lunedì 18 marzo 2019

Jayne Mansfield's Car (2012)

Mini Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2017 Qui - JAYNE MANSFIELD'S CAR (Drammatico, USA, Russia, 2012): La morte improvvisa di una donna statunitense (che da il titolo "presunto" al film) trasferita in Inghilterra unisce due famiglie molto diverse tra loro. Da una parte ci sono i Caldwell, classici americani della provincia meridionale, dall'altra i Bedford, inglesi purosangue. L'azione si svolge alla fine degli anni '60. Le due famiglie si studiano, si osservano e scoprono in maniera graduale di non essere così diversi come pensavano in un primo momento, e che il conflitto generazionale è una questione universale. I vissuti sono simili, le aspirazioni dei più giovani sono quasi uguali e persino le "abitudini ricreative" non sono così diverse. Il cast è di tutto rispetto, ritroviamo un Robert Duvall in gran forma e rivediamo il compianto John Hurt, che fa il suo lavoro di perfetto inglese alla perfezione, mentre la pellicola invece arranca. Il regista Billy Bob Thornton ritaglia su di sé un personaggio tormentato che cerca di recuperare una fiducia in sé quanto mai lontana. Peccato che l'ironia non arrivi e il coinvolgimento neanche. Pur essendo in effetti presenti i toni da commedia, comunque minoritari rispetto al tono generale della pellicola, che è sostanzialmente drammatico nelle premesse e nelle conclusioni, quasi niente funziona davvero. Anche lo stesso conflitto generazionale, che sembra in ultima analisi insanabile e pronto a riprodursi di generazione in generazione, non prende. A fronte insomma di un cast così importante, il film che ha delle ambizioni molto alte, non riesce a soddisfarle in pieno. Il tema del dramma familiare qui esposto è difatti più adatto a un romanzo dell'ottocento, e un eventuale fascino per il pubblico del giorno d'oggi è quanto meno discutibile. Anche l'epoca in cui la pellicola è ambientata sembra una patina abbastanza superficiale dal punto di vista delle scenografie. A volte si ha infatti la sensazione di assistere a un lavoro pensato per il teatro e adattato con più o meno fantasia per lo schermo. Per questo è un film non brutto ma nemmeno bello, dove a salvarsi è solo il cast, tranne un Kevin Bacon capellone. In ogni caso un film da non rivedere. Voto: 5