Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2018 Qui - Non sapevo cosa fosse un guilty pleasure finché non ho visto Monster Trucks, film del 2016 diretto da Chris Wedge che, rifacendosi molto ai modelli Old-Style '80s, regala allo spettatore 90 minuti di divertimento senza grosse pretese. Perché anche se il divertimento è leggero, insomma, un po' affrettato, però c'è, e ci sono le giuste facce (Lucas Till degli ultimi X-Men di Bryan Singer compreso Apocalisse e la bella Jane Levy di Man in the Dark). Non la si può dire una favola ecologista, perché su quel versante c'è una certa confusione di fondo, ma va riconosciuto al film di Chris Wedge, che torna alla regia dopo lunga assenza, da Epic: Il Mondo Segreto del 2013, il merito non da poco di stare brillantemente, quasi elegantemente, in equilibrio sopra un'idea a dir poco balzana. Quella di approcciarsi allo schema classico nel cinema per ragazzi, ma in modo decisamente accattivante, nulla di particolarmente originale o di sfizioso (innovativo o coraggioso), ma tanto da essere adatto a tutti, lasciandosi così guardare senza danni, assicurando quindi un passatempo sufficientemente godibile. Dopotutto quello che dal trailer sembrava il più furbesco e meschino dei disastri, in realtà è stato l'opposto. Certo, la storia è sempre quella del teenager che fa amicizia con una strana creatura che è braccata dai cattivi di turno che vogliono disfarsene per il proprio tornaconto e che man mano che si affeziona finirà perfino per aiutarlo, e poi seguono riunioni di famiglie, con tanto di lieto fine, ma è semplicemente affascinante, proprio nel senso letterale del termine.
La particolarità del film infatti è sicuramente la sua piacevole ed emozionante semplicità. Una semplicità affascinante. Perché in fin dei conti Monster Trucks è l'esempio lampante di come non servano grosse innovazioni stilistiche o degli impianti enormemente improbabili ed esagerati, per girare un film. Serve solo che rispetti il suo copione, cosa che Monster Trucks esegue magistralmente a tavolino. Chris Wedge riesce difatti a farti affezionare ed attaccarti a Creech (il mostro polipo che si nutre di petrolio), ma il lato emozionale non è l'unico punto forte in questione della pellicola, giacché il film possiede tanti altri pregi oltre all'uso intelligente della vecchia generazione anni '80. Perché anche se la storyline è tecnicamente semplice e basilare, essa è in verità studiata con grande classe tecnica e visiva. Non solo per l'utilizzo funzionale delle musiche e della colonna sonora, ma anche per gli effetti visivi/speciali davvero belli. Non sono né troppo esagerati, né troppo ingombranti. Infatti la CGI (di gran livello dato il consistente budget messo a disposizione) non è assolutamente massiccia ed invadente. Insomma, qualcosa di veramente semplice ma davvero affascinante, come la scena alla "Mad Max" con i Trucks e le trovate geniali alla E.T., in cui mi sono divertito ed emozionato allo stesso tempo. A tal proposito è sempre bello vedere Danny Glover, in un film forse certamente innocuo, ma di grande spessore tecnico e visivo che consiglio ai nostalgici e a chi adora il cinema semplice di vedere. Voto: 6