sabato 4 maggio 2019

Free State of Jones (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2018 Qui - E' un film che mi è piaciuto, Free State of Jones, film del 2016 scritto e diretto da Gary Ross. Il film infatti, nonostante alcuni difetti che in ogni caso non ne pregiudicano la sua lodevole riuscita, e raccontandoci una storia del tutto sconosciuta ai più (un fatto storico per troppo tempo seppellito e distorto e un personaggio intenso e carismatico, magistralmente interpretato dal premio Oscar Matthew McConaughey), quella incredibile e vera del contadino Newton Knight che durante la guerra di secessione americana guidò una rivolta che portò la contea di Jones alla separazione dagli Stati della Confederazione, si fa moderatamente apprezzare. Giacché questo è un film davvero bello, teso e diretto come la traiettoria di una freccia tesa al bersaglio, il bersaglio della vergogna e della disperazione di chi, per secoli si è visto negare i diritti più elementari. Free State of Jones non è però solo una storia di ribellione o di schiavitù, è soprattutto un'aperta denuncia nei confronti di pregiudizi che ancor oggi offuscano la mentalità di un'America in cui il Ku Klux Klan non è purtroppo solo un ricordo. La lotta intrapresa da Knight è una battaglia in difesa di una libertà e di diritti troppo spesso ignorati o violati. A sottolineare ulteriormente questo aspetto, nel film affianca e completa la narrazione il processo del 1948 dello Stato del Mississipi contro Davis Knight che, in quanto discendente di Newt Knight e della sua seconda compagna, la schiava Afroamericana Rachel, è considerato per un ottavo nero e quindi colpevole per aver sposato una donna bianca e aver così violato la legge sui matrimoni misti. Questo caso, inserito nella storia principale attraverso il sapiente uso di flashforward, mette in luce come, a 85 anni di distanza dalla rivolta di Newt, vengano violati gli stessi diritti per i quali lui stesso si era battuto.
Una battaglia (anche emozionalmente coinvolgente) sceneggiata e girata bene come la pellicola stessa dal poco prolifico Gary Ross (regista di PleasantvilleSeabiscuit e del primo eccezionale Hunger Games) e con un cast perfettamente adeguato all'impegno (perfetti sono i personaggi di contorno dove si nota con piacere Mahershala Ali), in cui si fa ovviamente notare il bravo protagonista assoluto Matthew McConaughey, che si conferma nuovamente attore di fortissima personalità e bravura. Sicuramente il film non ha un ritmo indiavolato, anzi, ha dei momenti anche troppo lenti (soprattutto nella parte centrale dove, alcune scene notturne prolungate senza costrutto sembrino solo allungare il brodo e dove alcuni episodi trattati un po' sbrigativamente senza fornire i dovuti particolari, dato che spesso lo spettatore assiste un po' passivamente all'evoluzione graduale della società di Jones senza che i passaggi di livello gli vengano chiariti), però guardandolo con lo spirito giusto, non si può fare a meno di apprezzarlo e di dargli quindi un'amplissima sufficienza. Anche perché una fotografia efficace, una buona ambientazione e un cast che riesce bene a ruotare attorno al personaggio di Knight danno alla pellicola una giusta riuscita con una convinzione di aver assistito ad una proiezione misurata, lineare ma certamente con un tono convincente, seppur non del tutto sicuro, che appassiona o coinvolga non al massimo dell'intensità o profondità. Voto: 6,5