasporre al cinema? No, ma avrei preferito di si. Non perché tenga particolarmente a cuore quella serie, ma perché dopo il deludente e davvero mediocre reboot di CHiPs, anche in questo adattamento i toni si fanno ben più demenziali, mentre l'umorismo cresce d'intensità fino a sfiorare la parodia. La serie originale era molto kitsch certo, ma si prendeva relativamente sul serio, perché pur avendo elementi da commedia, non scivolava mai nell'autoironia. Il film dell'esperto del genere Seth Gordon (Come ammazzare il capo… e vivere feliciIo sono tu) all'opposto infatti (la cui cifra stilistica verte al surreal-demenziale con qualche sterile gag volgarotta e una lieve exploitation che non sfocia mai nel nudo gratuito), predilige appunto l'umorismo smaccato anche quando affronta gli snodi drammatici, con i suoi intrecci criminosi che sfociano in situazioni comiche o paradossali. Il risultato è che riprendendone gli spunti non si fa altro che replicarla, aggiornando ovviamente (e solo) il reparto gnocca, cosa che, per carità, fa molto piacere, ma è forse davvero poco e/o troppo. Si certo, i tempi cambiano e questo film ne è un lampante esempio, ma questo Baywatch è tamarro, scontato, semplicistico e volgarotto, basilare e sessista. Tuttavia poiché il suddetto non si vergogna di essere proprio ciò appena descritto, e poiché sa dove vuole arrivare, arrivando abbastanza bene e dicendo bene quel (molto poco) che vuole dire, è da premiare l'onestà del regista, che riesce in ogni caso anche elevando all'ennesima potenza il materiale di partenza, a mettere in piedi un film onesto e divertente (scoppiettante), certamente sopra le righe, come detto frivolo, sboccato e volgare ma mai compiaciuto, coerentemente divertente.
Ma se da una parte lo script riesce a regalare qualche situazione spassosa (non certo quella in obitorio e il travestimento "al femminile"), e un paio di interessanti scene d'azione, la trama di fondo è la solita indagine con gli stupefacenti di mezzo, Victoria (la bombastica e sexy Priyanka Chopra) è la villain d'ordinanza, senza mordente, e l'umorismo non è di certo raffinato, con quasi tutte le battute a sfondo sessuale, tra testicoli che parlano ed esortazioni a non giocare con le parti intime sul letto altrui. Il vero punto di forza del rifacimento sono però gli attori, tra cui il migliore è senz'altro Dwayne "The Rock" Johnson, che interpreta Mitch Buchannon col suo sarcasmo e i suoi insulti nei confronti dell'esaltato vincitore olimpionico Matt Brody (Zac Efron), chiamandolo in tutti i modi tranne che col suo vero nome e lasciandosi andare anche a citazioni (lo nomina anche High School Musical). Molto simpatico Jon Bass nel ruolo del robusto Ronnie, tra urla e momenti imbarazzanti davanti all'amata C.J. (Kelly Rohrbach), che forma insieme a Stephanie (Ilfenesh Hadera) e Summer (la più famosa Alexandra Daddario), un trio di belle e formose giovani. A tal proposito stupisce proprio l'interpretazione degli attori principali in scena perché si ha la sensazione che ci hanno messo anche un certo impegno per i personaggi a cui sono chiamati ad interpretare. Dwayne Johnson come detto (e come si sperava) è ovviamente il mattatore della pellicola, le fondamenta che reggono il tutto, con la sua presenza fisica riesce ad non essere così scontato come potrebbe sembrare.
Serio, ironico, caciarone (un ottimo Mitch). Zac Efron in tal senso è una discreta spalla, perché qui il suo ruolo è ampiamente azzeccato. Per non parlare del reparto donne, un'esplosione di bellezze allucinanti (tutte compresa la sensuale e bella "new entry" Kelly Rohrbach) che stranamente riescono a non far passare la recitazione solamente sul reparto corpo, giacché i loro personaggi hanno una discreta caratterizzazione che permette di riconoscerle. Tuttavia per questo, alla faccia delle rivendicazioni femministe tanto in voga ad Hollywood, il film sfiori la misoginia indossando una maschera politicamente corretta piuttosto ipocrita. Solo Alexandra Daddario tiene in piedi la bandiera del girl power. E' l'unica infatti (Kelly Rohrbach è la donna trofeo cui ambisce Jon Bass, stereotipo del nerd uso ridere, Ilfenesh Hadera sta nel gruppo giusto per la necessità di una variante etnica ma il suo ruolo è pari allo zero) che non si limita a mostrare le curve (dopotutto come attrice è brava) e ad avere un ruolo attivo nella storia come pure l'indiana Priyanka Chopra, anche se nel ruolo dell'improbabile gangster dalle generose scollature. Entrambi comunque però al servizio di una sceneggiatura così così (che scorre bene all'inizio ma poi inizia a calare di ritmo procedendo verso la fine, soprattutto quando non è presente The Rock). Perché certamente la determinazione di Mitch sul fatto che questi bagnini dovrebbero svolgere il ruolo di detective è una delle gag più divertenti che vediamo nel film, ma gli sceneggiatori e regista non danno mai molto peso a questo dato.
Invece, puntano molto sul fattore erotismo, assicurandosi che i costumi delle bagnine siano il più trasparenti possibile e puntando sulle battute e gag a sfondo sessuale. Questa fantasia del maschio alfa va bene per una risata, ma in un film che dura due ore, dopo un po' inizia a diventare snervante. L'unica cosa per cui Baywatch può sentirsi davvero orgoglioso è il cast, giacché come già detto, tutti regalano spettacolari performance, alcune però senza senso. Certo, Johnson ed Efron hanno dimostrato di essere divertenti anche in film terribili (ad esempio, San Andreas e Nonno Scatenato, gli ultimi dei due visti) e non toppano nemmeno qui, inoltre le donne (una più gnocca dell'altra) riescono ad aggiungere un po' di salsa humor ai loro ruoli superficiali, ma il problema è che il regista non riesce a dare al film quel tocco in più che avrebbe garantito un sano divertimento. Ad esempio, porta David Hasselhoff e Pamela Anderson per dei cammei, ma non gli chiede di fare nulla di divertente per ricordare i fasti della serie. Colpa appunto della sceneggiatura con alcuni intrecci fin troppo scontati e molti (forse troppi) chiché del genere. Altri film simili hanno dimostrato che con una sceneggiatura creativa, performance buone e gag da urlo si può ottenere un ottimo risultato, purtroppo in Baywatch questo non basta, tanto che non funziona così bene come la brillante serie tv. Eppure sostenuto da scelte musicali colorite e da un ritmo incalzante, soprattutto nelle scene d'azione che rasentano l'incredibile, Seth Gordon realizza un prodotto di intrattenimento per eccellenza.
Un prodotto che sceglie la chiave dell'eccesso per arrivare dritto al cuore dello spettatore, spettatore che alla fine sarà comunque divertito e certamente intrattenuto. Perché Baywatch seppur non è un film indimenticabile, egli svolge in pieno il suo compito. Il compito di un film deliziosamente demenziale e "scemo", leggero e che sa prendersi in giro da solo, ma forse con una durata esagerata per il genere (quasi 2 ore) e che alla fine tira anche per le lunghe la comicità (a tal proposito eliminare le scene letteralmente "del cazzo" ne avrebbe giovato). Una comicità semplice e scontata, ma alla fine efficace. E poi si vede dalle papere finali quanto si sono divertiti gli attori. Perché seppur tecnicamente niente di così memorabile, fotografia in linea con l'atmosfera della spiaggia, effetti speciali un po' troppo finti, regia regolare con un paio di guizzi ogni tanto, colonna sonora irrilevante, tirando le somme questo Baywatch è un prodotto riuscito nel suo genere, non si nasconde per quello che vuole essere e soprattutto non si prende mai sul serio, fatto di una comicità molto semplice ma che si dimostra comunque azzeccata (anche perché fortunatamente la noia non prende per niente il sopravvento e la visione scorre liscia, abbastanza fluida e senza intoppi, ricorrendo a scene action miste ad altre marcatamente comiche). Il ciò rende la pellicola molto leggera da seguire, che diverte e che ti fa ricordare quella serie tv che ha tenuto incollate alla televisione milioni di persone in tutto il mondo. Anche se in definitiva non tutto centra il bersaglio e questo Baywatch si attesta su livelli medio-bassi, senza entusiasmare più di tanto. Perché di certo non delude e si fa sufficientemente amare, non per caso pochissimi giorni ha vinto un Razzie Award in una categoria tutta nuova, inventata appositamente, ovvero "Il candidato ai Razzie così pessimo che l'avete amato (The Razzie Nominee So Bad You Gotta Love It!)", ed è appunto quello è successo anche con me. Voto: 5,5