sabato 23 marzo 2019

Saint Amour (2016)

Mini Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2017 Qui - Saint Amour (Commedia, Francia, 2016): Un viaggio, a bordo di un taxi, tra le lande dei vini di Francia è quello che dovrebbe servire tra un agiato allevatore di tori e il figlio, che lavora nella sua azienda e che non vorrebbe continuare quell'attività, a distendere, tramite una ricerca interiore, i rapporti burrascosi tra i due. Peccato che questo sia solo il pretesto per il regista di imbastire solo un road movie demenzial-popolare che, personalmente, ho trovato qualche volta gradevole, ma più spesso noioso. Giacché il regista non si accontenta di mettere sul fuoco la carne dei rapporti generazionali tra padre e figlio e le insicurezze sessuali di un giovane, vorrebbe anche convincere lo spettatore di quanta dignità ha la vita contadina, così bistrattata nell'opinione comune. Da troppa ambizione nasce così un pasticcio fatto di episodi di "pochade" con una vaga ambizione moralistica, che restano scollegati tra di loro. Nel film infatti si susseguono, situazioni spiazzanti e sorprendenti (una cameriera complicata, un alcolico addio al nubilato, un'agente immobiliare dai facilissimi costumi e altro ancora), che movimentandolo dovrebbero tenere desta la nostra attenzione. Non accade sempre, però, perché alle sorprese gli spettatori fanno presto l'abitudine e di solito le prevedono agevolmente. Come anche l'incredibile ma irritante finale che per colpa di una bella donna-amazzone (Céline Sallette de Les Revenants), sembra proprio un mega-spot del Fertility Day. Troppo davvero, soprattutto considerando che a parte i buchi (soprattutto temporali) di sceneggiatura e lo stereotipo melenso della vita contadina, il film, che dovrebbe essere una commedia va proprio pena. E non basta uno svogliato ma funzionale Gérard Depardieu e un comunque notevole Benoit Peolvoorde a dare un pizzico di originalità ad un film banale e sciocco, che si può vedere ma che si può tranquillamente evitare. Voto: 5,5