Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/05/2017 Qui - Dell'Universo Marvel gli X-Men sono probabilmente la spina dorsale, ma io ho sempre preferito altro e preferisco ancora, soprattutto ultimamente, però dopo l'eccezionale Deadpool, facente parte del suo microcosmo (anche se a lui di far squadra proprio non va), dopo la straordinaria serie Legion, che al contrario non fa parte, anche se in futuro qualcosa in proposito sicuramente cambierà, e soprattutto dopo il riavvio della saga avvenuta prima con il discreto X-Men: L'inizio e successivamente con l'ottimo X-Men: Giorni di un futuro passato (ma anche per Wolverine e tutti i suoi film), qualcosa è cambiato in positivo, anche se come detto non sono affatto i miei preferiti, anzi, poco apprezzati e poco piaciuti, ma dopo aver visto X-Men: Apocalisse (film del 2016 diretto da Bryan Singer, alla sua quarta regia), nono film della lunga saga cinematografica dedicata agli X-Men e terzo ma (non ultimo) capitolo della saga prequel dedicata ai mutanti, che vede il ritorno, su tutti, di James McAvoy (Charles Xavier/Professor X), Michael Fassbender (Erik Lensherr/Magneto), Jennifer Lawrence (Raven Darkholme/Mystica) e Nicholas Hoult (Hank McCoy/Bestia), che in ogni caso fallisce nel suo evidente tentativo di superare il livello raggiunto dal predecessore, ritengo il suddetto più che onesto, certo con qualche pecca (forse più) ma molte cose piuttosto buone (soprattutto una), poiché per i miei gusti, il solo fatto che X-Men: Apocalypse (in originale) sfiori più volte l'orlo del kitsch, talvolta pescandovi a piene mani, e rimanga comunque un lavoro coeso, di gran gusto, stilisticamente ineccepibile perché eccessivo e ricco di trovate, lo rende a pieno diritto un film a dir poco riuscito. E pazienza se a qualcuno non è piaciuto, i gusti sono gusti.
Comunque in questo in questo capitolo gli X-Men si scontrano con il loro potente nemico, Apocalisse, per salvare la razza umana dall'estinzione. Siamo però negli anni '80, Ciclope è appena arrivato alla scuola di Xavier, i mutanti sono noti da pochi anni, tutto si riallaccia ai film precedenti, che direi vanno visti per meglio capire cosa accade (anch'io forse dovrei, ma proprio non mi va, il finale difatti e il suo proseguo mi è "quasi" incomprensibile). In ogni caso durante una delle sue ricerche, la dottoressa Moira McTaggart (Rose Byrne) scopre appunto le origini del primo mutante che sia mai esistito sulla Terra: l'onnipotente En Sabah Nur (Oscar Isaac, irriconoscibile), noto anche come Apocalisse. Venerato come un dio ai tempi della civiltà egizia, si risveglia nel mondo moderno dopo un sonno millenario, provando però un enorme senso di delusione nei confronti della società contemporanea, convinto che l'umanità sia solo un popolo di deboli al servizio dei vari sistemi convenzionali. È così, quindi, che egli recluta quattro seguaci, ovvero Elizabeth Braddock/Psylocke (Olivia Munn), Ororo Munroe/Tempesta (Alexandra Shipp), Warren Worthinton III/Angelo (Ben Hardy) e anche Magneto, in modo che lo aiutino a costruire quello che lui definisce 'un mondo migliore', con l'intenzione di distruggere quello vecchio, e solo gli studenti della Scuola di Xavier per i Giovani Dotati possono fermarli imparando a controllare i loro poteri.
Premettendo che era proprio difficile realizzare un film che fosse all'altezza del predecessore, che indubbiamente rappresenta, ad oggi, il punto più alto dell'assai longeva saga degli X-Men, inaugurata nel 2000 dallo stesso Bryan Singer (al contempo produttore sia di questo che Legion), questo film se la cava abbastanza bene. Anche se laddove il precedente, quantomeno in parte, aveva tentato di proporre qualcosa di innovativo, questo nuovo film finisce invece per scadere nel cliché, nel già visto, presenta un villain (che convince più nelle azioni, roboanti, che nei tratti somatici, non ha proprio l'espressione da super villain quale sarebbe, e psicologici, qui la sceneggiatura non è proprio all'altezza) stereotipato e banale, che si fa fatica a percepire come una vera minaccia e il quale viene liquidato abbastanza in fretta (data la sua "statura" di mutante più forte di tutti) in una battaglia finale confusionaria e poco coinvolgente. Infatti, specialmente verso il finale vi è tanta confusione senza apparente filo logico, nonostante in questo capitolo si decida di alzare la posta in gioco, con fenomenali riproduzioni delle location egizie (che compaiono in alcuni flashback), effetti speciali sempre superlativi (ma comunque eccessivi e non di gran aiuto, ad eccezion fatta per la parte attinente a un autentico disaster movie che può competere per devastazione con i principali esponenti del settore), oltre che sequenze d'azione spettacolari quanto devastanti e fragorose come non si erano mai viste prima, a tratti forse troppo, ma non convince pienamente.
X-Men: Apocalypse difatti, a volte scade nel ridicolo, è troppo ripetitivo e, inoltre, spesso ricicla materiale già più volte proposto nei film precedenti. La trama, fatto salvo per alcuni, pochi e interessanti sviluppi, non offre grandi sorprese o emozioni. E' un film troppo lungo che getta troppa carne al fuoco, tentando di amalgamare le spropositata quantità di sotto-trame legate ad un'altrettanto spropositata quantità di personaggi in qualcosa che abbia quantomeno le parvenze di qualcosa di unitario. Mentre in realtà pare quasi un film ad episodi, in particolare nella prima parte. Inoltre, gli effetti speciali, troppi e onnipresenti, come detto, confondono e distraggono. La regia non è particolarmente brillante e il film finisce inevitabilmente per ridursi ad un banale action catastrofico uguale a centinaia di altri, mentre vengono del tutto, o quasi, gettati al vento gli ottimi spunti di commento politico e sociale che la storia degli X-Men da sempre offre. I personaggi, tuttavia, sono quasi tutti ben caratterizzati, specialmente (già proprio lui, un nome una garanzia) Pietro Maximoff/Quicksilver (Evan Peters), il più simpatico di tutti, visto nel precedente lungometraggio, a cui viene riservata la scena più bella di tutte, ovvero la strepitosa sequenza in slow motion nella scuola, che riesce a superare in qualità quella di Giorni di un futuro passato, che da sola in ogni caso vale il prezzo del "biglietto". Ma spiccano anche le controparti giovani di Scott Summers/Ciclope (Tye Sheridan), Kurt Wagner/Nightcrawler (Kodi Smit-McPhee) e Jean Grey/Fenice (Sophie Turner), comunque non perfettamente funzionale, una "bella figa rossa" che qua è presa a sproposito da una delle eroine de Il trono di spade, e ci azzecca, come si dice, molto poco. Viene ulteriormente ampliato il ruolo di Jennifer Lawrence come Mystica, ormai guida degli X-Men e punto di riferimento per i giovani mutanti di tutto il mondo, con evidenti rimandi alla saga di Hunger Games, di cui è protagonista, e sempre convincenti McAvoy e Fassbender nei panni dei loro rispettivi personaggi, anche se per quest'ultimo a causa di alcuni buchi inspiegabili ed una sorta di disequilibrio tra le parti, passando con superficialità dal dolore alle finestre più leggere, la tragedia che praticamente segna nuovamente Magneto, non raggiunge insomma alti livelli di pathos finendo con l'apparire come una sequenza di balzelli umorali inseriti in un processo che spiega poco (e male).
In questo contesto, l'apparizione di Logan/Wolverine, interpretato per l'ottava volta da Hugh Jackman, anche se spettacolare, non ha un senso preciso, sembra insomma un fanservice e basta (per alcuni poi credere che la suddetta presenza o scena addirittura valga un pezzo di "biglietto", proprio non m'è piaciuto). Meno approfonditi, invece, i quattro cavalieri dell'Apocalisse (non granché in effetti Angelo o la nuova Tempesta), in quanto hanno pochi dialoghi (troppo pochi per ricevere un reale approfondimento psicologico), ma hanno comunque un'ottima resa nei combattimenti, anche se è proprio l'esteticamente mal realizzato villain principale il quale, nonostante utilizzi frasi ben costruite (che in parte ricordano l'Ultron dei Marvel Studios), diventi via via meno interessante, soprattutto nell'ultima battaglia, a non convincere. Alcuni personaggi o eccellenti interpreti invece (su tutti Rose Byrne), vengono largamente trascurati. Non viene invece (fortunatamente) trascurato il cameo di Stan Lee che ogni volta spacca, anche se in questo caso è praticamente inutile. Tutto per un film, comunque fatto molto bene, con effetti in ogni caso eccezionali e con un ritmo alto, che cerca (in parte riuscendoci) a sopperire ed aiutare a seguire una storia dalla complessità elementare, per non dire nulla. La colonna sonora, composta nuovamente da John Ottman, è invece sempre fantastica come in X-Men: Giorni di un Futuro Passato. In ogni caso anche se ci sono delle note positive, 2 o 3 scene infatti sono veramente riuscite (tra cui quella fantastica di prima), il resto si perde un po', tra banalità e superficialità. In conclusione però, X-Men: Apocalisse, che non è certo il miglior film della saga, grazie al suo essere kitsch e alla ricchezza di trovate geniali e interessanti, si rivela comunque superiore ad altri, di sicuro agli apprezzabili ma difettosi X-Men: Conflitto Finale e X-Men le origini: Wolverine, ma non delle produzioni Marvel non X-Men degli ultimi tempi. Voto: 7+
X-Men: Apocalypse difatti, a volte scade nel ridicolo, è troppo ripetitivo e, inoltre, spesso ricicla materiale già più volte proposto nei film precedenti. La trama, fatto salvo per alcuni, pochi e interessanti sviluppi, non offre grandi sorprese o emozioni. E' un film troppo lungo che getta troppa carne al fuoco, tentando di amalgamare le spropositata quantità di sotto-trame legate ad un'altrettanto spropositata quantità di personaggi in qualcosa che abbia quantomeno le parvenze di qualcosa di unitario. Mentre in realtà pare quasi un film ad episodi, in particolare nella prima parte. Inoltre, gli effetti speciali, troppi e onnipresenti, come detto, confondono e distraggono. La regia non è particolarmente brillante e il film finisce inevitabilmente per ridursi ad un banale action catastrofico uguale a centinaia di altri, mentre vengono del tutto, o quasi, gettati al vento gli ottimi spunti di commento politico e sociale che la storia degli X-Men da sempre offre. I personaggi, tuttavia, sono quasi tutti ben caratterizzati, specialmente (già proprio lui, un nome una garanzia) Pietro Maximoff/Quicksilver (Evan Peters), il più simpatico di tutti, visto nel precedente lungometraggio, a cui viene riservata la scena più bella di tutte, ovvero la strepitosa sequenza in slow motion nella scuola, che riesce a superare in qualità quella di Giorni di un futuro passato, che da sola in ogni caso vale il prezzo del "biglietto". Ma spiccano anche le controparti giovani di Scott Summers/Ciclope (Tye Sheridan), Kurt Wagner/Nightcrawler (Kodi Smit-McPhee) e Jean Grey/Fenice (Sophie Turner), comunque non perfettamente funzionale, una "bella figa rossa" che qua è presa a sproposito da una delle eroine de Il trono di spade, e ci azzecca, come si dice, molto poco. Viene ulteriormente ampliato il ruolo di Jennifer Lawrence come Mystica, ormai guida degli X-Men e punto di riferimento per i giovani mutanti di tutto il mondo, con evidenti rimandi alla saga di Hunger Games, di cui è protagonista, e sempre convincenti McAvoy e Fassbender nei panni dei loro rispettivi personaggi, anche se per quest'ultimo a causa di alcuni buchi inspiegabili ed una sorta di disequilibrio tra le parti, passando con superficialità dal dolore alle finestre più leggere, la tragedia che praticamente segna nuovamente Magneto, non raggiunge insomma alti livelli di pathos finendo con l'apparire come una sequenza di balzelli umorali inseriti in un processo che spiega poco (e male).
In questo contesto, l'apparizione di Logan/Wolverine, interpretato per l'ottava volta da Hugh Jackman, anche se spettacolare, non ha un senso preciso, sembra insomma un fanservice e basta (per alcuni poi credere che la suddetta presenza o scena addirittura valga un pezzo di "biglietto", proprio non m'è piaciuto). Meno approfonditi, invece, i quattro cavalieri dell'Apocalisse (non granché in effetti Angelo o la nuova Tempesta), in quanto hanno pochi dialoghi (troppo pochi per ricevere un reale approfondimento psicologico), ma hanno comunque un'ottima resa nei combattimenti, anche se è proprio l'esteticamente mal realizzato villain principale il quale, nonostante utilizzi frasi ben costruite (che in parte ricordano l'Ultron dei Marvel Studios), diventi via via meno interessante, soprattutto nell'ultima battaglia, a non convincere. Alcuni personaggi o eccellenti interpreti invece (su tutti Rose Byrne), vengono largamente trascurati. Non viene invece (fortunatamente) trascurato il cameo di Stan Lee che ogni volta spacca, anche se in questo caso è praticamente inutile. Tutto per un film, comunque fatto molto bene, con effetti in ogni caso eccezionali e con un ritmo alto, che cerca (in parte riuscendoci) a sopperire ed aiutare a seguire una storia dalla complessità elementare, per non dire nulla. La colonna sonora, composta nuovamente da John Ottman, è invece sempre fantastica come in X-Men: Giorni di un Futuro Passato. In ogni caso anche se ci sono delle note positive, 2 o 3 scene infatti sono veramente riuscite (tra cui quella fantastica di prima), il resto si perde un po', tra banalità e superficialità. In conclusione però, X-Men: Apocalisse, che non è certo il miglior film della saga, grazie al suo essere kitsch e alla ricchezza di trovate geniali e interessanti, si rivela comunque superiore ad altri, di sicuro agli apprezzabili ma difettosi X-Men: Conflitto Finale e X-Men le origini: Wolverine, ma non delle produzioni Marvel non X-Men degli ultimi tempi. Voto: 7+