Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/07/2017 Qui - Quinto capitolo di una saga longeva e molto amata, ma L'era glaciale: In rotta di collisione (Ice Age: Collision Course), film d'animazione del 2016 diretto da Mike Thurmeier, è probabilmente l'episodio più debole, inferiore al già non brillantissimo film precedente. Le ragioni sono fisiologiche, una delle leggi del cinema smentite raramente da poche eccezioni afferma che i sequel siano in genere molto più deboli del film capofila, lo è anche con L'era glaciale che dopo il bell'esordio del 2002 non ha saputo reinventarsi troppo tranne per l'episodio 3, quello coi dinosauri, dove gli sceneggiatori riuscivano con un escamotage mettere insieme animali vissuti in epoche diverse. In questo capitolo 5 si naviga invece un po' a vista, si accumula la scena di personaggi, tanti, praticamente tutti quelli presenti nei capitoli precedenti con il risultato di togliere tuttavia spazio alle figure storiche, decisamente più divertenti (Sid, su tutti, assai sacrificato, mattatore vero nei film del passato e ora presenza costretta quasi ai margini). In cambio, si acquista poco, solo una figura ci fa convinto in termini comici, lo scorretto Buck che ha anche le battute e le situazioni migliori, il resto è un po' poco, compresi degli antagonisti poco efficaci e praticamente inesistenti. Nel film poi, oltre a non accadere praticamente nulla, il continuo susseguirsi di gag poco divertenti mette il pubblico nella disperata attesa di qualcosa di tremendamente buffo che non arriva mai. Di buffo (anche se meno esplosivo del solito nella sua cornice narrativa) rimangono solo i battibecchi slapstick tra lo Scoiattolo Scrat e la sua ghianda, questa volta su una navicella aliena, che provocherà appunto la rotta di collisione, come suggerisce il titolo, che spingerà Sid, Manny (doppiato non benissimo dal comunque bravo Filippo Timi), Diego e il resto dei loro amici, ad intraprendere un avventuroso viaggio verso nuove terre esotiche per salvarsi.
Non il massimo insomma, anche se nel complesso si rimane affezionati a figure che ci hanno accompagnati in così tanti anni, purtroppo ci si diverte di meno, il ritmo invece (che nei film precedenti non era mai mancato) è meno trascinante e si avverte quindi una sensazione di stanchezza. Arrivata al quinto capitolo, la serie "Ice Age" ha infatti perso il mordente adatto per soddisfare grandi e piccoli. Il genuino e geniale divertimento dei primi 3 capitoli è qui ridotto ad un concentrato di gag dall'umorismo futile ed infantile. E come già riscontrato nel precedente "Continental Drift", il plot principale è in realtà una scusa per arrivare, tramite banali siparietti comici, al classico ricongiungimento del nucleo familiare felice e contento. Il film difatti, diviso in due parti (lo struggimento di Scrat e la vita sulla Terra) è alquanto (troppo) prevedibile e scontato. Ovviamente la prima parte è quella che piace di più, ironica, surreale, imprevedibile. La seconda parte che racconta vicende ben note e scontate invece non tanto, ovvero l'addio alla casa dei genitori da parte di chi ha deciso di sposarsi, la ricerca di una fidanzata, la smania del potere e del controllo, la stupidità ma anche l'allegria e la voglia di giocare e divertirsi. Certo, per il pubblico dei giovani spettatori c'è spazio per alcune riflessioni, per rivedere nel mondo misterioso e fantastico dei cartoni animati storie e vicende di adulti che ancora non capiscono e che tra pochi anni saranno importanti anche per loro, ma è davvero poco per appassionare e consigliare questo film.
Film che in verità così brutto non è (a esser sinceri non mi è del tutto dispiaciuta questa nuova avventura), dato che tecnicamente è un film d'animazione valido, un lavoro di computer grafica molto accurato, soprattutto nelle movenze dei personaggi, ma dopo aver visto tutti gli episodi della saga, questo quinto capitolo è sicuramente il più deludente. Nonostante lo stesso sembra migliorarsi in alcune cose, come il ripescaggio del furetto Buck (che ha la voce nella versione originale dell'istrionico Simon Pegg), che riesce (ravvivando dalla sonnolenza generale lo spettatore) in qualche modo a risollevare le sorti della saga e del film, che però è lontano anni luce, come detto, dal primo capitolo e dal terzo (quello che mi aveva divertito di più), poiché anche qui gli altri personaggi fanno ormai il compitino senza alcun guizzo. Gli ultimi minuti del film poi, risultano troppo infantili e allungati, con scene poco ispirate. Infatti non basta questo continuo "presa/non presa" (nei confronti di Scrat), strepitosa citazione ai classici targati Warner Bros con protagonisti Willy Coyote e Beep Beep, il roadrunner, ed il livello tecnico eccellente a sorreggere un film generalmente poco riuscito. Difatti, l'umorismo dolce, intelligente ma allo stesso tempo folle dei primi capitoli sembra essere svanito del tutto per lasciare spazio ad uno zuccheroso ed esageratamente puerile.
Ed è un vero peccato, non solo perché un soggetto così interessante (quello dei mammut, l'estinzione e il divertimento) è stato sprecato in questo (mal) modo, ma soprattutto perché L'Era Glaciale: In Rotta di Collisione, più che leggero risulta superfluo, come un episodio allungato nato dagli avanzi degli altri quattro capitoli, montati alla rinfusa attorno a una nuova disavventura di Scrat. Scrat che in ogni caso, come le stupende trovate, è sempre divertente, addirittura l'unico motivo per seguire delle vicende sempre uguali da 15 anni. Giacché se il primo capitolo mostrava una variopinta combriccola di personaggi unita insieme loro malgrado con una trama che portava lo spettatore a seguire una vicenda portata a far capire come personaggi così diversi potessero alla fine coesistere insieme, con i successivi capitoli è diventata via via una sequenza di situazioni comiche "on the road" sempre più simili uno dall'altra. Ma probabilmente l'errore più grave è stata la non originale e ormai desueta decisione di condire tutto (soprattutto quest'ultimo film) con gli inevitabili (e poco interessanti) problemi famigliari e personali dei vari protagonisti. In ogni caso questo film, la sufficienza la strappa perché comunque sono storie e personaggi a cui sono affezionato da anni e che fa sempre piacere rivedere all'opera, anche se spero la saga chiuda qui. Ma se nel caso non accadesse, spero in un eventuale film dedicato solo ed esclusivamente alle avventure del mitico Scrat, sarebbe la ciliegina su una torta buona ma diventata oramai rancida. Voto: 6