Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/09/2017 Qui - Jackie Chan come al suo solito sforna l'ennesimo action-comedy simpatico e brioso. Poiché in Skiptrace: Missione Hong Kong (Skiptrace), film del 2016 diretto da Renny Harlin, prodotto ed interpretato da Jackie Chan, anche se non ci sono scene da grasse risate, lui e la pellicola riescono ad essere minimamente godibili, senza tante pretese e senza troppe banalità. Certo, delle sue acrobazie folli non c'è più traccia e, anzi, troppe volte le soluzioni per nascondere questo limite sono fin troppo evidenti, ma accanto ad un Johnny Knoxville buffone, come sempre, crea in ogni caso una coppia simpatica quanto quella con Owen Wilson. Giacché qualche momento ben riuscito in cui Chan riesce ancora a mostrare le sue capacità c'è comunque. Purtroppo quello che manca in Skiptrace, è la storia, non solo stra-vista ma anche tirata via oltre l'inverosimile. L'intero film è infatti una scusa per un giro del mondo (per proteggere ed aiutare la bella Fan Bingbing) dove gli attori faticano perfino a recitare. Seppur ed ovviamente e come detto si ridacchia ugualmente, ma è molto "cinese" sia nell'umorismo che in quelle parti che vorrebbero essere serie per farsi tanto apprezzare (soprattutto per il finale poco convincente), anche se nel complesso il film merita la sufficienza. Non tanto per Jackie Chan ma anche per Johnny Knoxville (star indiscussa degli esilaranti Jackass), che da comico praticamente nato, si diverte e fa divertire. Lui infatti fin dall'apertura, lo troviamo alle prese con una "cartoonesca" retata antidroga corredata di disastroso crollo e, addirittura, un'esplosione. D'altra parte, quando c'è di mezzo Jackie Chan è risaputo che le esagerazioni mirate al divertimento siano tutt'altro che assenti, e quindi lo shooter Renny Harlin (Die Hard 2 e Cliffhanger) ce la mette tutta per sfruttarlo il più possibile in uno spettacolo che fa della sequela di assurde situazioni (comprendenti scontri corpo a corpo con la formosa wrestler Eve Torres) il proprio ingrediente fondamentale. E, anche se in più di un'occasione l'insieme rischia di apparire fracassone, non annoia più di tanto lo spettatore e lo trasporta quasi in una atmosfera da cine-panettone in salsa action, ma senza però eccellere e non senza alcuni difetti.
A partire dalla trama appunto, che seppur semplice, quella del detective Benny Chan (Jackie Chan), che per anni ha dato la caccia ed accusato un magnate cinese Victor Wong di essere niente altro che un criminale trafficante di droga che ha ucciso il suo compagno anni prima, che incrocia la sua strada investigativa con quella di Connor Watts (Knoxville), un truffatore americano che rimane coinvolto suo malgrado in un omicidio e diviene l'unico testimone disponibile per incastrare il magnate, risulta un po' forzata e ridicola. Perché da qui parte uno scatenato (e troppo scanzonato e sciocco) road movie attraverso numerose province della Cina, dove la coppia verrà braccata senza pietà dai cattivi di turno la banda di trafficanti cinesi a cui si aggiunge anche la mafia russa, a causa di una gravidanza provocata da Connor alla figlia del potente boss che lo cerca per vendicare l'onore violato. Insomma niente di nuovo, niente di originale, seppur in questo buddy movies, l'obbiettivo non è solo quello di raggiungere il pubblico occidentale attraverso la presenza di un star come Knoxville, ma anche quello di mostrare un lato paesaggistico della Cina poco conosciuto. Di conseguenza all'interno di azione battute e divertimento, non sempre perfettamente dosati dal comunque esperto Harlin, ci ritroviamo in una serie di location visitate per la prima volta da una troupe cinematografica con tanto di Jackie Chan in formato Wikipedia. Il risultato di questa commistione di genere e due diversi tipi di comicità decisamente funziona, lo scopo di intrattenere lo spettatore e al tempo stesso portarlo in luoghi sconosciuti e accattivanti funziona a dovere, ma purtroppo non basta. Il film infatti, contenente altresì richiami ad un certo cinema '80, decisamente ora molto in voga tra remake e reboot, non convince fino in fondo. Tuttavia e nonostante tutto si lascia però ben vedere (stando sempre nei limiti), dopotutto vedere Chan all'opera (che resta un vero proprio ponte tra Occidente e Asia, universalmente riconosciuto e adorato da schiere di fan in tutto il mondo) è sempre un piacere. Voto: 6